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Il 90% dei turisti in Italia è digital

Il 90% dei turisti in Italia è digital

19 Marzo 2018
Il digitale non è solo l’e-commerce, ma la leva sui processi aziendali per erogare i servizi e per gestire la relazione con un cliente selettivo e vorace. Capire questo passaggio significa girare la chiave di un mercato da 11,2 miliardi di euro (solo nel Belpaese)

Un continuo zapping, così il viaggiatore digitale si comporta prima di partire e durante il viaggio. ‘Saltella’ rapidamente – in tanti micro momenti di cui è fatta la soglia dell’attenzione delle generazioni post internet – fra almeno tre strumenti e quattro fonti per ricercare, prenotare, condividere. E non solo prima di partire, anche una volta arrivato nel luogo della vacanza. Nella fase d’ispirazionelo zapping è particolarmente accentuato, così come quando si arriva al booking pre-viaggio: il 70-80% afferma di esplorare su più device le ota, i siti di recensione e i motori di ricerca. Almeno il 24% acquista un servizio online tra quelli aggiuntivi mentre si trova a destinazione.

“Voraci e selettivi, ecco come sono i turisti digitali”, osserva Filippo Renga co-direttore dell’Osservatorio innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano. Di questo comportamento, che si traduce in un “digital journey” complesso, le aziende italiane devono tenere conto per intercettare i nuovi viaggiatori di un mercato da oltre 50 miliardi di euro, di cui più di 11 (il 20%) che transitano attraverso l’e-commerce. Inoltre, il 90% dei turisti in Italia (italiani e stranieri) sono “turisti in digitale”.

“Si consideri che il digitale non è solo l’e-commerce – continua il docente – e l’innovazione digitale è una leva formidabile per rendere più efficace qualsiasi processo aziendale e soprattutto ridurne i costi di gestione. Le innovazioni digitali toccano in modo rilevante la realizzazione e l’erogazione dei prodotti turistici, il procurement b2b, l’assistenza in tutte le fasi del viaggio, la possibilità di raggiungere e relazionarsi con il cliente a 360°. Oltre a questo, vediamo che ci sono diversi altri momenti del viaggio in digitale: il turista digitale fa tante altre cose (condivide, ricerca) e non solo sull’acquisto, che è una parte del percorso”. Di qui il consiglio alle imprese di ripensarsi in funzione di tutte le fasi ed essere più predisposte al digitale nei processi interni, che governano l’impresa, con una consapevolezza maggiore delle opportunità che offrono gli strumenti innovativi. Tenendo a mente che la catena distributiva si accorcia sempre di più”.

Mercato Italia

In Italia l’e-commerce del turismo vale 11,2 miliardi di euro, secondo i dati del Politecnico di Milano, che considera nelle sue analisi incoming, outgoing e “residenziale”: il 73% è rappresentato dai trasporti, il 12% dai pacchetti (+15%) e il 15% dalle strutture ricettive (60% hotel e 40% extra alberghiero). Per l’87% gli acquisti sono effettuati via Pc e tablet, mentre per il 13% via smartphone, che aumenta ogni anno del 47% ed è stato definito “il canale preferito” dell’economia digitale. Infine, per il 76% si tratta di vendite dirette e per il 24% indirette. Come detto l’e-commerce turistico rappresenta il 20% di tutto il mercato dei viaggi nel Belpaese (55 miliardi), uno zoccolo consolidato che aumenta ogni anno del 9%, tenendo conto che se da una parte i consumatori sono bene attrezzati e smart, dalla parte delle imprese c’è ancora molto da fare e quando si arriva alla fase clou del pagamento online il 65% degli acquirenti abbandona il carrello.

“Il sistema turistico italiano non sembra essere ancora pronto a misurarsi con lo scenario digitale e a puntare all’innovazione – osserva il presidente di Netrcomm, Roberto Liscia -. In parte è dovuto alla frammentazione delle aziende, di piccole dimensioni e a dimensione locale, che fanno fatica a investire in nuove tecnologie e a sviluppare le relazioni con i consumatori come questi richiedono oggi. Infine, il comparto travel italiano resta poco efficace nel ‘fare sistema’ e le enormi potenzialità di sviluppo di molte aree vanno sprecate a causa della difficoltà a trovare metodologie di promozione comuni”. p.ba. - Fonte: Guidaviaggi.it