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Una super Ice per il made in Italy

Una super Ice per il made in Italy

28 Dicembre 2014

Non tutti i tasselli sarebbero però già stati messi a posto. Nel corso del Cdm del 24 dicembre sarebbe emersa, per poi sfumare, l'idea di creare una struttura completamente nuova. L'ipotesi avrebbe però suscitato perplessità in una parte dell'Esecutivo per il rischio di vanificare in questo modo il Piano straordinario per il made in Italy che, dopo numerose vicissitudini, ha trovato solo in extremis il finanziamento con la legge di Stabilità e nell'ambito della dotazione dell'Ice. La soluzione alternativa che starebbe prendendo quota è invece una superstruttura che ruoti intorno a quanto già operativo con l'Ice.

Di uomini, più che di metodo, il problema numero due: proprio durante il Cdm sarebbe stato avanzato anche il nome di Luca Cordero di Montezemolo come possibile manager unico per l'organismo che si occuperebbe di commercio estero, attrazione degli investimenti esteri e turismo. In altre parole, sarebbe tornata in pista un'ipotesi già ventilata all'epoca del totoministri del nuovo governo Renzi, quando il nome di Montezemolo venne associato a un possibile ministero del made in Italy. Montezemolo sarebbe stato sondato anche se sembra non abbia sciolto la sua riserva. Ad ogni modo ci sono anche altre riflessioni in corso all'interno dell'Esecutivo. Si considera ad esempio se non sia il caso anche di privilegiare a pieno titolo una logica di continuità: sia per la struttura di riferimento, che sarebbe ancora l'Ice, sia per il management.

Attualmente alla guida dell'Agenzia c'è Riccardo Monti, che ha curato il più recente riassetto e lavorato intensamente sui fronti dell'export e dell'attrazione degli investimenti. Continuità significa anche preservare finalità e risorse del Piano made in Italy appena varato dall'Esecutivo. Riassumendo, il Piano prevede un mix di azioni in Italia e all'estero: valorizzazione delle principali fiere italiane e iniziative legate a Expo 2015, campagne di contrasto al fenomeno dell'italian sounding, accordi con la grande distribuzione organizzata per la diffusione di prodotti di medie aziende italiane, voucher alle imprese che si affidano a temporary manager per l'attività di internazionalizzazione.

Sul filo di lana, durante l'iter parlamentare della legge di Stabilità, sono state individuate le risorse per coprire il piano: 130 milioni nel 2015, 50 nel 2016 e 40 milioni nel 2017. L'intenzione sarebbe ora quella di ripartire da qui, anche nella consapevolezza che l'obiettivo più difficile sarà non ripetere gli errori del passato. Nel campo specifico del turismo, la stessa Enit più volte in predicato di essere riorganizzata, snellita o addirittura chiusa, ha dimostrato limiti nella capacità di portare a casa risultati all'altezza delle aspettative. Per il commercio estero, l'Ice ha guadagnato margini di efficienza operativa solo dopo un'operazione di alleggerimento della rete e delle strutture, anch'esse finite spesso nel mirino.

Ancora più complesso il discorso per l'attrazione degli investimenti esteri. Il governo Letta aveva messo quest'argomento al centro del Piano Destinazione Italia, rimasto per larghi tratti inattuato e frenato dalla sovrapposizione delle competenze esercitate sia dall'Ice sia da Invitalia. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di C. Fo.)