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Il pianerottolo Recovery:  cosa prevede per il turismo

Il pianerottolo Recovery: cosa prevede per il turismo

28 Gennaio 2021

Un pianerottolo, più che un piano. Sette pagine su 170 e solo otto miliardi di euro su 223,9 da spartire con la cultura. Un capitolo del Recovery Plan, quello sul turismo, che di memorabile ha la sua evanescenza. E per questo già tacciato di «vaghezza» da Federturismo.

Di ambizioso, almeno per ora, il roboante Piano nazionale di ripresa e resilienza” ha solo il nome e la struttura. Un impianto a matrioska che funziona grossomodo così: 6 missioni, che a loro volta raggruppano 16 componenti, che a loro volta si articolano in 48 linee di intervento, che a loro volta contengono svariati progetti di investimento

Per consultarlo urge il metodo battaglia navale. Concentrati di fronte al cartonato del Recovery Plan, inseriamo le coordinate che reputiamo giuste: missione 1, componente 3. Colpito e affondato. Eccolo qui il nostro capitolo Turismo e Cultura 4.0, a sua volta suddiviso in tre linee di intervento: “Patrimonio culturale per la EU Next Generation”, “Siti Minori, Aree Rurali e Periferie” e “Turismo e Cultura 4.0”.

Leggiamolo insieme, partendo dall’introduzione.

Nella terza componente “Turismo e Cultura” si concentrano gli interventi in due settori che offrono potenziale di crescita, costituiscono concreti fattori di sviluppo, nonché vantaggi comparativi e asset strategici del Paese, e che, conseguentemente, rappresentano ambiti di intervento imprescindibili nelle politiche di rilancio (…) Turismo e cultura sono tra i settori maggiormente colpiti dalla pandemia che necessitano un sostegno specifico per accompagnarne la ripresa e rafforzarne la resilienza per il futuro (…)

Il Piano prevede pertanto numerosi progetti di valorizzazione dei siti culturali e storici delle principali città metropolitane, comprese le aree periferiche. C’è anche la necessità di investire per rendere i siti culturali italiani più accessibili a fasce più ampie della popolazione e dei turisti. Gli investimenti proposti comprendono interventi mirati a migliorare l’accessibilità ai siti e agli edifici del patrimonio culturale (…) Le aree remote e le periferie urbane saranno incluse fra le aree di investimento.

Esiste l’opportunità di bilanciare flussi turistici investendo nel turismo rurale e sostenibile. L’Italia ha ad esempio tanti piccoli centri storici (borghi”) e luoghi di culto, che possono offrire esperienze turistiche arricchenti e diversificate. Inoltre, sono tanti i cittadini di origine italiana nel mondo che potrebbero essere interessati a un tipo di turismo legato alla scoperta delle proprie radici. C’è però la necessità di riqualificare le strutture ricettive. (…)

Passiamo ora alla linea di intervento “Patrimonio Culturale per la Eu Next Generation”.

La prima area di investimento della linea di azione consiste nel potenziamento del Piano Strategico Grandi Attrattori Turistico-Culturali, che prevede l’investimento nella rigenerazione del patrimonio culturale e urbano in alcune delle principali città italiane. Si tratta di provvedere restauro e alla rifunzionalizzazione di complessi di elevata valenza storico-architettonica e testimoniale. Gli interventi, salvo alcune eccezioni, sono localizzati nelle principali città italiane. (…)

Un intervento infrastrutturale fondamentale per innalzare i livelli di attrattivi del Paese riguarderà il miglioramento dell’accessibilità fisica e cognitiva di istituti e luoghi della cultura, con particolare attenzione ai musei, complessi monumentali, aree e parchi archeologici, archivi e biblioteche statali. L’intervento prevede la realizzazione di un Piano strategico per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) senso-percettive, culturali e cognitive, di interventi di accessibilità fisica, senso-percettiva, culturale e cognitiva e di fruizione diffusa nei luoghi della cultura italiani e la realizzazione di un sistema informativo per la qualità della fruizione del patrimonio culturale da parte di persone con esigenze specifiche. Verranno infine realizzate attività di formazione sui temi della fruizione ampliata al patrimonio ai professionisti del patrimonio.

Viene previsto anche una importante area di investimento, “Caput Mundi”, con cui si vuole definire un processo innovativo di valorizzazione del patrimonio archeologico, culturale e turistico su Roma usando l’opportunità offerta prossimo Giubileo del 2025. Con questa azione si andranno a valorizzare alcuni grandi poli attrattivi di Roma insieme a quei siti “minori” importanti e preziosi ma non promossi e da tempo trascurati. Si tratta di più interventi di valorizzazione, messa in sicurezza, restauro e restituzione al pubblico di monumenti inseriti in percorsi integrati di fruizione capaci di aggiungere itinerari a quelli più noti esistenti a Roma. In particolare le azioni si estendono anche alle aree periferiche della città in cui esistono e insistono realtà importanti che sorgevano lungo le principali vie che uscivano da Roma (…)

Vediamo la seconda linea di intervento “Siti Minori, Aree Rurali e Periferie”.

Una linea di intervento rilevante di questa componente è quindi lo sviluppo del turismo e della cultura nelle aree rurali e nelle periferie. Si realizzeranno interventi di valorizzazione del grande patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri italiani dall’enorme potenziale naturalistico, paesaggistico e culturale.

Sotto questa linea si interverrà sui piccoli borghi storici e rurali con un Piano Nazionale Borghi (…) Sono previsti interventi di valorizzazione del grande patrimonio di storia, arte, paesaggio, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri italiani, favorendo la rinascita delle antiche strutture agricole e dei mestieri tradizionali (ad es. l’artigianato). Si sosterrà l’attivazione di iniziative imprenditoriali e commerciali, tra le quali nuove modalità di ricettività quali ospitalità diffusa e albergo diffuso, per la rivitalizzazione del tessuto socio-economico dei luoghi, contrastando lo spopolamento dei territori e favorendo la conservazione del paesaggio e delle tradizioni e riqualificando l’edilizia rurale e storica.

Per diffondere attività culturali e creative e rafforzare il tessuto sociale, si investirà nella riqualificazione di luoghi identitari, periferie, parchi e giardini storici, sostenendo progetti partecipati di rigenerazione urbana a base culturale, incentrati sulle comunità locali, che vedranno protagoniste le amministrazioni comunali, con il fine di sostenere la realizzazione e il potenziamento del’offerta di attività culturali e creative (… ) Si prevedono anche interventi di riqualificazione di beni immobili pubblici destinati ai servizi sociali e culturali, educativi, in condizioni di degrado e/o non utilizzati.

Grande attenzione verrà riservata all’ambiente attraverso la riqualificazione di Parchi e giardini storici, per la prima volta in modo sistematico, mettendo in piedi un’estesa azione di conoscenza e di recupero dei parchi e giardini storici italiani nella prospettiva di una loro corretta manutenzione, gestione e fruizione pubblica.

Si investirà inoltre nella sicurezza antisismica dei luoghi di culto e nel restauro del patrimonio del Fondo Edifici di Culto (Fec).

E infine la linea “Turismo e Cultura 4.0”.

Turismo e Cultura 4.0 si prefigge l’obiettivo di promuovere l’interazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura (…) Verrà promossa la formazione professionale di qualità nel settore del turismo attraverso la creazione di una struttura nazionale per l’alta formazione e la formazione del personale addetto alle attività turistiche.

Si investirà inoltre per supportare gli operatori culturali nella transizione green e digitale (…)

Si interverrà sul miglioramento delle strutture-turistiche-ricettive e dei servizi turistici, riqualificando e migliorando gli standard di offerta ricettiva, con il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata sulla sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L’azione include interventi di riqualificazione e ammodernamento delle imprese che operano nel comparto turistico per potenziare il loro livello di digitalizzazione; promuovere modelli innovativi di organizzazione del lavoro anche attraverso lo sviluppo dei network e altre forme di aggregazione; sviluppare le competenze, digitali e non, degli operatori del settore attraverso l’accesso ad una formazione qualificata (…)

Infine “Percorsi nella Storia” è una azione profonda che vuole coinvolgere tutto il territorio introducendo un nuovo modo di fruire il patrimonio. È un “Turismo lento” fatto di percezione, di appartenenza e di contesto identitario (…)

Il Piano prevede anche una Riforma del settore turistico: Per il 2021 – si legge – è previsto un Collegato turismo alla Legge di bilancio, che conterrà la riforma del settore”, che dovrà provvedere al riordino, al coordinamento e all’integrazione delle disposizioni legislative statali vigenti”. Tale riforma, prosegue il documento, “si rende necessaria per superare alcune criticità rilevate dagli operatori, rese ancora più problematiche dalla pandemia, assicurando la regolamentazione e lo sviluppo del settore turistico a livello nazionale, anche al fine di stimolare l’offerta turistica per rafforzare la competitività del sistema nazionale nel suo complesso”. Anche sulla riforma Federturismo-Confindustria ha già espresso le sue perplessità, mentre le associazioni del travel in un documento congiunto inviato al governo hanno chiesto il “coinvolgimento del comparto nell’elaborazione di progetti legati al Recovery Plan e condivisione delle modalità di allocazione delle risorse”.

Questa proposta di Recovery Plan, ora all’esame delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, come è noto è stata fortemente contestata da Matteo Renzi con il suo partito Italia Viva, fino alla rottura della maggioranza che ha portato alla caduta del governo. E lo stesso Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia, ha sottolineato come il Piano vada «rafforzato». Prima del voto in Aula si dovrà correggere il testo per raggiungere un’intesa quanto più ampia sul documento. L’obiettivo è arrivare puntuali all’appuntamento del 30 aprile con l’Europa. Deadline per la presentazione a Bruxelles di un Piano che non sia un pianerottolo.

Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 28/01/21