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Il Fondo di Garanzia come lo vorrei: la parola ai player assicurativi

Il Fondo di Garanzia come lo vorrei: la parola ai player assicurativi

22 Febbraio 2016

Le grandi società di assicurazione sono in attesa di un tavolo tecnico con le istituzioni per sbrogliare la delicata matassa del Fondo di Garanzia e dell’obbligo assicurativo nel travel. È la posizione di Erv, Europ Assistance e Allianz Global Assistance, che proprio in questi giorni stanno valutando quale sia il migliore approccio.

«La soluzione potrebbe essere un consorzio - non ne fa mistero Renato Avagliano, direttore commerciale di Allianz Global Assistance  - Siamo parte attiva nel processo che coinvolge associazioni di categoria, Mibact, mondo assicurativo e istituti finanziari. È necessario fare sistema, per trovare sinergie e soluzioni condivise», afferma. E aggiunge: «Stiamo valutando strade interne in attesa che i tavoli tecnici chiariscano i contorni della normativa. È anche importante valutare separatamente le necessità delle adv e dei t.o., entità con esigenze, impatti e obblighi distinti. Una soluzione praticabile è quella di riunirsi in un consorzio per la costituzione di un fondo, attraverso cui garantirsi le coperture necessarie. Il fondo potrebbe coinvolgere o meno, a seconda dagli schemi che si vorranno adottare, le compagnie di assicurazione».

Due percorsi assicurativi distinti è anche l’auspicio di Piero Dacquino, market manager di Europ Assistance: «Bisogna distinguere il tour operating, aziende più grandi, per cui è più facile quantificare il rischio di insolvibilità, dall’intermediazione, ovvero adv per cui è più difficile quantificare il rischio, che possono trovare un valido strumento attraverso associazioni di categoria e network». «Bisognerà porre il focus, oltre che sugli strumenti tecnici, ancora in larga parte da studiare e sviluppare - prosegue Dacquino – sulla capacità delle associazioni di raccogliere informazioni strutturate e attendibili per la quantificazione del rischio e sanzionare chi non opera correttamente impedendogli l’accesso al fondo. Solo così lo strumento sarà sostenibile e accessibile dalla grande maggioranza degli operatori corretti e sani. È anche auspicabile prorogare la data del 30 giugno e focalizzarsi su tre dimensioni: la mappatura degli strumenti tecnici a disposizione, e di quelli che potrebbero essere importati; le modalità di raccolta di informazioni, il più possibile giuste e complete; i meccanismi di selezione per premiare gli operatori corretti e inibire l’attività di quelli che non lo sono».

Per le assicurazioni nel travel non aiuta guardare all’estero, come osserva Emanuele Ruzzier, managing director di Erv Italia: «Dobbiamo basarci sulle specificità del mercato italiano. Il nostro gruppo può contare su un know how consolidato, perché sottoscriviamo già questi rischi in Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Ucraina e Russia, tuttavia non è possibile importare soluzioni assicurative sviluppate per altri mercati senza tenere in considerazione il modello economico e l’assetto normativo di riferimento. Ad oggi una proposta ad hoc per il mercato italiano non è ancora stata individuata e il nostro obiettivo è di capire se e con quale soluzione assicurativa entrare».

Nello specifico, aggiunge Ruzzier, «si tratta di una copertura assicurativa molto complessa: le difficoltà principali sono legate alla valutazione del rischio e alla tariffazione. Credo che la soluzione possa nascere solo dal confronto e dal dialogo con tutti gli attori del settore, in primis le associazioni». Tutto in stand by dunque, con la speranza, condivisa dall’intera filiera, che ci sia più tempo a disposizione per generare una formula efficace. Un formula tale da evitare lo stallo del comparto che sta già vivendo forti criticità per l’estrema vulnerabilità delle programmazioni. - di Andrea Lovelock - Fonte: L'AgenziadiViaggi.it