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Rassegna stampa Astoi
L'AGENZIA DI VIAGGI - Astoi e la grande sfida «È cambiato tutto»

L'AGENZIA DI VIAGGI - Astoi e la grande sfida «È cambiato tutto»

07 Luglio 2022
La corsa verso il futuro, le virtù e i vizi dei t.o., i dubbi sul secondo mandato: parla Pier Ezhaya

Tour operator al bivio: quello tra un passato pre Covid da "dimenticare" e un futuro da scrivere. L'analisi di Pier Ezhaya, presidente di 
Astoi Confindustria.

La bilancia delle partenze da che lato penderà in estate: ancora Italia o outgoing?
«L'Italia gioca ancora un ruolo molto importante ma ora condivide lo scaffale con altre importanti destinazioni, a cominciare dall'Egitto che sul medio raggio resta la meta più competitiva. Più reattive del 2021 Grecia e Spagna, mentre sono tornate alla ribalta alcune icone del lungo raggio: gli Stati Uniti, molto tonici, ma anche l'East Africa e il Sud-Est asiatico, dove regina indiscussa dell'estate è l'Indonesia».

Il caro vacanze è un grosso freno. Di quanto è aumentato il prezzo medio?
«L'aumento delle materie prime ha avuto un impatto a 360° e non parlo solo di jet fuel e dollaro, i più ovvi da rilevare, ma anche dei costi di approvvigionamento degli hotel, dall'energia al food & beverage, fino al personale. L'aumento sui pacchetti dipende molto dal volo, ma può arrivare anche al 15-20%».

L'industria dovrà fare un passo indietro sui prezzi per riprendersi la classe media?
«Purtroppo, non c'è un modo per calmierare i prezzi, se non tempoFare di nuovo il presidente? Non lo so, ma aspetto di sentire l'opinione dei soci raneamente. Quello che mi aspetto è che la stessa "classe media" aggiusti il tiro intervenendo sugli elementi della vacanza - diverso livello alberghiero, riduzione della durata del soggiorno, ore di volo, servizi extra in meno - per riconfermare lo stesso budget».

Vizi e virtù dei tour operator in questa fase?
«Qualcuno ha studiato e si è ammodernato approfittando del fermo macchina; qualcun altro è andato in coperta, aspettando che passasse la tempesta. Il problema è che è tutto cambiato - compresi i consumatori - e pensare di ripartire da dove si è lasciato nel 2019 è un errore madornale. Chi ha fatto più ricerca e analisi ne beneficerà. Se non subito, tra qualche tempo».

La carenza di personale riguarda anche i t.o.?
«Riguarda tutti i settori. È più un fenomeno sociale e culturale che professionale: è cambiata la visione che i giovani hanno del lavoro. Il nostro è anche un Paese con evidenti difetti demografici. Per l'Istat nel 2050 gli italiani saranno 54 milioni e circa 47 nel 2070 con un innalzamento dell'età media. Tutto questo ha ricadute sul lavoro. Nel tour operating si fa molta fatica a trovare personale stagionale, così come altri profili. Il governo dovrebbe studiare modelli integrati per il settore». Alcuni t.o. sono passati di mano, vittime di una selezione accelerata dalla pandemia. Quali sono le regole d'oro per restare sul mercato? «Qualcuno ha alzato bandiera bianca - ed è comprensibile - ma non ho visto grosse trasformazioni. Le regole d'oro sono il controllo dei costi perché il nostro è un settore poco capitalizzato e a bassi margini; poi lo sviluppo tecnologico e lo studio dei comportamenti d'acquisto attuali e futuri».

Astoi continuerà a fare squadra con la distribuzione o il pool di sigle del turismo organizzato è sciolto?
«Da tempo 
Astoi ha cercato di fluidificare l'unione tra le associazioni delle agenzie di viaggi: presentarsi in 5, in 6 o in 7 davanti alle istituzioni è ridicolo. Ho auspicato un passo indietro per il bene comune ma ciò - purtroppo - non è avvenuto, anzi in taluni casi è emerso un protagonismo davvero difficile da capire. Abbiamo faticosamente cercato almeno di armonizzare le richieste e le azioni e fino a un certo punto ci siamo anche riusciti. Ora, un'associazione si è sfilata e siamo "rimasti in 5"; già dirlo mi mette a disagio. Detto questo non ci sono altre strade che lavorare assieme. L'unione è direttamente proporzionale ai risultati.

È disponibile a un nuovo mandato da presidente 
Astoi?
«È stata un'esperienza che mi ha molto impegnato. Molto stancante, anche emotivamente. L'ho fatta dimenticando l'azienda che mi paga lo stipendio. Oggi che l'attività è ripresa non so se potrò sottrarre ancora così tanto tempo ad Alpitour. Certo, contribuirà alla mia decisione anche l'opinione dei soci. In vista dell'assemblea del 6 ottobre, s i s t a n n o g i à svolgendo le consultazioni. Tra un po' scioglierò la riserva».

Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 07/07/22