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E anche l'arte inverte la rotta: 500 assunzioni e 150 milioni

E anche l'arte inverte la rotta: 500 assunzioni e 150 milioni

16 Ottobre 2015

Il ministro per i Beni culturali Franceschini : «Da archeologi a bibliotecari, posti a tempo indeterminato. E il bilancio cresce dopo anni di tagli»

Chi deve provvedere alla nostra arte e ai nostri archivi in nome di noi cittadini, il personale del ministero per i Beni e le attività culturali e il turismo, ha in media 60 anni. In capo a tre o quattro anni molti tecnici prevedono il collasso. Casi limite: in Molise, per esempio, lo Stato ha un archeologo stabile, in Basilicata un paio. 

Ebbene, stavolta con la legge di stabilità la cultura infila una sequenza eccellente di risultati. Se 500 vi sembran pochi le notizie le fornisce in conferenza stampa pomeridiana il ministro Dario Francescini, La prima misura, "in deroga alle norme vigenti" per dirla in burocratese, è l'assunzione di 500 persone a tempo indeterminato tramite concorso nel 2016.

«Ho scelto di assumere professionisti, dagli archeologi ai bibliotecari, tutte quelle professionalità di cui si stiamo privando, avremo nuove energie», rivendica a ragione il titolare del Collegio romano. Qualcuno dirà che non bastano? Oggi il ministero ha circa 19mila dipendenti in tutto, la carenza investe soprattutto il personale tecnico-scientifico e sarà assai arduo storcere il naso (almeno in buona fede) di fronte all'immissione di 500 persone senza la data di scadenza sul contratto e che mira a colmare proprio quel voto.

E «dopo anni di tagli crescono le risorse con nuovi fondi per la tutela e i grandi progetti culturali»: 150 milioni nel 2016, 170 nel 2017, 165 dal 2018. Il bilancio del Mibact (l'acronimo) cresce dell'8% il prossimo anno e del 10% nel 2017. Anche qui, lo scarto è notevole: il bilancio ordinario di quest'anno contempla 33 milioni più una settantina per i progetti di tutela.

 Archivi e biblioteche: più 30 milioni «Non abbiamo aumentato il Fondo unico per lo spettacolo che mantiene le risorse dell'anno scorso dandone alla parte più maltrattata. Ci sono 30 milioni in più, risorse aggiuntive, per archivi, biblioteche e istituti del ministero», rivendica Franceschini. Con questo disegno di legge di stabilità arrivano inoltre 20 milioni in più ogni anno per i musei, per le spese di funzionamento e per i servi zi, più altri 28 milioni per Matera capitale europea della cultura nel 2019.

Nel dettaglio, per citare qualche caso: la Biblioteca Nazionale di Firenze si prevede che passi dai 687.515 euro del bilancio assestato 2015 a 3 milioni di euro nel 2016, l'Istituto superiore per la conservazione e il restauro (Iscr) passa da 817mila euro a 3 milioni, l''Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche deve salire da 1.5 a 2,5 milioni di euro, raddoppiano le risorse per enti, istituti, associazioni e fondazioni (più 15 milioni ogni anno) di cui, sottolinea il ministro, «un milione in più» alle Accademie della Crusca e dei Lincei. Art bonus fisso al 65% Un passaggio importante e benemerito: diventa stabile l'Art bonus al 65%, vale a dire la detrazione fiscale per chi vuole far si "mecenate dell'arte" (può esserlo ogni cittadino, non solo le aziende).

Scongiurata quindi la riduzione al 50% nel 2016 come prevedeva la legge del 2014 (la prima del genere da noi). Cresce di 25 milioni la Tax credit per il cinema e l'audiovisivo. E l'Enit, l'agenzia nazionale del turismo, beneficia di «10 milioni aggiuntivi annui per la promozione internazionale», indica il ministro. «I 500 tecnici? Straordinario» «Dopo decenni di assunzioni bloccate mi auguro si prosegua con un reclutamento progressivo annuale con piccoli numeri per consentire un turn over costante - commenta il presidente del Consiglio superiore Giuliano Volpe - L'arrivo di 500 tecnici è una notizia straordinaria e immetterà energie fresche in una macchina riformata, non più asfittica».

Per il presidente del Fai Andrea Carandini «da anni non si vedeva una tale svolta, riprendiamo a sperare». «È il più grande reclutamento per specialisti dalla nascita del ministero (nel 1975, ndr)», scrive Salvo Barrano, capo dell'Associazione naziona le archeologi e portavoce del Coordinamento Confassociazioni dei beni culturali. Naturale che sia contento. di Stefano Miliani - Fonte: L'Unità