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Riformare l Enit è un miraggio se le Regioni  non la smettono di farsi la guerra sul turismo

Riformare l Enit è un miraggio se le Regioni non la smettono di farsi la guerra sul turismo

21 Maggio 2014

Potremmo mai immaginare che all'interno di un'azienda, per esempio il Gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles), vi siano le aziende Fiat, Chrysler, Lancia, Jeep, Alfa Romeo e Maserati, che in modo autonomo e scollegato organizzano i propri prodotti, le proprie strategie, il proprio marketing e la propria comunicazione in concorrenza tra di loro? Possiamo immaginare i costi e i risultati di questo modo di fare? In FCA certamente no, ma è prassi quotidiana in 20 Regioni. Quindi, dalla trasformazione dell'Enit non aspettiamoci chissà quali risultati. L'avvio di questo ennesimo iter di trasformazione avviene proprio ora, a pochi giorni dall'approvazione del bilancio 2013 dell'Ente, sulla base di un significativo incremento dell'avanzo di amministrazione, passato da 1,099 ml euro del 2012 a 2,648 ml di euro del 2013. Pertanto, poiché l'andamento del numero dei turisti in arrivo in Italia non è stato certo confortante (nel 2013 -1,85% rispetto a +0,16% del 2012, secondo i dati della Banca d'Italia), dobbiamo di conseguenza immaginare che l'Agenzia abbia comunque avviato e conseguito l'anno scorso rilevanti risultati nell'aumentare l'efficienza della propria attività. Ma è proprio cosi? Guardando bene i bilanci sembrerebbe proprio di no.

Scendendo nel dettaglio si scopre che l'avanzo disponibile è sì migliorato ma grazie innanzi tutto alla chiusura di numerosi uffici (Zurigo, Praga e Budapest), sguarnendo Paesi dai quali potrebbero provenire interessanti flussi turistici e introducendo comunque un perimetro non costante nei confronti intertemporali di bilancio. Aggiungiamo poi un contributo da parte del ministero degli Affari Regionali di 1,4 milioni di euro per il rilascio dei visti turistici, una attività finanziata direttamente da Enit negli anni precedenti, e una posta attiva di 2 milioni di euro, rinvenienti dalla liquidazione del Convention Bureau. Pertanto, rimuovendo queste poste non ordinarie (tralasciamo per semplicità il differente perimetro di riferimento), il dichiarato avanzo disponibile diventa un disavanzo di 752 mila euro, che rispetto al consistente avanzo dell'anno precedente è certamente qualcosa di molto diverso rispetto al numero presentato.

Se poi si scorre anche il bilancio di previsione 2014, si trovano spese per indennità estere in aumento del 49%, per traslochi all'estero del 74% e per «contributo a parziale pagamento spese di viaggio per congedo in Italia del personale estero» del 143% e non si comprende più, veramente, quale possa essere strategicamente il percorso gestionale intrapreso dall'Enit, che sulla base di queste indicazioni sembra essere almeno anacronistico. A questo punto, non si può nemmeno escludere che il progetto di commissariamento e trasformazione sia stato rapidamente accelerato perché i tecnici della presidenza del Consiglio e del Mibac sono stati più attenti e analitici rispetto a quello che in Enit avevano sperato, e che quindi la situazione sia diventata un'emergenza per il governo Renzi, che ha già dato segno di pensarla in modo molto diverso rispetto ai canoni gestionali precedenti. - Fonte: MF (di Paolo Rubini, già direttore generale dell Enit)