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Travel Quotidiano - Le insidie fiscali per adv e tour operator

Travel Quotidiano - Le insidie fiscali per adv e tour operator

01 Maggio 2015

MILANO - Che la materia fiscale nel panorama delle aziende italiane sia complessa, noi vi è ombra di dubbio.
Se queste aziende poi, operano nel turismo e portano nome di agenzie di viaggio o tour operator, anche i commercialisti si fermano un attimo in più per dissipare la matassa di norme e decreti sulla tourism industry tricolore.

Ed è proprio la gestione dell'economia e degli aspetti fiscali delle aziende del turismo al centro del convegno organizzato da Odcec Milano, l'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Giulio Benedetti, responsabile startup, microimprese e settori innovativi dell'ordine dei commercialisti milanesi, introduce quelle che sono le novità in materia di regime fiscale entrate in vigore a partire da quest'anno. «Finalmente a partire dal 1° gennaio, anche il turismo ha iniziato a beneficiare degli incentivi per le startup - osserva -, il decreto legge ribattezzato "art bonus" è stato esteso anche ad agenzie di viaggi e tour operator, a patto che, pur vendendo o creando i prodotti di sempre, questi vengano proposti in maniera tecnologizzata». Per sfruttare gli incentivi quindi, anche un operatore o un'agenzia tradizionale, deve fare uso di nuove tecnologie o avvalersi di software originali, cosa che, per realtà molto spesso ancorate al passato, non è esattamente facile. Infatti, nel 2014, «gli incentivi hanno riscontrato pochissimo successo - prosegue Benedetti -, su circa 3 mila 500 aziende catalogate come startup, solo 15 di queste lavorano nel turismo».

Una causa potrebbe essere la scarsa conoscenza di queste possibilità, così come del digit tax credit, il credito di imposta che arriva fino al 30% per chi digitalizza la propria attività, rinnovando le risorse web, adoperando il marketing digitale, ma anche solo dotandosi di un sistema wifi. Le aziende che intraprendono questa strada possono ottenere crediti dallo stato per circa 12 mila euro l'anno per il prossimo triennio. Cifra che, non farà una differenza sostanziale nel business pian ma che, considerate le scarse risorse liquide delle aziende, non è di certo da sdegnare. Però, ancora una volta, la politica italiana vede solo una metà del cielo del turismo, come osserva ancora Benedetti: «la conditio è che negli studi di settore l'ago della bilancia sia spostato sull'incoming, ovvero l'agenzia o il to deve lavorare per portare i clienti in Italia e non viceversa».

Andando oltre le nebbie del digitale, un altro spettro si aggira nel quotidiano lavorativo delle aziende del turismo, ovvero la normativa Iva. «Le agenzie devono distinguere ogni servizio tra acquisito o preacquisito spiega Franco Vernassa, docente universitario e membro di Astoi Confidustria -, nel primo caso possono usare il regime ordinario, nel secondo, che riguarda prodotti acquistati precedentemente e poi rivenduti, quello specifico che le caratterizza, ovvero il 74 Ter che comporta tutto un altro calcolo, oltre che altri margini di guadagno. E' una normativa tutta da rivedere, sulla quale Federturismo e Confindustria, stanno lavorando da tempo e hanno già presentato diverse istanze all'Agenzia delle Entrate». Di S. G.


Spostare gli studi di settore sull'incoming 5
Giulio Benede"
44 Bisogna rivedere la normativa 5.
Franco Vernassa
Incentivi Da gennaio, il turismo ha iniziato a beneficiare degli incentivi per le startup, il decreto legge ribattezzato "art bonus" è stato esteso anche ad agenzie di viaggi e tour operator " Prodotti proposti in maniera tecnologizzata.
Quindici su circa 3.500 aziende catalogate come startup, che lavorano nel turismo.
Digit fax credit credito di imposta che arriva fino al 30% per chi digitalizza la propria attività.
12.000 i Credito annuo per i prossimi tre anni per chi si digitalizza.