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Questione di brand per Milano

Questione di brand per Milano

28 Novembre 2014

Il sentiment è positivo tra gli addetti ai lavori che, rivela un sondaggio condotto dalla Camera di commercio milanese su oltre 300 realtà, prevedono un aumento del 22% del fatturato nell'anno di Expo. Purché si migliorino toilette pubbliche e si potenzino servizi digitali e collegamenti extra-urbani. A tenere banco, ovviamente, la questione alberghi e il rischio di aumenti indiscriminati con la scusa del grande evento. I dati sull'andamento delle camere tra gennaio/ottobre 2013 e lo stesso periodo di quest'anno - presentati nel corso di un convegno sul tema in Camera di commercio - offrono segnali positivi, con un +1,5%.

Milano si conferma sempre più una destinazione leisure, dove accanto alla componente business si rafforzano l'opzione shopping e l'offerta culturale. Una trasformazione che gli operatori turistici vogliono confermare con la «scusa» dell'Expo, la cui eredità dovrebbe essere (almeno in questo campo) quella di incrementare la brand reputation della città. Cosa che di sicuro non potrà accadere se si lascerà mano libera ai «furbetti del quartierino», la cui esistenza nessuno prova a negare.

Per questo Explora, società che gestisce il sistema integrato del turismo in vista di Expo, ha appena lanciato la sua Hotels Price Transparency List. «Si tratta di una lista che comparirà nel nostro sito», ha spiegato il direttore generale Josep Ejarque a ItaliaOggi, «dove saranno inserite quelle strutture che si impegnano a non aumentare i prezzi più del 20/30%. Una sorta di bollino di garanzia per la trasparenza delle tariffe». Intanto i numeri sembrano far ben sperare. «I nostri operatori danno tra il 30 e il 35% di camere bloccate nel periodo dell'Expo», ha aggiunto Ejarque, «un dato positivo visto che sarà un turismo di shortbreak e che molti prenoteranno all'ultimo momento».

L'esposizione universale, che ha già superato i 7 milioni di biglietti venduti, sarà anche l'occasione per sistemare i punti deboli di molte strutture: internet e tv, arredamenti e aria condizionata. Sul primo è già possibile far qualcosa. «Il Comune di Milano ha messo a disposizione degli alberghi cittadini la possibilità di agganciarsi al wi-fi pubblico», ha confermato l'assessore al Turismo, Franco D'Alfonso, « ma ad oggi solo sette strutture in città ne hanno fatto richiesta». - Fonte: Italia Oggi (di Silvia Cravotta)