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Rassegna stampa Astoi
Travel Quotidiano - Crescono gli enigmi fiscali sul turismo

Travel Quotidiano - Crescono gli enigmi fiscali sul turismo

12 Maggio 2012


L'applicazione delle regole tributarie non è mai semplice. Troppe le variabili concrete

Lo speso metro è un forte elemento di confusione

Bassi margini di guadagno, un costo del lavoro che supera il 75% e rappresentanze di categoria frammentate che non riescono a fare lobbyng se non in casi sporadici: sono solo alcuni aspetti che rendono l'attività del tour operator e dell'agente di viaggio un vero rompicapo, e non solo per i titolari. Anche i commercialisti che gestiscono la contabilità del settore sono alle prese con una valanga di incertezze normative, specie da quando sono stati introdotti nuovi strumenti antievasione come lo spesometro.

A far chiarezza è intervenuto il convegno "'Agenzie di viaggio e tour operator Economia, gestione ed aspetti fiscali" organizzato dall'Ordine dei dottori commercialisti di Milano: «II settore deve fare i conti con normative Iva specifiche - spiega Giulio Benedetti, commercialista e coordinatore del convegno - che oltre a quello ordinario prevedono un regime semplificato, il cosiddetto 74ter, che si applica ai pacchetti turistici e ai servizi preacquistati dall'agenzia o dal tour operator come il vuoto per pieno e l'allotment. Il regime 74ter comporta l'obbligo di emettere fattura, ma senza l'esplicitazione dell lva, che quindi non può essere detratta. Dev'essere invece calcolata in regime Iva ordinario la vendita di servizi singoli non preacquisiti, ad esempio un pernottamento alberghiero o un posto volo acquistati in agenzia dal cliente finale».

L'applicazione concreta di queste regole non è mai semplice: per esempio, come vanno trattati ai fini Iva gli zainetti e le borse da viaggio con il marchio del to regalati ai clienti al momento della partenza? E altre voci - come le quote di iscrizione, le overcommission, le penalità per la rinuncia al viaggio - saranno da iscrivere nella contabilità ordinaria o nella 74ter? Per dirimere le varie questioni, l'Astoi ha stilato sette norme di comportamento che indicano ai soci l'interpretazione più corretta caso per caso. Ma si tratta solo di un documento interno, non è detto che l'Agenzia delle entrate la pensi allo stesso modo. Un altro caso è quello delle crociere: «Ai fini fiscali non si tratta di pacchetti turistici ma di servizi di trasporto - spiega il professor Franco Vernassa, dell'università di Torino - e pertanto non possono essere contabilizzate con il regime 74ter ma finiscono al 5% (non imponibile) e 95% (fuori campo Iva). Pertanto una crociera da 10 mila euro, ai fini dello spesometro, non dev'essere segnalata all'Agenzia delle entrate, mentre un pacchetto turistico dello stesso importo sì».

Sorgono problemi anche a proposito delle liste nozze in agenzia di viaggi: per i tour operator riuniti in Astoi si tratta di donazioni, e se ciascuna di esse non supera i mille euro non va comunicata alle autorità fiscali (anche se tutte insieme concorrono alla composizione di una luna di miele da dodicimila euro). L'obbligo, introdotto dallo spesometro, di raccogliere il codice fiscale del cliente che acquista un viaggio oltre i 3 mila euro al netto dell'Iva (oppure di 3 mila e 600 euro al lordo, se non si è tenuti ad emettere fattura) genera altri dubbi: che fare, ad esempio, in caso di gite scolastiche o viaggi parrocchiali? Il capogita che effettua l'acquisto sarà disposto a fornire da solo il proprio codice fiscale, rischiando di finire nel mirino dell'Agenzia delle entrate? «Questo e tanti altri sono temi tuttora aperti, sui quali stiamo cercando di ragionare con il fisco - dichiara Andrea Giannetti, presidente di Assotravel - anche perché ormai alcuni software di tour operator prevedono già l'obbligo di inserire il codice fiscale del cliente a inizio pratica. Quanto ai viaggi di nozze, intendiamo proporre una soluzione che cons