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Turismo e crisi governo: le questioni irrisolte

Turismo e crisi governo: le questioni irrisolte

29 Agosto 2019

Sono ore decisive per la formazione del Governo, che archivierà l’esperienza gialloverde a Palazzo Chigi. E mentre ci si interroga sulla composizione del nuovo Cdm e su chi erediterà il posto del ministro Gian Marco Centinaio alla guida del dicastero del turismo, è venuto il momento di fare il punto su quanto del programma tracciato dal Contratto di governo Lega-M5s sia stato portato a termine fino a questo momento.

Nel documento che ha sancito il sodalizio delle due fazioni politiche e la nascita del primo esecutivo guidato da Giuseppe Conte trovavano infatti spazio alcuni temi riguardanti lo sviluppo dell’industria dei viaggi italiana e dei trasporti, incluso il salvataggio di Alitalia. Ecco quindi le questioni sul tappeto.

Il Ministero del Turismo
La prima, citata in apertura del capitolo 28 del contratto, parlava della necessità dell’istituzione di un Ministero del Turismo. “Un Paese come l’Italia non può non avere un Ministero del Turismo - recitava il contratto -. Ha bisogno di centralità di governance e di competenza, con una vision e una mission coerenti ai grandi obiettivi di crescita che il nostro Paese può raggiungere”.  Nella realtà dei fatti il Ministero non è mai nato. Le deleghe sono state trasferite dal Mibac al Mipaaf, finendo nelle mani di Centinaio, il quale solo un mese fa è tornato a esprimersi sulla questione dichiarando a TTG Italia: "Anche io sogno di avere un Ministero del Turismo con portafogli, ma sarebbe stupido pensarlo nelle condizioni attuali, con un Titolo V della Costituzione che fa del Turismo una materia esclusiva delle Regioni, vorrebbe dire fare un doppione", mentre, ha proseguito Centinaio, "il compito del ministero è fare sintesi e azione di lobby, lavorare nella stessa direzione con le Regioni per portare a casa dei risultati".

Alitalia

La seconda questione è la più scottante: il salvataggio di Alitalia. “Siamo convinti – recitava il testo – che questa non vada semplicemente salvata in un’ottica di mera sopravvivenza economica, bensì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo”. Dopo mesi di trattative con Fs e umori altalenanti e contrastanti di Lega e 5s sul coinvolgimento di Atlantia, la questione è ancora in sospeso. Si sa ancora poco sull’incontro previsto entro la fine della settimana con Delta Airlines ad Atlanta e restano i nodi più difficili da sciogliere: da una parte il numero degli esuberi, la cui cifra oscillerebbe tra i 1.700 e i 2mila dipendenti; e dall’altra la situazione finanziaria. Senza un acquirente, infatti, Alitalia potrebbe avere problemi di liquidità già dall’inizio del 2020.

Enit e promozione
La tabella di marcia gialloverde prevedeva poi un impegno del Governo nella “riorganizzazione” e “ridefinizione completa del sistema di governance di Enit e del suo funzionamento finanziario”. Così come dell’intera macchina di promozione dell’offerta turistica italiana, con un focus sulla digitalizzazione e “sulla revisione delle piattaforme digitali esistenti”.

Sul primo punto non si può parlare di “riorganizzazione” vera e propria, se non semplicemente di una scelta di discontinuità con il precedente Cda, con la nomina diGiorgio Palmucci come nuovo presidente al posto di Evelina Christillin. Sul fronte della promozione, l’impegno sembra esserci stato. Solo un mese fa Giuseppe Conte annunciava la creazione di una nuova Italia.it, in collaborazione con l’Agenzia nazionale per il turismo. “Una grande piattaforma digitale che conterrà tutte le offerte integrate di percorsi turistici che la nostra Penisola è in grado di offrire, dal cicloturismo a quello alpino, dal turismo ‘dolce' ai percorsi enogastronomici e molto altro ancora”. Un impegno che non si sa se sarà portato avanti anche con il nuovo Governo. Non è poi da dimenticare l'approvazione della Carta del Turista

Le altre questioni
Restano poi altri temi sul piatto. Nello specifico, l’introduzione di una “web tax turistica”, tentativo già fallito dal Governo Gentiloni e lontano da essere risolto anche a livello sovranazionale; l’abolizione della tassa di soggiorno e la “lotta all’abusivismo a tutti i livelli e in tutti i comparti”. E se sui primi due punti l’esito è negativo, sull’ultimo il ministro Centinaio ha incassato una vittoria, portando a casa l’approvazione del codice identificativo, contenuto nel Decreto Crescita, e di ulteriori restrizioni in materia di locazioni turistiche.

Fonte = TTG ITALIA 29/08/19