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L Ue su Alitalia: Etihad non superi il 49%

L Ue su Alitalia: Etihad non superi il 49%

06 Aprile 2014

Nel mirino stavolta c'è il nostro Paese a poche ore dall'annuncio (atteso per domani o al massimo lunedì) che dovrebbe concludere la due diligence di Etihad sui conti di Alitalia e dare il via alla trattativa vera e propria. Anche se, a dir la verità, nelle ultime ore sono cresciuti i timori per un irrigidimento degli arabi. Secondo un dietro le quinte che ha messo in ambasce la compagnia di Fiumicino, Etihad starebbe prendendo tempo e anzi, insistono fonti vicine al dossier interpellate da Repubblica , potrebbe giungere al governo (Renzi è informato costantemente sulla questione) oltre che all'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio, una proposta di trattativa in esclusiva con dei paletti ben più altie piantati profondamente nel terreno, rispetto a quanto fino ad oggi discusso.

Si paventano infatti ulteriori tagli alla forza lavoro di terra dell'hub romano (uffici e handling, meno 2.300 persone in cigs a zero ore), ritenuta in eccesso rispetto alle reali necessità di un vettore che potrebbe lavorare al fianco di Air Berlin, dando vita ad una "nuova alleanza" parallela a SkyTeam e OneWorld di cui Alitalia e l'azienda aerea tedesca fanno parte. Da verificare poi come restituire il debito accumulato dalla compagnia romana (quello verso le banche è di poco inferiore ai 900 milioni) oltre all'alta velocità verso Fiumicino e la possibilità di aggirare i limiti alle tratte con l'Ue da Linate. Anche per questo lo shopping arabo comincia a far crescere i sospetti da parte della Commissione che ora invita anche l'Italia a vigilare sulle modalità di ingresso nel capitale di Alitalia da parte degli emiri.

A oggi sono già quattro i casi analoghi e due le condizioni poste dal governo dell'Europa agli acquirenti esterni: la prima è che le partecipazioni nel capitale azionario da parte di società extra-Ue siano non superiori al 49%. Inoltre, anche quando restano al di sotto di questa quota, le società extra europee non possono detenere il controllo effettivo delle compagnie. I casi nel mirino sono: Etihad in Air Berlin, Delta in Virgin Atlantic, cinesi di Hnca in Cargolux e la Korean Air nella Czech Airlines.

Un monito che se da una parte è considerato doveroso, e forse per questo anche scontato, per altri versi sembra andare in soccorso di compagnie europee, come Lufthansa e Iag (British-Iberia) messe sotto pressione da quello che rischia di trasformarsi nel vero padrone (occulto) dei cieli Ue. Le grandi linee aeree del Golfo, cioè Emirates, Qatar e Etihad, appunto, sono da tempo a caccia dello scalpo di una delle vecchie "glorie" del Vecchio Continente e il caso Alitalia potrebbe far saltare il banco. - Fonte: La Repubblica (di Lucio Cillis)