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LA GAZZETTA DELLO SPORT - Le fughe dal lockdown quarantena e tamponi per chi viaggia all'estero così scatta la stretta sulle vacanze di pasqua

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Le fughe dal lockdown quarantena e tamponi per chi viaggia all'estero così scatta la stretta sulle vacanze di pasqua

31 Marzo 2021

Le regole in vigore fino al 6 aprile, per arrivi e rientri dall'Europa Un'ordinanza voluta per scoraggiare l'impennata di voli prenotati Le proteste: «Toppa peggio del buco: si danneggia l'intero settore»
Francesco Rizzo

La fiction "Makari", conclusa lunedì sera su Rai 1, ha radunato più spettatori dell'"Isola dei famosi".
E c'è un'isola reale che vorrebbe trarne beneficio: la Sicilia, che, da gennaio ad agosto 2020, ha perso 2,2 milioni di arrivi turistici. E quel Trapanese che - spiegano gli albergatori locali- ha ospitato i set, vede aumentare le ricerche di informazioni sul web ma non le prenotazioni, ad esempio, per Pasqua. Causa Covid, ovviamente. Non è infatti consentito muoversi tra le Regioni italiane fino al 30 aprile, se non per lavoro, salute e necessità. Eppure, tra le polemiche, resta la possibilità di andare all'estero: a Malpensa, per esempio, solo sabato partiranno voli per Fuerteventura, Sharm-el-Sheik e Tenerife e ieri il check-in per le Canarie era sold-out. Si contano almeno 2.500 passeggeri in decollo per la Spagna da domani. I numeri reali del fenomeno si capiranno nelle prossime ore ma il governo si è già mosso: un'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza dispone, da oggi al 6 aprile, «per arrivi e rientri da Paesi Ue, tampone in partenza, quarantena di cinque giorni e ulteriore tampone alla fine dei cinque giorni». La quarantena è già prevista per tutti i Paesi extra Ue. In sostanza, dovrà sottoporsi alle nuove regole chiunque entri in Italia da un Paese straniero e chiunque sia uscito dall'Italia e debba rientrarci. Una stretta decisa dopo un'impennata di prenotazioni di voli per l'estero e che il premier Mario Draghi ha condiviso, come «forte deterrente» contro gli spostamenti. I controlli sui cinque giorni? Ci si affida al buon senso. Risultato: nessuno è contento. Soprattutto perché la decisione, ancora una volta, viene presa in corsa.

«La toppa è peggio del buco», sintetizza il presidente nazionale degli albergatori, Bernabò Bocca. Le osservazioni sono precise. Primo, l'ordinanza crea una «guerra fra poveri» perché penalizza un altro ramo della filiera, gli operatori turistici: «E abbiamo numeri minuscoli rispetto alle gravissime perdite dell'ultimo anno», osserva Pier Ezhaya di Astoi Confindustria. Secondo, «se è permesso salire su un aereo col tampone, sia permesso anche in hotel», prosegue Bocca, la cui Federalberghi ha siglato una convenzione commerciale che prevede di sottoporre a test rapidi tutti gli ospiti delle strutture ricettive, direttamente nelle strutture. Terzo, «il turismo è un sistema biunivoco - sottolinea Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato - fatto anche di aperture dall'estero, da dove veniva il 51% delle presenze alberghiere nel 2019. Se tu apri da una parte, fai anche arrivare». Infine, Assoturismo Confesercenti chiede di imitare la Grecia, che vaccina chi abita in isole di richiamo per il turismo. «Inoltre - conclude Gianni Rebecchi di Assoviaggi Confesercenti - i Paesi che sono raggiungibili e accettano turisti hanno già disposto controlli e protocolli anche più stretti di quelli vigenti». Il futuro, del resto, fa paura: per le associazioni di categoria, 500 mila lavoratori rischiano di restare a casa. E, peraltro, non è facile parlare di turismo in un Paese in cui, osserva Bankitalia, poco meno di un terzo delle famiglie pensa di ridurre i consumi per alimentari, abbigliamento, servizi.

Restano da capire i motivi di questa strategia.

Il governo spiega che gli italiani che si spostano oltre i confini per Pasqua sono di solito meno rispetto a quelli che scelgono mete interne: nel 2019, senza Covid, solo il 13% è espatriato, almeno stando ai dati di Federalberghi. Non sono quindi immaginabili assembramenti negli aeroporti, luoghi peraltro più facilmente controllabili rispetto a un'autostrada. Inoltre sono già previste norme di sicurezza a seconda dei Paesi interessati, vedi il tampone obbligatorio entro 48 ore, se non l'isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per 14 giorni. Inoltre, è vero che sono una trentina i Paesi verso cui si può viaggiare, tra cui Austria, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Svezia, Malta e Irlanda. Ma le mete non sono uguali fra loro e le regole che si incontrano arrivando possono comunque scoraggiare i turisti.

Perché ogni Paese presenta una situazione specifica, di contagi e restrizioni.
Si parla molto, ad esempio, della Spagna, dove ci sono aree con una incidenza settimanale dei casi inferiore a zone turistiche del nostro Paese. Ma è la stessa Spagna dove, la settimana scorsa, è nata una polemica per l'afflusso di molti giovani dalla Francia, attirati dal fatto che Madrid avesse deciso di tenere aperti bar e ristoranti. Gli stessi spagnoli non possono muoversi tra le diverse Regioni. La Francia è a sua volta raggiungibile dagli italiani ma vive il rischio saturazione dei posti letto nei reparti di rianimazione. E non è vietato nemmeno andare in Germania, dove però gli hotel prevedono restrizioni per i turisti. Così i tedeschi volano a Maiorca (per Pasqua ne sono attesi 40 mila), dove peraltro vige il coprifuoco alle 22, oppure in Grecia, Paese che ha fissato la riapertura del turismo il 14 maggio - sarà consentito l'ingresso ai viaggiatori vaccinati, a chi è già guarito e a chi presenta un test recente - ma è in bilico fra un breve prolungamento del lockdown e la riapertura delle scuole con test obbligatori settimanali. La Grecia, come la Spagna, specifica che gli stranieri sono soggetti alle stesse regole dei locali. E se qualcuno può permettersi di andare in Islanda, deve essere vaccinato o guarito. Oppure lo attendono un doppio tampone e la quarantena.
C'è infine il tema delle seconde case.
Dal 3 al 5 aprile compreso, la regola nazionale è che nelle seconde case si possa andare solo il nucleo familiare, dimostrando di averne titolo prima del 14 gennaio 2021 e purché la casa non sia abitata da altri. Ma singoli enti locali cercano strategie alternative. A Portofino, in Liguria, il sindaco Matteo Viacava, annuncia: «Stiamo lavorando ad un progetto per dare la possibilità di fare test rapidi a turisti e cittadinanza, a partire da maggio in poi». Portofino è località di richiamo proprio in quella Liguria dove la Regione ha deciso di vietare di raggiungere, da oggi, le seconde case. E dove, però, spicca anche la storia di Bormida, 358 abitanti nel Savonese. Da un anno è praticamente Covid-free. Il segreto? «Io so dove sono le seconde case e, lo scorso anno, ho fatto lo sceriffo: se individuavo persone che non avrebbero dovuto trovarsi in paese, le mandavo via», racconta il sindaco Daniele Galliano, Un'isola felice, almeno una, in Italia, c'è. Vuoi vedere che ci fanno una fiction?

Fonte = LA GAZZETTA DELLO SPORT 31/03/21