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L'AGENZIA DI VIAGGI - La super federazione sognata da Ezhaya

L'AGENZIA DI VIAGGI - La super federazione sognata da Ezhaya

16 Giugno 2021
L'idea di una super federazione per il turismo organizzato, con una presidenza a rotazione sul modello Ue. La spinta a dotarsi di un lobbista a tempo pieno. L'intenzione di strutturare Astoi come osservatorio. Quasi un anno da presidente dell'associazione per Pier Ezhaya, che non cede alla tentazione di compiacersi del ruolo di timoniere dei tour operator in pandemia. Lo sguardo è rivolto al futuro. A un'estate che immagina «parziale»; all'autunno per la ripresa del lungo ragio («speranza con la s minuscola», dice). E soprattutto al 2024, spartiacque per il ritorno alla normalità. Con Fto, Fiavet, Assoviaggi, Aidit siete un gruppo coeso. Potrà esserci una sigla unica per il turismo organizzato? «Tutte le associazioni sono impilate in confederazioni diverse. Questo non cambierà, ma si potrà ambire a una super federazione con presidenza a rotazione stile Ue. La distribuzione è polverizzata. È il momento di fare un passo indietro, anche a costo di rinunciare a un pezzo di visibilità personale». Che evoluzioni immagina per Astoi da qui a tre anni? «Deve diventare anche un osservatorio di settore. La visuale di Astoi può offrire interessanti spunti su mercato e domanda. In più deve avere un ruolo più attivo sulle normative che regolano il settore e che discendono per lo più dall'Ue». Il gap in fatto di lobby è stato colmato? «Sono stati raggiunti una visibilità e un rispetto mai avuti prima. Sono scesi in campo imprenditori e manager rappresentativi, ma in ''tempi di pace" il presidio politico deve essere fatto a tempo pieno da professionisti. Le associazioni devono affidarsi a profili di pubblic affair». Quali sono le priorità per la ripartenza del settore? «Bisogna riaprire. In sicurezza, ma riaprire. Il turismo nazionale non si può favorire con leggi ad hoc, anche perché il nostro Paese raccoglie il 51% delle presenze alberghiere dall'estero. Le "frontiere chiuse" sono un autogoal incredibile proprio per il turismo nazionale. Quello che più dispiace è che si dica no a prescindere, in modo ideologico. Una domanda mi viene spontanea: noi che abbiamo chiuso abbiamo avuto un livello di contagi o di decessi miPenso per il travel a un organismo unico in stile Ue con la presidenza a rotazione nore di altri Paesi che non lo hanno fatto?». Come vede questa estate? «La immagino parziale. L'Italia ha monopolizzato la domanda e credo farà una stagione anche migliore del 2020. Restano un po' di Grecia, Spagna e Nord Europa». L'Unwto stima una ripresa vera del turismo nel 2024... «Esatto. Speriamo solo di non dover vedere ancora scivolare in avanti questo timing già molto severo». Quando e come avverrà il ritorno del lungo raggio? «È una decisione politica, non scientifica. Ci sono alcuni luoghi del mondo in grande difficoltà per il Covid, penso all'India o a parti del Sudamerica, ma ci sono altri Paesi che invece hanno quasi completato il processo di vaccinazione e non c'è ragione per cui debbano restare chiusi. Io immagino, con un po' di speranza (con la s minuscola) che in autunno potremo avere alcuni Paesi importanti aperti per turismo. Ma sarebbe importante già oggi avere almeno una data che trasmetta sicurezza e fiducia». Che caratteristiche avrà il tour operating post Covid? «Alla fine si tornerà a programmare le mete allo stesso modo. Dobbiamo concepire questo periodo come una terribile bolla, che una volta superata ci consegnerà la normalità che avevamo prima».

Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 16/06/21