A scuola dai maestri di shopping tourism
Se n’è parlato a Fitur in un convegno dove è stato presentato l’ultimo rapporto sullo shopping tourism dell’Unwto. Cinesi top spender e sempre più peso al bleisure, incrocio tra business travel e leisure. Che ai cinesi piaccia spendere, è cosa nota. Sono loro in cima alla classifica, i cui dati sono aggiornati al 2013. Con 129 miliardi di dollari i viaggiatori orientali hanno incrementato gli acquisti del 26%. Al secondo posto con 86 miliardi di dollari, a pari merito, statunitensi (+3%) e tedeschi (+2%). Dietro con 53 miliardi di dollari britannici (+25%) e russi (+4%).
A Madrid sono stati ricapitolati dati, trend e strategie che mostrano come il segmento stia modificando la promozione delle destinazioni. Per Jörn Gieschen, ricercatore all’Instituto de Empresa, «lo shopping tourism è strettamente connesso ai viaggi verso le città, che rappresentano il 58% del totale. Le esperienze di shopping locale sono addirittura più attrattive dei grandi brand globali».
Una delle tendenze condivise è il bleisure, mix tra le parole business e leisure: «Il 58% di chi viaggia per affari aggiunge un giorno, se non perfino un weekend, per lo shopping». Maria José Pérez di Madrid 7 stars, iniziativa che accomuna 300 brand, ha riferito che l’80% dei turisti cinesi che si recano a Madrid vede nello shopping una delle principali motivazioni di viaggio. Tra gli interventi più attesi quello di Michel Durrieu, direttore del Turismo al ministero degli Affari esteri francese.
Parlando di Parigi, ha sottolineato come lo shopping e la gastronomia siano il perno delle decisioni di viaggio, necessariamente da includere in qualunque strategia. Diversità, prezzo e qualità, orari di apertura, negozi preferiti dal pubblico, artigianato e qualità dei souvenir sono per il direttore aspetti-chiave per migliorare l’appeal della città.
Interessanti i case study su due luoghi-simbolo dello shopping mondiale, come New York e Londra. L’ufficio marketing e turismo della Grande Mela ha diviso in tre tipologie le persone che fanno acquisti in città: ci sono quelli che comprano souvenir; chi arriva con l’intenzione di compare un capo introvabile altrove; chi spende in attività siano esse di divertimento e/o culturali. Si calcola che, per ogni dollaro speso, almeno 25 centesimi arrivano dai turisti. Nel 2012 i viaggiatori hanno speso oltre 8 miliardi nei negozi della città generando oltre 750 milioni di Vat.
In generale sul territorio degli Stati Uniti è stato stimato che i turisti investano il 19% del budget in acquisti nei negozi. Nello specifico i viaggiatori provenienti da Singapore arrivano a spendere il 73% del budget, quelli dal Messico il 60%, Giappone 59%, Australia 47%, Germania 40% e Regno Unito 37%. Lo studio su Londra gira attorno al West End, area compatta con una massiccia concentrazione e varietà di esercizi commerciali di alta qualità in grado di registrare ogni anno 200 milioni di visite, 50% a opera di turisti, di cui metà da oltreoceano: presenze che ricadono sul territorio generando 7,6 miliardi di sterline in vendite al dettaglio.
l rapporto raccoglie anche le iniziative messe in atto in alcuni paesi per incrementare il segmento. In Francia, nel 2014, è stata lanciata la campagna “Shopping By Paris” con il 10% di sconto per i turisti in oltre 270 negozi. Promozione, ma profilata su un pubblico, anche per la Spagna, nel 2012 il secondo paese al mondo per spesa dei turisti. La penisola iberica ha puntato a consolidare la sua immagine di destinazione per lo shopping in America latina, Medioriente e Africa. La campagna “I need Spain” ha contribuito a far incassare 1,1 miliardi di dollari da turisti extra europei, di cui il 48% spesi a Barcellona e il 31% a Madrid.
Il caso Rimini, meta russocentrica
In Italia un esempio importante è portato dalla Riviera romagnola dove già agli inizi degli anni 90 lo scalo internazionale di Rimini si è attivato per diventare il primo hub per voli charter dalla Federazione Russa. Uno sforzo ben ripagato: nel 2011 e 2012 i russi sono diventati il gruppo internazionale di turisti più numeroso a visitare Rimini e provincia con il 24,7% di presenze e una percentuale del 22,2 sulle visite turistiche di una sola notte. Inoltre nel 2012 secondo le stime delle autorità aeroportuali di Rimini l’ammontare totale dei beni acquistati ed esportati da passeggeri individuali è stato di 5.997,339 euro.
Rifai: «Così i paesi guadagnano»
«Lo shopping è una fattore sempre più rilevante per i turisti, in molti casi il primo motivo di viaggio - ha sottolineato nel rapporto Taleb Rifai, segretario generale UNWTO - le destinazioni non possono non cogliere quindi le opportunità dello shopping tourism studiando esperienze di shopping uniche che siano in grado di aggiungere valore, rinforzare l’offerta turistica e ridefinire logo e brand di una località e il suo posizionamento. Questo senza dimenticare che lo shopping resta una delle maggiori voci fra le spese dei viaggiatori nonché una significativa fonte di guadagni per stesse le economie nazionali». - Fonte: L'AgenziaDiViaggi.it