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ANSAmed - Turismo: l'Egitto agli italiani, Paese è sicuro e ci mancate

ANSAmed - Turismo: l'Egitto agli italiani, Paese è sicuro e ci mancate

13 Giugno 2014

Operatori Italia a United for Egypt, da rilancio benefici comuni

L'Egitto è un Paese sicuro. Lo sconsiglio della Farnesina riguarda solo le località del Mar Rosso sul Sinai e non quelle di Marsa Alam e Hourghada, e al turismo rimangono aperte anche molte altre destinazioni non solo sulla costa del Mediterraneo, come Marsa Matrouh, ma anche quelle archeologiche di Luxor e Aswan nel Sud. E' il messaggio giunto dalla convention United for Egypt appena conclusasi a Marsa Alam: una missione congiunta italo-egiziana volta non solo a rilanciare l'Egitto come meta turistica dopo tre anni di instabilità politica, ma anche a sostenere il comparto italiano che ancora crede nel Paese delle piramidi e del mare tropicale. L'evento, che ha raccolto centinaia di operatori, è stato organizzato da Astoi Confindustria Viaggi, Ainet (Associazione Italiana Network turistici), ministero ed Ente del Turismo Egiziano, Alpitour World, Eden Viaggi, Going, Settemari, Swan Tour, Turisanda e Veratour, in collaborazione con le compagnie aeree Blue Panorama, Neos, Meridiana ed Egyptair.

Il turismo in Egitto, il cui fatturato supera i 10 miliardi di dollari, assorbe il 12% della forza lavoro contribuendo al 22% delle entrate in valuta estera. Ma anche il turismo italiano ha molto da vincere o da perdere dalle sorti di quello del Paese nordafricano: se tra il 2002 e il 2010 i flussi italiani in Egitto sono cresciuti fino a superare il milione di arrivi nel 2010, gli ultimi tre anni dalle prime rivolte arabe hanno visto un dimezzamento degli arrivi, scesi a 500.000 nel 2013. Un calo che ha avuto effetti negativi anche per tour operator e agenzie di viaggio italiane, per il quale la destinazione dava nel 2010 circa il 20% del fatturato totale, sceso all'8% nel 2013. Per il mercato delle agenzie, è stato inoltre rilevato, l'Egitto rappresenta oltre il 20% del totale dei pacchetti turistici venduti e, secondo Ainet, il 20% dei clienti che decidono di non andare in Egitto, in particolare Mar Rosso e costa mediterranea, rinunciano del tutto alla vacanza. Sono numeri dai quali è partito anche il ministro egiziano Hisham Zaazou, per ricordare che gli italiani (al quarto posto dopo russi, britannici e tedeschi) sono benvenuti in Egitto, ma anche riconosciuti come apripista nello sviluppo di varie località turistiche, nonché vicini di casa di cui spesso il personale locale conosce la lingua e la cultura. Ma Zaazou ha anche difeso l'impegno del governo nel garantire misure di sicurezza extra nella zona di Sharm, chiedendo con forza la rimozione del 'warning' delle diplomazie europee.

L'ambasciatore Maurizio Massari, da parte sua, ha manifestato la fiducia dell'Italia nella capacità del Paese di proseguire la nuova transizione democratica avviata nel 2013, la possibilità di ritrovare stabilità con l'elezione del neo-presidente Sisi e la prospettiva di una ripresa economica. Ribadendo la convinta disponibilità dell'Italia alla cooperazione, l'ambasciatore ha anche chiesto alle autorità egiziane di creare "un clima favorevole per gli investitori stranieri in questo settore". E ha auspicato, a margine dell'incontro e con riferimento alla opposizione islamista in particolare, una politica di dialogo con tutte le componenti della società egiziana non coinvolte in atti di violenza e terrorismo, anche alla luce dei diritti consacrati dalla nuova Costituzione. Da parte sua, l'Egitto guarda lontano puntando ad un aumento delle entrate turistiche fino a 25 miliardi di dollari nel 2022, a nuovi mercati nel Golfo, nel sud-est asiatico e in America Latina, ad un potenziamento delle infrastrutture di trasporto e della ricettività alberghiera e ad uno sviluppo turistico amico dell'ambiente. "Italiani - ha concluso il ministro, citando lo slogan di un'altra campagna promozionale - 'we miss you too' (ci mancate anche voi)".