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Travel Quotidiano - Gnudi:  Con il nuovo Piano superiamo la dialettica sterile fra centro e periferia

Travel Quotidiano - Gnudi:  Con il nuovo Piano superiamo la dialettica sterile fra centro e periferia

22 Settembre 2012


 In questa congiuntura sfavorevole il turismo rappresenta una delle strade percorribili per uscire dalla crisi

A circa 10 mesi dall'insediamento del governo Monti, abbiamo fatto il punto della situazione del settore con il ministro del turismo Piero Gnudi toccando vari punti, alcuni strategici, altri dolenti, del settore. Ecco cosa ne è uscito.

C'è la percezione che lo Stato centrale non abbia molto a cuore le sorti del turismo che come sappiamo rappresenta più o meno il 10% del Pil. Qual è, secondo lei, il motivo di questa sottovalutazione?

«Il turismo è un settore strategico per il rilancio dell'economia, ma per troppo tempo è stato trattato come un'industria secondaria attacca Gnudi -. Se consideriamo che nel 2011, in piena crisi, ha contribuito in maniera importante alla tenuta dell'economia, con un +5,6% della spesa degli stranieri, capiamo quanto e come questo segmento sia rilevante. Già oggi è per valore aggiunto una delle più importanti industrie del Paese. Non solo: in questa congiuntura economica sfavorevole il turismo rappresenta una delle strade percorribili per uscire dalla crisi e tutte le maggiori economie mondiali stanno usando questa leva in modo deciso. Anche in Italia dobbiamo far crescere l'apporto del settore al Pil, ma per fare questo è necessario cambiare passo e strategia».

Da molti anni non si producono politiche serie e programmate per lo sviluppo del settore. In quale modo il ministro Gnudi, seppure con un incarico dichiarato  tecnico e "transitorio" intende agire per rilanciare il turismo italiano?

«Per mettere ordine nel settore e avviare delle politiche incisive servono interventi di medio-lungo termine, ma credo fermamente nella grande potenzialità del settore; ho lavorato da subito affinché il turismo ritrovi la sua centralità. Per la prima volta si è pensato ad un Piano strategico nazionale per il rilancio del turismo con le linee guida fino al 2020, sul quale sto lavorando con la collaborazione delle regioni e di tutti i ministri interessati direttamente e indirettamente, le imprese e gli operatori del settore. Si tratta di un piano, che presenteremo ufficialmente a fine anno alla Conferenza nazionale del turismo, che punta ad indicare una serie di misure operative. Sulla base di una dettagliata analisi dei punti di debolezza del comparto, puntiamo ad intervenire per il miglioramento delle infrastrutture e della governance, attivando azioni moderne ed efficaci di promozione dell'offerta. Tra le misure operative, ci saranno provvedimenti legislativi e piani di rilancio delle infrastrutture. Alla base di tutto c'è il superamento di una dialettica un po' sterile tra centro e periferia e l'affermarsi di una generale consapevolezza sulla necessità di "fare sistema". In questi ultimi anni, anche per la globalizzazione imperante, la domanda e l'offerta di turismo sono cresciute in maniera esponenziale, e, proprio da qui dobbiamo partire per cambiare passo e convincerci che la sfida futura è quella di attivare una politica del turismo come Paese, di promozione che abbracci ogni singola regione italiana ed europea. Solo così potremo conquistare i flussi dai paesi emergenti da cui arriva la maggior parte dei nuovi turisti. Una sfida possibile e nelle nostre capacità».

L'Enit ha risorse limitatissime. Non sarebbe il caso di rivedere anche questa voce e di rafforzare l'Agenzia?

«L'Enit è fondamentale per ogni politica di rilancio del turismo. Nello specifico, è parte integrante del Piano strategico e la sua missione di promozione sui mercati internazionali è uno dei pilastri del Piano stesso. Il ruolo di raccordo fra ente e Regioni è importantissimo affinché si definiscano strategie comuni e si lavori all'unisono per dare vita ad un'immagine dell'Italia "plurale" valorizzando i tanti turismi possibili: dal culturale al religioso, sportivo, enogastronomico e del benessere. Il nostro intento è qu