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Così Alitalia restituisce 20 mila valigie

Così Alitalia restituisce 20 mila valigie

13 Agosto 2014
Sono i numeri del caos-bagagli estivo che si è consumato all'aeroporto internazionale di Fiumicino. A distanza di una settimana l'emergenza si è chiusa: domenica notte infatti, dagli hangar dello scalo romano, ha «preso il volo» l'ultima valigia smarrita. Sette giorni di fuoco, sette giorni in cui Alitalia ha vissuto due momenti emblematici e tra loro contrastanti. Il più bello nell'istantanea della firma con Etihad; il peggiore, poco più di una settimana fa, quando la protesta dei facchini di Fiumicino ha dato il via alla prolungata scia di disagi. Una mobilitazione, scattata contro i licenziamenti previsti dall'accordo con gli arabi, che in realtà non appare ancora conclusa del tutto. Gli operai di pista infatti continuano ad applicare alle lettera i regolamenti (ovvero molto lentamente); le defezioni tra le file dell'agitazione però aumentano. I ritmi si sono fatti più serrati, le operazioni di imbarco dei bagagli più regolari. I voli partono in orario, e insieme alle valigie, anche per effetto della task-force che è stata messa in campo per aiutare la compagnia tricolore da Aeroporti di Roma, società di gestione degli scali capitolini. Come annunciato da Alitalia, domenica scorsa l'ultimo bagaglio ha raggiunto il suo proprietario: destinazione Jerevan, capitale dell'Armenia.
Conti alla mano del vettore italiano, la montagna di colli che ha occupato gli hangar di Fiumicino per sette giorni si è fermata a quota 20 mila. Sempre secondo Alitalia sarebbero stati circa 300, tra operai e tecnici, ad aderire all'agitazione nei giorni scorsi. Le operazioni necessarie per riportare pacchi e valigie a casa non sono costate poco alla compagnia, senza contare il danno di immagine proprio nella settimana più decisiva per il destino del vettore. Oltre un milione di euro è stato speso per far ricongiungere passeggeri e oggetti personali: via cielo, attraverso il canale più rapido (le stive degli aerei in partenza) e via terra, soprattutto a bordo di tir. Negli ultimi giorni quindici autoarticolati sono partiti dallo scalo internazionale del Leonardo Da Vinci: tredici hanno viaggiato carichi di bagagli verso mete italiane, uno verso la Germania, un secondo in direzione della Svizzera. È destinata all'archiviazione, intanto, l'inchiesta della Procura della Repubblica di Roma, aperta per monitorare la situazione all'aeroporto di Fiumicino dopo l'allarme dato da Alitalia al Garante per gli scioperi, in merito alla possibile astensione di massa dei lavoratori per la giornata dell'8 agosto.
La compagnia, basandosi su voci circolanti allo scalo, nel pieno della protesta dei facchini, aveva infatti segnalato - proprio nel giorno della firma con Etihad - l'arrivo concomitante di una valanga di certificati medici degli operatori, che rischiava di compromettere le attività aeroportuali. Il giorno dopo l'allarme, invece, non si era verificata alcuna «rivolta». Nel fascicolo della Procura sul caos bagagli di Fiumicino, ormai avviato alla chiusura, non erano ipotizzati reati. Inizia invece ad aprirsi un altro capitolo dell'affaire valigie: quello dei risarcimenti. La Confconsumatori ha già ricevuto in pochi giorni una decina di richieste di assistenza da parte dei passeggeri orfani di bagagli e con la vacanza rovinata. L'associazione che difende i diritti dei consumatori ricorda sul proprio sito che per «la ritardata consegna del bagaglio è necessario inviare la richiesta di risarcimento a mezzo raccomandata alla compagnia, entro 21 giorni dalla data di effettiva riconsegna»: l'importante è conservare il Pir, Property irregularity report, ovvero il rapporto/ricevuta della valigia persa e restituita - di Valeria Costantini - Fonte: Corriere della Sera