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L’altro Israele: il 63% ci va in vacanza

L’altro Israele: il 63% ci va in vacanza

01 Giugno 2016

Un viaggio che rimane nell’anima, e non solo a chi ci va in pellegrinaggio. In attesa degli appuntamenti estivi – il primo è la Gay Pride Parade del 3 giugno a Tel Aviv – Israele si presenta al mercato italiano con un’immagine totalmente rinnovata. «Ancora poco conosciuto dal punto di vista turistico, il nostro paese è in grado di offrire tante opportunità diverse.

Oltre al turismo religioso, ci sono un’infinità di possibilità per chi viene semplicemente in vacanza», dice Avital Kotzer Adari, direttore dell’ufficio nazionale israeliano del turismo, incontrata in occasione della convention di Club Viaggi ad Arenzano. All’undicesimo posto tra i Paesi più felici al mondo, e al quarto tra quelli dove crescere i figli, Israele sta vivendo un grande fermento dal punto di vista turistico, grazie anche agli investimenti previsti sul mercato italiano. Obiettivo: ritornare ai numeri record registrati fino a tre anni fa.

«Non c’è più solo la Terra Santa, ci siamo aperti sia al leisure che al Mice e alle crociere. Basti pensare che nel 2007 gli arrivi italiani erano stati 82mila, con un 75% di pellegrini, mentre nel 2013 dei 173mila arrivi dall’Italia per il 63% appartenevano al segmento leisure». Per quanto riguarda la sicurezza, «il nostro valore aggiunto già da molti anni è proprio la prevenzione. Del resto, qui le donne possono andare in giro la notte senza problemi, e anche i bambini vanno a scuola da soli».

Religione, city break, benessere e turismo outdoor: tante opportunità, da Gerusalemme a Tel Aviv, dal Mar Morto al deserto. E quest’anno c’è l’occasione offerta dal Giubileo della Misericordia, con le porte sante a Nazareth, Haifa e Gerusalemme. Israele può proporre molte tipologie di turismo, anche grazie al fatto di essere un paese piccolo, che in auto si attraversa da un capo all’altro in poco più di otto ore, e di avere l’aeroporto situato a metà strada tra le due città principali.

È una destinazione perfetta per un city break, per un soggiorno benessere, per un trekking nel verde della Galilea o nel deserto della Giudea e del Negev, o per una vacanza balneare o culturale per tutta la famiglia. Di grande attualità anche il turismo enogastronomico, in particolare a Tel Aviv, specializzata nella cucina vegetariana con proposte originali e gustose sia nel Farmer Market che nei molti ristoranti gourmet, come il Catit.

Qui quest’anno si riproporrà l’iniziativa “round table” con giovani chef italiani, mentre a Gerusalemme sarà ripetuta la settimana dedicata alla cucina italiana. «Per far conosce tutti questi aspetti di Israele lavoriamo da tempo a stretto contatto con le agenzie di viaggi e i tour operator, per informarli non solo della ricchezza dell’offerta, ma anche di quanto sia facile arrivare dall’Italia».

Durante l’estate, infatti, sono oltre 60 i voli settimanali che raggiungono Tel Aviv da diversi aeroporti italiani. I collegamenti sono effettuati da El Al, che vola da Milano, Roma, Venezia e Napoli (da dove la compagnia opera per conto di Sund’or), da Alitalia e da easyJet. - Di Giorgio Maggi - Fonte: L'AgenziaDiViaggi