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Unwto: la comunicazione ai tempi del Coronavirus

Unwto: la comunicazione ai tempi del Coronavirus

22 Aprile 2020
Umana, attraverso persone reali che possano svolgere il ruolo di ambasciatori, di valore e concreta, grazie al legame con i dati. Le testimonianze di professionisti e destinazioni –

Umana, attraverso persone reali che possanosvolgere il ruolo di ambasciatori, di valore e concreta, grazie al legame con i dati: sono questi i tre punti cardine su cui si muove la comunicazione pre, durante e dopo il Coronavirus. A dare risalto a questo tema l’ultimo webinar organizzato dall’Unwto

“Soprattutto all’inizio ci è si è concentrati sulle informazioni relative al virus – ha affermato Ana Nance, fotografa professionista - ; ciascun settore è stato colto di sorpresa e non solo i media del travel. La comunicazione si è fatta umana molto velocemente e, in generale, ha risposto in maniera responsabile e solidale, sia fornendo informazioni sia creando articoli interessanti”. Nance ha fatto l’esempio del New York Times, che di recente ha proposto nelle sue colonne i 52 posti da visitare virtualmente.

Anche Rajan Datar, presentatore e giornalista, ha specificato che la Bbc, soprattutto nel momento iniziale, ha individuato nella salute e nella sicurezza le sue priorità, con servizi, ad esempio, sulle persone rimaste bloccate a terra, poi si è guardato anche ad argomenti di carattere più generale, come le aree protette per animali; Datar ha citato il caso di un rifugio per asini in Marocco, uno di quei posti di cui è interessante sapere “come sopravvivono, le eventuali problematiche come l’approvvigionamento e al cui sviluppo le persone si mostrano entusiaste di contribuire”. Passo successivo tematiche come la cultura, la vita e la storia dei Paesi. Certamente non è opportuno mostrare immagini che ritraggano un turista in un resort a 5 stelle: “Bisogna stare molto attenti ed essere sensibili”, ha sottolineato il giornalista.

Ma come si promuoveranno nel post Covid le destinazioni, ha domandato Marcelo Risi, director of communications Unwto? “E’ determinante la fiducia – ha risposto Nance -; l’utente si aspetta questo tipo di sicurezza da parte di governi e istituzioni nel momento in cui autorizzino i viaggi. Prima si muoverà il traffico domestico, poi l’internazionale”. Sulla stessa linea Datar: “E’ il momento di costruire relazioni, non di vendite aggressive. I consumatori hanno bisogno di chiarezza se si sposteranno in un altro Paese, in ciascuno step del viaggio”. Anche il giornalista è convinto che sarà il turismo interno a riprendere per primo, ma bisogna tener presente un aspetto: “Non tutte le destinazioni sono pronte per questo discorso, in primis in termini di “infrastrutture, strade, trasporti”, sottolinea Nance.

Sicuramente essere pronti al “day after” non è “un risultato immediato – aggiunge Datar -: dipende dal senso di comunità che si è riusciti a creare con chi è potenzialmente attratto dal tuo Paese”. In questo processo comunicativo possono essere utili le persone comuni, utilizzate come “ambasciatori” per raggiungere i clienti. E’ Nance a ricordare l’esempio della Grecia, con la campagna “Greece from home”: “Una risposta veloce e interessante in un Paese dove molti nelle isole sono preoccupati di avere occupazione zero quest’estate e dove il turismo è prevalentemente internazionale”.

“Il settore è cresciuto molto negli ultimi quattro anni in Portogallo – ha spiegato il presidente di Turismo de Portugal Luis Araujo -; la nostra priorità è stata raccogliere informazioni e dati. Ora stiamo pianificando il futuro e questa programmazione passa dai dati e dall’ascolto delle persone, del mercato”. Non è questione “di una competizione tra Spagna e Portogallo o tra il Portogallo e altri Paesi, ma del trovare le soluzioni insieme. Più informazioni abbiamo, più liberamente le diamo, più velocemente torneremo in pista”. Tra le ultime iniziative dell’ente, “Read Portugal, per stimolare le persone a leggere il nostro Paese per poi visitarlo in un futuro speriamo vicino”. Tra le tematiche di crescente interesse Nance cita “la natura e la sostenibilità: un numero sempre maggiore di viaggiatori vorrà vivere queste esperienze in futuro”. Condivisione e ascolto sono le parole d’ordine anche per Anat Shihor Aronson, portavoce del Ministero del Turismo di Israele: “Anche se l’attenzione è concentrata su altro, cerchiamo di comunicare; lo facciamo molto su Facebook e abbiamo inserito molti virtual tour . Stiamo lavorando anche sul day after”.

Fonte = GUIDA VIAGGI 22/04/20