
Turismo e Finanza - Industria turistica: Astoi, calo del -10% per i TO italiani nel 2009
Stagione difficile per i Tour Operator italiani: il 2009 si chiuderà per il comparto con una flessione globale intorno al -10%. A rivelarlo è Roberto Corbella, Presidente di ASTOI, nel corso della XII Assemblea Generale dei soci che si è svolta per la prima volta a Roma, presso la sede della casa-madre Federturismo Confindustria.
ASTOI raccoglie 43 tra i principali operatori del turismo organizzato italiano e ha lasciato da poco Milano per trasferirsi nella Capitale, nel palazzo di Federturismo. Abbiamo scelto Roma spiega Corbella perché è qui che si trovano gli interlocutori naturali di un associazione di categoria e la sede di Viale Pasteur per intensificare le sinergie con le altre associazioni confindustriali già presenti nel palazzo e con le altre componenti interne a Federturismo .
Si sente infatti il bisogno di fare rete a casa Confindustria, come sottolinea Daniel John Winteler, Presidente di Federturismo, per superare la frammentazione rappresentativa che ci impedisce di proporre al mondo politico e istituzionale un agenda del turismo ricevibile sul piano nazionale . Un settore di punta per l Italia e per Confindustria stessa, secondo la Presidente Emma Marcegaglia, che è cresciuto più ogni altro sul piano associativo, col +9.8% di nuove iscrizioni a Federturismo .
Intanto i contatti con le associazioni della distribuzione proseguono: il 1° dicembre ASTOI ha incontrato Assotravel, Assoviaggi, Fiavet per cominciare ad affrontare insieme i nodi più delicati del settore.
L avvento delle OLTA (Online Travel Agencies) e dei low-cost hanno modificato profondamente il volto del mercato dei viaggi organizzati,sconvolgendo il sistema dei prezzi, i canali della distribuzione intermediata e i tradizionali pacchetti turistici pre-confezionati dai TO e venduti poi dalle AdV.
Grazie al web i clienti finali sono ora a diretto contatto con gli operatori del settore, dispongono di una ricca messe di informazioni su destinazioni, prezzi, offerte e possono costruire in autonomia la propria vacanza. Entro il 2010 salirà a 1/3 la percentuale delle vacanze create col fai-da-te e già pochi anni fa, secondo l indagine Henley World 2006, ben il 50% degli intervistati (su base mondiale) affermavano di cercare il prezzo più basso possibile quando fa acquisti . Una tendenza acuita dal dilagare dei low-cost che coi loro prezzi stracciati hanno conquistato quote di mercato sempre maggiori, fino a coprire il 35% del traffico complessivo intereuropeo.
Difficile per i TO reggere l urto di una concorrenza così spietata, conservando livelli essenziali di marginalità e redditività. Per abbassare i prezzi l unica via praticabile, secondo Josep Ejarque esperto in Destination Management e Marketing è quella di differenziare al massimo la propria offerta rispetto ai competitors e di ridurre i costi. Specie di distribuzione.
Si cercano allora nuovi modelli di retribuzione delle AdV, che premino chi vende di più, secondo il noto principio del Bonus-Malus , preso a prestito dal mondo delle assicurazioni. In Europa, rivela Ejarque, le fees riconosciute alle AdV variano dall 8% al 25%, ma i modelli differiscono molto nei vari contesti e il raffronto non può essere meccanico. L obiettivo generale dei TO di grandi dimensioni, comunque, sarebbe quello di ridurle tra l 1,5 e il 3%, come già accaduto in Gran Bretagna, Spagna e Germania.
In Italia la situazione è più stabile, mancando operatori di dimensioni paragonabili a TUI o Thomas Cook che, insieme a altri due colossi del turismo organizzato europeo, producono un volume d affari pari a circa 34 miliardi di euro l anno. Mentre il fatturato aggregato dei primi 45 maggiori TO italiani, nel 2008, non ha superato i 6 miliardi di euro.
Ma grande è sempre bell