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GIORNALE DI BRESCIA - Operatori turistici ancora scontenti: «Guerra tra poveri»

GIORNALE DI BRESCIA - Operatori turistici ancora scontenti: «Guerra tra poveri»

31 Marzo 2021

Dopo le proteste per la possibilità di viaggiare, bocciata anche l'ordinanza ROMA. Niente vacanze di Pasqua in Italia, ma anche quei pochi che sono riusciti a scappare all'estero (nello specifico al caldo delle Canarie oppure in una delle altre destinazioni Schengen) troveranno una «sorpresa» al rientro. I viaggiatori che arrivano o rientrano fino al 6 aprile da Paesi dell'Ue dovranno rispettare una quarantena di 5 giorni e alla fine sottoporsi a un ulteriore tampone. Altra benzina sul fuoco sulla rovente polemica che era stata innescata qualche giorno fa da Federalberghi «Quarantena al rientro dall'Ue? Così abbiamo perso tutti - commenta il presidente Astoi Confindustria Viaggi Pier Ezhaya - e francamente non vediamo il nesso di questa misura sanitaria e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni paesi esteri per Pasqua. Perché quest'ordinanza non è stata fatta prima? Sembra voler dire: rendiamo più difficile andare all'estero... Anche noi tour operator siamo aziende italiane! E stiamo parlando di due soli charter (da 180 passeggeri), un numero minuscolo rispetto alle gravissime perdite dell'ultimo anno». Ci tiene subito a chiarire la posizione degli albergatori il presidente Bernabò Bocca: «La toppa della quarantena - dice - è peggio del buco. Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all'estero né tantomeno a tour operator e agenzie di viaggi italiani di cui abbiamo la massima considerazione. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all'estero, deve valere anche in Italia. Parla di una «guerra tra poveri» Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio: «Non serve fare la lotta tra hotel, agenzie di viaggio e tour operator. Siamo tutti nella stessa barca, che sta affondando. Siamo un unico comparto che deve urlare al governo l'emergenza pazzesca in cui siamo. È passato più di un anno e passeranno ancora mesi prima che si riveda la luce. E non sono quei quattro soldi di ristori che ci possono salvare. Abbiamo bisogno - chiarisce di aperture dall'estero (perché il 51% delle presenze alberghiere nel 2019 veniva da fuori).

Fonte = GIORNALE DI BRESCIA 31/03/21