Astoi Confindustria viaggi
La qualità alla guida del turismo
Rassegna stampa Astoi
Il Giornale del turismo sito web - Astoi per una nuova normativa

Il Giornale del turismo sito web - Astoi per una nuova normativa

19 Giugno 2015

La necessità di una normativa più chiara e l’inizio di un percorso condiviso con importanti parti dello Stato per un settore più trasparente e funzionale. Questa la mission di Astoi Confindustria Viaggi espressa nella conferenza dedicata al tema “Globalizzazione del rischio e turismo consapevole: l’informazione fa la differenza. Attori individuabili e regole certe: la tutela di operatori e consumatori passa da qui”. 

Seduti al tavolo, il presidente dell’Associazione confindustriale, Luca Battifora, il capo dell’Unità di Crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, il direttore generale Tutela del Consumatore dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Calabrò, il dirigente DG Turismo del Mibact, Francesco Tapinassi e la segretaria nazionale Adiconsum, Ofelia Oliva. Battifora ha insistito sull’informazione che fa la differenza e sull’esigenza di regole certe per operare, al contrario di quanto troppo spesso avviene a causa di normative ambigue e ben esemplificate dall’articolo 19 bis sull’antiterrorismo, in cui si parla di responsabilità del viaggiatore ma si inserisce anche la figura dell’organizzatore del viaggio e dall’articolo 42 del Codice del Turismo sulle conseguenze da annullamento del viaggio per l’operatore. Last but non least, il Fondo di Garanzia, argomento eterno e cavallo di battaglia dell’Associazione che ne denuncia da anni l’incapienza. E così, al di là delle dichiarazioni di facciata che pure ci sono state, la parte conclusiva della conferenza, quella in cui chi non si accontenta delle solite frasi si avvicina ai relatori, apre il solito iato, che sarebbe ora di colmare, tra pubblico e privato.

Le divergenze
Il Fondo, infatti, è oggetto di una procedura d’infrazione a livello comunitario. Così concepito, insomma, non va. Lo sanno bene gli operatori, che vi contribuiscono senza beneficio alcuno. In caso a fallire sia un vettore o vi sia una causa di forza maggiore non imputabile a chi ha venduto il viaggio e che impone il rimpatrio, infatti, i costi sono tutti a carico dei tour operator, come ha ricordato il vicepresidente di Astoi e direttore tour operating di Francorosso, Pier Ezhaya: “I 22 milioni sborsati nell’estate 2013 per rimpatriare gli italiani sono soldi delle nostre imprese e nulla, da allora, è cambiato. A pagare, anche in caso di sconsiglio, siamo sempre noi”. Poco prima e a poca distanza dai vertci di Astoi, Tapinassi aveva smentito che il Fondo non sia sufficiente, adducendo le sue lacune ai tempi, “un ritardo legato al trasferimento dei fondi dalla Presidenza del Consiglio, dipartimento e Mibact”. Ergo, “la proposta di riforma che ci chiede l’Europa è di delegare la gestione agli organizzatori del Fondo. Lo Stato garantisce sul suo funzionamento”. Conclusione del ragionamento è che “si tratta di riportare il fondo privato di garanzia alla sua natura privata, per cui non può stare nel bilancio statale e non può essere a gestione statale”. 

Quello stesso Fondo giudicato incapiente dagli operatori che non possono più far fronte ad un salasso simile a quello del 2013, come ribadito dal presidente Battifora: “Veniamo da cinque anni di grave crisi, le risorse non sono infinite”. Il Fondo, dunque, continua a non esserci e l’estate è alle porte. Un’estate calda su più fronti. “In caso di default della Grecia il problema sarà più nostro nella relazione con i fornitori, ma il cliente non avrà nulla da temere perché tutelato da noi, al contrario di chi si affida al fai-da-te”, ha aggiunto Battifora che si è soffermato anche sull’Egitto, denunciando il consolidamento della perdita di primato sul Mar Rosso d’invenzione italiana. “A Sharm eravamo i primi, oggi ci hanno scavalcato i tedeschi, gli spagnoli e, anche se con numeri inferiori al boom registrato in passato, i russi. A Marsa Alam va meglio”.

Le aperture
Interessante anche l’intervento di Taffuri, che ha spiegato come le “responsabilità devono essere redistribuite e non possono essere messe in capo ad un solo soggetto. L’Isis ha territorializzato ed esportato mediaticamente il rischio”. Alla luce di ciò si è più cauti nell’emettere il famigerato ed odioso sconsiglio, parola che già di per sé suona orribile alle orecchie di chi abbia un residuo d’amore nei confronti dell’italiano. “Vi sono una serie di situazioni intermedie in cui non è necessario sconsigliare – ha commentato Taffuri – Basti pensare a Parigi o a Tunisi dopo gli attacchi subiti. C’è una capacità d’intervento molto ampia del rischio, che è costante e sottostante. Noi non siamo aruspici e non svolgiamo un servizio rivolto esclusivamente ai turisti, ma lavoriamo anche per le imprese, le Ong, i militari, in un costante rapporto di scambio con i nostri partner europei”. Concilianti le posizioni di Adiconsum ed Antitrust. Oliva ha dichiarato “logica vecchia il braccio di ferro tra consumatori ed imprese. Si lavora di pari passo, ma vogliamo aziende corrette. Per questo siamo d’accordo alla costruzione di un rapporto di regole insieme”. “Tutelare il consumatore medio è l’obiettivo specifico dell’Antitrust, ma non per questo,  con le imprese, dobbiamo necessariamente considerarci soggetti contrapposti – ha detto Calabrò – Sono anzi fiducioso che questa sia una buona occasione per iniziare ad affrontare insieme, adeguatamente, questo tipo di tematiche ex ante”.