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IL MILANESE - ASTOI Confindustria Viaggi richiede rimozione divieto verso le destinazioni extra Schengen

IL MILANESE - ASTOI Confindustria Viaggi richiede rimozione divieto verso le destinazioni extra Schengen

14 Settembre 2021

ASTOI Confindustria Viaggi ha richiesto la rimozione del divieto verso le destinazioni extra Schengen, come avviene già in altri Paesi. La nota stampa.

ASTOI Confindustria Viaggi ha richiesto di eliminare il divieto di spostamento verso le mete extra Schengen, favorendo così il turismo extra UE, come già avviene in altri Paesi. Non si tratta di una richiesta inedita, bensì reiterata da alcuni mesi. “In Italia gli spostamenti per turismo verso i Paesi della Lista E sono consentiti esclusivamente per giustificati motivi oggettivi e sono vietati per motivi di turismo”, si legge in un comunicato. Questo però “non accade negli altri <Paesi europei che non pongono simili divieti, salvo raccomandare indicazioni di viaggio assimilabili a quelle pubblicate dal nostro ministero degli Affari Esteri.

Insomma, mentre la quasi totalità dei Paesi europei permettono ai cittadini di viaggiare verso mete extra UE/Schengen anche per motivi di turismo, in Italia questo attualmente non è permesso. “Le modalità adottate dagli altri Paesi europei sono in linea con la necessità di assicurare gli spostamenti in sicurezza”: il Green Pass UE, conseguibile solo dopo aver effettuato il vaccino o aver avuto il Covid ed esserne guarito oppure avere fatto un tampone con esito negativo, dovrebbe rappresentare una garanzia affidabile. ASTOI informa che il fatturato generato sulle vendite su Italia e mete UE pesa “solo per un 15% sul fatturato totale del comparto del turismo organizzato”.

 

Questo significa che da quando è iniziata la pandemia il turismo organizzato ha perso l’85% del fatturato. Citando un esempio delle Maldive, solo 2.000 italiani vi si sono recati questa estate per motivi di turismo, contro i 9.916 arrivi dalla Germania e i 8.338 dalla Spagna. “Lasciare inalterato l’attuale quadro normativo da un lato comporta un danno economico insostenibile a carico delle aziende italiane e dall’altro significa avvantaggiare i competitor europei e internazionali che possono operare sul mercato italiano”. L’auspicio finale è che il governo si allinei a quanto fatto dagli altri principali Paesi europei, per scongiurare la fine definitiva di un intero comparto.

Fonte = IL MILANESE 14/09/21