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TurismoItaliaNews - Spesometro in azione, ma c è chi sfugge: Astoi preoccupata

TurismoItaliaNews - Spesometro in azione, ma c è chi sfugge: Astoi preoccupata

06 Luglio 2011

Già in vigore dal 1° gennaio dell anno scorso, in realtà è effettivamente operativo dal primo luglio 2011 il cosiddetto "spesometro", ovvero il meccanismo fiscale che riguarda le operazioni verso i consumatori finali non inferiori a 3.600 euro. Un modo per controllare i flussi di denaro e chi lo spende, ma in realtà le preoccupazioni non mancano, perché come sempre le complicazioni non mancano e c'è chi potrà sfuggire ai controlli. I timori di

Astoi.

Un operazione per niente facile quella dello "spesometro", che raccoglie anzi tutte le perplessità dei tour operator. A farsene portavoce è il presidente di Astoi, Roberto Corbella, secondo il quale l attuazione dello spesometro ponga gravi problemi in particolare ai tour operator, chiamati a responsabilità ben difficilmente esercitabili e ciò nonostante l apprezzabile esito della consulenza giuridica richiesta all Agenzia delle Entrate ed emessa a seguito dell invio di specifici quesiti elaborati dal Gruppo di Lavoro Fiscale Astoi, coordinato dal professor Benedetto Santacroce.

"In primis - fa notare Corbella - il tour operator viene assoggettato ad un obbligo fiscale sanzionato (la dichiarazione dei dati dei clienti), il cui contenuto per principio non può essere adempiuto in proprio, ma dipende dalla correttezza di comportamento di un altra impresa terza (l agenzia di viaggi dettagliante)". L Agenzia delle Entrate ha chiarito che il tour operator dovrà essere assistito dall intermediario al fine dell acquisizione del codice fiscale e di tutti gli elementi utili alla compilazione della comunicazione medesima, ma è chiaro che, essendo quello tra tour operator e agenzia di viaggi un rapporto di diritto privato, l operatore non ha alcun potere coercitivo nei confronti dell agenzia di viaggio.

"Peraltro  sottolinea il presidente di Astoi - tutti sanno che prassi consolidata è quella di acquistare un pacchetto turistico per sé e per conto di altri (parenti, amici, colleghi di lavoro) e, allora, se la ratio della norma è individuare i comportamenti di spesa dei contribuenti, che senso ha rilevare esclusivamente le informazioni relative all intestatario della fattura che, in tal modo, vedrà attribuirsi per intero il costo del pacchetto, usufruito e pagato anche da altri? E chiaro che questa procedura rischia di falsare la rilevazione. Per questi motivi - prosegue il Presidente - insieme a Federturismo, avevamo anche scritto al ministro dell economia Giulio Tremonti sottolineando come l adempimento di quest obbligo non potrà che creare difficoltà e distacco nei rapporti sia con le agenzie che con la clientela, determinando altresì gravosi effetti sul piano economico".

Per evitare il monitoraggio, infatti, il cliente potrebbe privilegiare l acquisto del pacchetto di viaggio, per destinazioni sia italiane che estere, presso tour operator e agenzie di viaggio non residenti, ovvero tramite internet da web travel agency estere, che, di conseguenza, assumerebbero un vantaggio competitivo creato dall inapplicabilità nei loro confronti del nuovo specifico obbligo.

"La normativa in esame - conclude Corbella - crea quindi distorsioni nella concorrenza e pone rilevanti difficoltà operative. Si parla molto di semplificazione, ma questa norma certamente ottiene il risultato di rendere la vita delle imprese ancora più difficile di quanto già non lo sia".