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Palumbo: “il turismo al centro delle politiche economiche”

Palumbo: “il turismo al centro delle politiche economiche”

09 Febbraio 2018
Il direttore generale turismo rimarca l’importanza della cooperazione tra settore pubblico e privato per valorizzare il patrimonio e verso una maggiore competitività

“C’è bisogno di una struttura solida, seria e ben organizzata che si occupi di turismo e che lo possa fare in cooperazione con tutti i soggetti istituzionali che ad oggi sono impegnati nel settore”. Così esordisce Francesco Palumbo, direttore generale del Mibact, durante il convegno tenutosi alla Sala Isma del Senato della Repubblica riguardo alle proposte e progetti per le elezioni politiche concernenti il turismo. Prosegue: “per quanto riguarda la scelta di tenerla all’interno dei beni culturali è una scelta precisa che trova una sua ratio nel fatto che l’Italia si distingue nel mondo come nell’Europa nell’essere una destinazione legata alla storia e alla cultura”.

Come è andata la spinta del turismo nel nostro paese quest’anno? Palumbo ci fornisce dei numeri. In particolare c’è stato un incremento del 4,2% di arrivi, un aumento del 5,7% di presenze, ma soprattutto un + 6,8% della spesa media. “Questo dato è fondamentale – chiarisce Palumbo, che prosegue – vuol dire che siamo in grado di attrarre turisti che hanno maggiore capacità di spesa”. Infine la crescita della spesa al sud è aumentata del 23,7%. Questo dato dimostra che con le dovute cautele, la spesa sta aumentando anche nel mezzogiorno.

Pubblico e privato

Palumbo rimarca sul fatto che il turismo va messo al centro delle politiche economiche: “il turismo necessita di una politica industriale ma anche di una policy pubblica altrimenti nelle destinazioni a livello territoriale non ci sarà la corretta offerta”. Il direttore generale afferma che per la prima volta il paese è stato dotato di un piano strategico del turismo di 6 anni che non è stato iscritto dentro il ministero. Il piano è stato stilato con 7 ministeri, lavorando quindi con i trasporti, gli esteri e l’ambiente.

Uno degli obiettivi del piano strategico (in comune anche con il piano di Federturismo) è quello della valorizzazione del patrimonio e della creazione di nuova offerta: uno dei grandi problemi del settore è quello della concentrazione turistica solo in alcune parti di Italia e solo in poche città. Dunque nel lungo termine, è indispensabile organizzare un’offerta più diffusa nelle altre città, in quei luoghi poco noti all’estero, ma rappresentativi della nostra italianità. Il secondo obiettivo è la competitività: “una cosa che chiedo da tecnico alla politica è che la misura del tax credit (che ha speso in questi ultimi anni 420 milioni di euro) venga rifinanziata in maniera costante, perché le imprese chiedono il doppio delle risorse. Questo è fondamentale per accontentare le imprese e rimanere attivi nella competitività" dice Palumbo.

Il fondo di credito per il turimo

Alcuni operatori del privato, secondo il direttore generale, hanno riconosciuto le priorità del piano strategico come necessità del settore. Infatti, Unicredit e Banca Intesa hanno avviato un fondo di credito per le imprese del turismo di 5 miliardi che, per la prima volta, non avrà solo valutazione di criteri di bancabilità dei soggetti imprenditoriali, ma avrà un’analisi di coerenza rispetto alle politiche pubbliche. Questo significa che una policy pubblica viene accompagnata da risorse, ma soprattutto che i privati iniziano a investire in coerenza: il settore italiano, aldilà dei flussi, è un settore che si sta muovendo verso le stesse linee di orientamento. Palumbo conclude soffermandosi sull’importanza dell’innovazione digitale: “doppiamo prendere esempio dal Portogallo e investire nel digitale come riqualificazione del settore”. g.i.t - Fonte: Guidaviaggi.it