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Gli operatori stranieri non credono in Expo

Gli operatori stranieri non credono in Expo

31 Ottobre 2014
L'impietosa fotografia arriva da "Turismo enogastronomico", la ricerca realizzata da Pangaea su un campione di 389 operatori appartenenti a cinque paesi (Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito) nel mese di settembre 2014. Risulta che il 41% degli intervistati dichiara categoricamente di non avere la benché minima intenzione di promuovere l'evento: se si considera un ulteriore 34% di indecisi, ipotizzando una propensione maggiore verso il no, si arriva a un totale pari al 75% contro un 25% che invece ha predisposto o sta per predisporre itinerari ad hoc.
Considerando gli addetti ai lavori italiani, il 58% è sicuro di promuovere l'Expo da qui ai prossimi mesi, ma preoccupa la scarsa ricettività dall'esterno dei confini nazionali. Emerge che in pochi sanno veramente cosa accadrà nell'ambito dell'esposizione universale, mentre qualcuno non ha nemmeno cognizione dell'esistenza dell'evento a Milano il prossimo anno.

Conoscere un paese attraverso i suoi piatti

Un peccato, considerando che il turismo enogastronomico rappresenta una frontiera in forte crescita a livello continentale. Secondo il 66% degli intervistati, l'enogastronomia è un fattore determinante nella scelta del viaggio: ad apprezzarla particolarmente sono gli spagnoli (82%) e i britannici (73%). Il 40% pensa che questo segmento sia cresciuto lievemente negli ultimi anni, il 38% si sbilancia a favore di un avanzamento più marcato. L'enogastronomia costituisce il 10% delle vendite sul fatturato complessivo per il 39% di intervistati, mentre il 16% arriva al 30% del proprio business. Da rilevare che il 41% degli operatori partecipanti al sondaggio vende itinerari enogastronomici, aggiungendo un 29% che sta valutando un possibile ingresso nel settore. - Fonte: Guida Viaggi sito web (di f.c.)