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Viaggi sostenibili, ancora confusione tra i viaggiatori

Viaggi sostenibili, ancora confusione tra i viaggiatori

21 Aprile 2016

Turismo sostenibile? ecco come la pensano i viaggiatori globali. In occasione della Giornata Mondiale della Terra 2016, che si celebra sabato 23 aprile, Booking.com ha rivelato i risultati del ‘Sustainable Travel Report’, un sondaggio sul significato di viaggio sostenibile dal quale emerge molta confusione tra i viaggiatori. 

Ebbene, dall'indagine emerge che solo il 42% è attento alla sostenibilità, con una percentuale che raggiunge il 72% tra i cinesi e che scende fino al 25% tra i giapponesi. Il 56% ha preso in considerazione l’idea di soggiornare in una struttura eco-sostenibile, e più di due terzi (68%) hanno affermato che sarebbero più propensi a scegliere una struttura, se sapessero che questa è eco-compatibile.

Tuttavia, poco meno di due terzi (il 65%) afferma di non aver soggiornato, o di non sapere se ha soggiornato in una struttura eco-friendly. Per quanto riguarda coloro che non hanno programmato di soggiornare in una struttura del genere nell’anno a venire, il 39% ha risposto che il motivo è che non sapeva nemmeno che strutture di questo tipo esistessero. Questa motivazione è ancora più elevata tra i giapponesi (43%), i neozelandesi (39%) e i tedeschi (46%).

La compensazione per le emissioni di CO2 dei viaggi aerei è stata identificata dal 32% dei partecipanti come viaggio sostenibile, mentre il 22% ritiene che viaggio sostenibile significhi soggiornare in un contesto naturalistico, come una riserva o un parco nazionale. Il 16% dei partecipanti considera il campeggio come un tipo di viaggio eco-compatibile, e poco più di una persona su dieci (il 14%) ritiene che invece viaggiare in maniera sostenibile sia recarsi in una destinazione in cui si può interagire con la flora e la fauna locali.

Al di là della natura, anche le attività altruiste sono considerate sostenibili, per esempio l’acquisto di artigianato e cibo locale (secondo il 35% dei partecipanti), il volontariato presso le comunità locali (per il 14%), nonché il soggiorno presso comunità indigene allo scopo di conoscerne la cultura (per il 12%).

Inoltre, spesso parlare di alloggi eco-compatibili è oggetto di confusione. Per esempio, tra coloro che hanno affermato di non voler prenotare una struttura eco-friendly il prossimo anno, i motivi menzionati sono stati: il prezzo elevato (22%), il fatto che siano meno lussuose (10%) o che, semplicemente, non si ha la sicurezza del fatto che siano davvero eco-compatibili (13%).

In particolare, gli inglesi e gli australiani non scelgono strutture eco-friendly a causa della spesa percepita (il 30% dei partecipanti), mentre il 14% dei giapponesi afferma di non fidarsi delle dichiarazioni delle strutture riguardo alla loro eco-sostenibilità.

“Le strutture eco-compatibili sono anni luce diverse dall’idea che si può avere di alloggi poco illuminati, senza aria condizionata e con rubinetti a bassa pressione. Gli ospiti possono non rendersi conto che dormire su lenzuola di cotone biologico lavate con acqua riscaldata dall’energia prodotta dall’hotel stesso vuol dire soggiornare in maniera eco-sostenibile. O che gustare un pasto preparato con ingredienti prodotti nel raggio di 30 km dalla struttura significa supportare le aziende locali, e quindi fare del turismo sostenibile”, commenta Gillian Tans, Chief Operating Officer di Booking.com.

Secondo una ricerca  di Booking.com, oltre un quarto (26%) delle strutture intervistate confermano di avere in corso iniziative volte alla protezione dell’ambiente, mentre circa un quinto (19%) lavorano supportando la comunità locale. Questa percentuale cresce fino a un terzo (il 33%) e a quasi un quarto (il 24%) per le strutture ricettive di maggiori dimensioni (dalle 36 camere in su). Inoltre, più della metà delle strutture (il 51%) dispone di riconoscimenti ufficiali che attestano il rispetto di criteri di compatibilità ambientale, rilasciati da organizzazioni riconosciute, come il Global Sustainable Tourism Council.

I risultati mostrano un forte consenso riguardo al fatto che c’è ancora tanto da fare a supporto dei viaggi eco-sostenibili: infatti, solo il 5% dei viaggiatori ritiene che sia facile viaggiare in questo modo. Ma quando si tratta di proporre soluzioni al problema, le idee sono le più diverse. Le due più gettonate sono gli incentivi economici, ad esempio agevolazioni fiscali in favore dei viaggiatori rispettosi dell’ambiente (con il 41% dei partecipanti in favore), e uno standard internazionale per le strutture ricettive eco-friendly (41% in favore). - Fonte: TravelNoStop.com