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TTG Italia - Aumento dell'Iva. Caos nel settore

TTG Italia - Aumento dell'Iva. Caos nel settore

23 Settembre 2011

Le associazioni di categoria criticano i tempi di attuazione

Partenza fulminante per l'Iva al 21 per cento nel turismo. Il provvedimento è entrato in vigore il 17 settembre, aggiungendo altri problemi e cavilli al lavoro degli operatori turistici. Il testo della Manovra bis prevede l'aumento di un punto percentuale alla precedente aliquota, ma, soprattutto, ha richiesto un aggiornamento in tempi strettissimi dei listini prezzi dei dettaglianti, incluse le agenzie di viaggi, e delle imprese all'ingrosso, se indicati al lordo dell'imposta. Ne sono interessati anche i tour operator.

"Sarebbe stato preferibile che l'aumento dell'Iva fosse partito con le operazioni effettuate dal primo giorno del mese o del trimestre successivi alla data di entrata in vigore della Legge di conversione". Pierluigi Fiorentino, consulente fiscale della Fiavet, si rammarica di questo anticipo, pur ammettendo che era prevedibile, data l'urgenza del Governo di rifocillare le casse dell'Erario.

Quesito rincari

Per le agenzie di viaggi arrivano altri problemi pratici e tecnici, che si aggiungono a quelli commerciali, presumibili a fronte di possibili rincari dei pacchetti: "Probabilmente sarà necessario un arrotondamento, forse del 2 per cento" ipotizza Francesco Granese, direttore di Assotravel sottolineando, però, come l'incremento dell'Iva "anche se di un solo punto, peserà su un settore già in crisi di vendite nella fascia media, quella più colpita dalle difficoltà economiche, disincentivandolo a viaggiare".

Sconforto per il provvedimento in sè. È quello che prova il presidente di Assoviaggi Confesercenti: "Sino a prima dell'estate - spiega Amalio Guerra - abbiamo tentato ripetutamente di convincere le istituzioni a portare al 7 per cento l'Iva, allineandola ad altri mercati. Ora, invece, addirittura ce la ritroviamo triplicata rispetto alla nostra richiesta". Poi addita il decreto come "strumento dannoso per tutte le imprese - dice Guerra -, e, probabilmente, non basterà a creare un gettito importante e utile". È d'accordo su questo punto il consulente Fiavet, evidenziando che il comparto delle imprese di viaggi italiane subirà riflessi negativi dall'introduzione di questa disposizione.

Ma Fiorentino mette in luce un altro nodo della questione: la suddivisione della base imponibile. "Poiché l'aumento dell'Iva non è coincidente con il primo giorno del mese si creeranno difficoltà ad applicare due distinte aliquote - spiega -, soprattutto perché la liquidazione non avviene con riferimento a ciascun singolo pacchetto o servizio turistico, ma per il volume di operazioni effettuate nel mese o nel trimestre". Il decreto puntualizza, in realtà, che, per applicare ancora l'Iva al 20 per cento, occorrerà anticipare la fatturazione alla data precedente all'entrata in vigore dell'aumento al 21 per cento, versando l'Iva nella successiva liquidazione mensile o trimestrale, indipendentemente dal pagamento del corrispettivo da parte del cliente.

Gli acconti

Altro nervo scoperto, gli acconti. "È pratica commerciale diffusa la richiesta di acconti al momento della prenotazione dei pacchetti e servizi turistici - osserva Fiorentino -. Molti operatori, poi, utilizzano il 'decalage' di un mese per la registrazione dei corrispettivi 74-ter e questo complica ulteriormente la gestione Iva in presenza di un incremento di imposta non coincidente con l'inizio del mese successivo".

Sulle problematiche di carattere tecnico si sofferma ancora Granese: "L'adeguamento si farà calcolatrice alla mano davanti al cliente, complicando ulteriormente il lavoro dell'adv - sostiene il direttore Assotravel -. Altro tempo in più in aggiunta a quello speso per preventivi o prenotazioni".

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