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Rassegna stampa Astoi
Vita - La rivoluzione non fa vacanza

Vita - La rivoluzione non fa vacanza

17 Aprile 2011

Turismo in crisi in Egitto e Tunisia. Eppure le offerte low cost non mancano...

Djerba, Sharm, ma anche Lampedusa: gli 1,6 milioni di turisti che ogni anno scelgono queste mete sono titubanti. Tour operator ed enti del turismo mettono in campo misure eccezionali

Non sapete cosa fare il weekend del primo maggio? A scelta: potete organizzare una pizzata tra amici. Oppure farvi un weekend in spiaggia a Djerba, volo, hotel, trattamento benessere e buffet tutto incluso. Costa uguale. Non sono i saldi di fine stagione (anzi), ma il frutto delle rivoluzioni nordafricane, che hanno costretto alla formula del low-low cost le classiche mete-pacchetto di Egitto, Tunisia e Marocco. «Il turismo in Tunisia? Direi che per ora è forte soprattutto nell'outgoing, molto meno nell'incoming». Un po' cinica ma veritiera, la battuta di un agente di viaggi milanese dipinge a pennello la situazione del mercato turistico nel Paese nordafricano che si sta riorganizzando dopo la "rivoluzione dei gelsomini". Per capire se davvero il mercato del turismo è pronto a ripartire, non solo per la Tunisia ma anche per l'Egitto, un test importante è quello delle vacanze di Pasqua. Ma chi va a zonzo per agenzie in cerca di conferme, non trova segnali incoraggianti: «Dopo lo "sconsiglio" della Farnesina, da febbraio c'è stata una raca di cancellazioni», dice subito Claudio Beria Giglioli dell'agenzia Nasibù. «Oggi la situazione è completamente diversa e io personalmente consiglio ai miei clienti il Nordafrica, ma purtroppo non c'è molta gente disposta a partire». Conferma Ilenia Aloe, di Bluvacanze: «Ci chiedono Maiorca, Ibiza, Formentera, oltre a tutte le isole della Grecia, escludendo a priori Egitto e Tunisia. Qualche nostalgico rischia, ma è veramente un numero esiguo rispetto agli anni passati». Le prenotazioni che non arrivano sono sucientemente indicative del mood degli italiani verso questa zona del mondo, eppure ci sarebbero mille buoni motivi per tornare in vacanza sulle rive del Mar Rosso e in Tunisia. Anche perché tutta la filiera del settore si è mobilitata per far tornare i turisti nell'area: Astoi, Ainet e Assoviaggi, insieme agli enti del turismo, hanno pensato a un'operazione congiunta per riconquistare il mercato italiano.

«Queste destinazioni valgono 1,6 milioni di turisti annui; ogni anno vanno in Egitto un milione e 200mila turisti italiani, 450mila in Tunisia», sottolinea Roberto Corbella, presidente di Astoi. «Il turismo per questi Paesi rappresenta uno dei principali strumenti di sviluppo economico. Incrementando i ussi turistici, contribuiamo anche alla loro stabilità e prosperità economica». Se i tunisini sono orgogliosi della loro "rivoluzione dei gelsomini" e vogliono condividere il nuovo corso con tutti coloro che li andranno a trovare, anche in Egitto si respira un'aria di grande entusiasmo per il processo di democratizzazione. «Tutto ciò si traduce nel desiderio di contribuire in maniera concreta a rilanciare queste destinazioni», conclude il presidente Astoi. «Sono convinto che chi avrà l'opportunità di essere tra i primi a visitare questi Paesi dal volto nuovo, sarà il miglior testimonial». A dargli ragione sono i tour operator specializzati nelle destinazioni, come Eden Viaggi, Settemari o Alpitour. «Non abbiamo registrato grandi cambiamenti sui flussi turistici e la nostra programmazione procede come al solito», assicura Simona Nocifera, portavoce di Alpitour. «Da parte nostra non c'è stata una politica di svendita, tutt'altro, perché puntiamo a preservare il più possibile la destinazione». Anche Andrea Ancarani, responsabile marketing di Eden Viaggi, che gestisce direttamente tre villaggi in Tunisia e sette in Egitto, conferma che l'offerta resta, ma ammette: «La situazione è complicata, non tanto per la Tunisia in sé ma per quanto sta accadendo in Libia che è a due passi. Abbiamo visto invece che l'Egitto è ripartito in fretta e infatti per