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Rassegna stampa Astoi
TTG ITALIA - Rimpatri: l'appello dei tour operator

TTG ITALIA - Rimpatri: l'appello dei tour operator

23 Marzo 2020

Lamentata l'assenza del Governo nella gestione del rientro degli italiani

DI ISABELLA CATTONI

Le lezioni del passato non sono servite a nulla. O quasi. Cambiano i tempi, passano gli anni e purtroppo le crisi in un mondo delicato e 'fragile' come quello del turismo si susseguono a fasi alterne. Ma l'allarme lanciato a tutti i livelli da una filiera che si sente abbandonata è sempre lo stesso: manca l'assistenza a livello governativo, mancano provvedimenti tempestivi e chiari che aiutino a non sentirsi soli e a risolvere le emergenze in modo strutturato.
TANTE STORIE
Era l'11 settembre del 2001 e gli attacchi suicidi contro obiettivi civili e militari degli Stati Uniti avevano gettato nel panico il mondo intero. "Una crisi epocale, mai vista, che ha colpito il mondo intero" si era detto allora. E per gli italiani che si trovavano negli Stati Uniti era cominciata una lunga odissea per rientrare in patria. Purtroppo le grandi crisi si sono succedute negli anni e il problema del rientro degli italiani si è sempre rivelato un nodo irrisolto. Come dimenticare lo tsunami del dicembre 2004, con il Sud-est asiatico colpito da una catastrofe costata la vita a oltre 230mila persone e gli italiani dispersi per lunghissimi giorni fra le destinazioni più colpite. E ancora: luglio 2005, attentati terroristici a Sharm el Sheikh e i nostri connazionali in affanno per rientrare alla spicciolata con voli charter dall'Egitto.
IL GRIDO DEI T.O.
Tutte crisi epocali, aggravate dallo scarso coordinamento delle attività delle istituzioni che, a tutti i livelli, dovrebbero tutelare gli italiani nel mondo e sostenere chi per lavoro ne organizza i viaggi. Parte da questa situazione lo sfogo di
Astoi Confindustria Viaggi, che ha segnalato la gravità della situazione attuale, con gli operatori impegnati in prima persona a garantire il rientro dei propri clienti - e non solo - che dopo lo scoppio dell'emergenza coronavirus si sono visti chiudere frontiere e annullare voli. Come quello annunciato da Alitalia per il rimpatrio dal Marocco e poi rinviato.
NUMERI ENORMI
I numeri sono impressionanti, con una stima provvisoria di oltre 12mila italiani riportati in Italia su voli charter vuoti e altri 10mila connazionali rimpatriati su voli di linea. I tour operator hanno dovuto farsi carico in prima persona dei rientri praticamente da tutto il mondo: Cina, Giappone, Vietnam, Indonesia, Israele, Mauritius, Giamaica, Repubblica Dominicana, Capo Verde, Oman, India, Thailandia, Stati uniti, Spagna/Canarie, Maldive, Marocco, Messico, Zanzibar, Kenya, Egitto, Guadalupa Francese, Cuba, Belgio, Francia, Sud America. Un onere che ha inciso e continuerà a incidere profondamente sui bilanci e su una liquidità di cassa già fortemente minata dall'emergenza.
ASSISTENZA A TUTTI
E a questa attività si è aggiunto anche il sostegno, per quanto possibile, offerto anche agli italiani che avevano organizzato autonomamente il proprio viaggio, non rivolgendosi ai tour operator. Una mole di persone che il Governo avrebbe dovuto impegnarsi a far rientrare al più presto organizzando tempestivamente anche voli speciali, in accordo con le compagnie aeree. ERRORI REPLICATI Ma così non è stato e il supporto di ambasciate e consolati si è rivelato assolutamente inadeguato a sostenere la febbrile attività dei t.o. Ancora una volta e una volta di più si sono replicati gli errori del passato, inaspriti da una situazione molto lunga e ancora lontana da una risoluzione.

Fonte = TTG ITALIA  23/03/20