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TRAVEL QUOTIDIANO - CONTINUIAMO A RESISTERE» Intervista a Pier Ezhaya

TRAVEL QUOTIDIANO - CONTINUIAMO A RESISTERE» Intervista a Pier Ezhaya

28 Gennaio 2021

MILANO - Per cercare di capire qualcosa del momento che stiamo vivendo e per avere qualche scenario plausibile abbiamo intervistato il presidente di Astoi Pier Ezhaya.

Molti i temi di discussione, dai ristori, alla cassa inte- grazione, alla crisi di governo, alle ipotesi di una ripartenza già da aprile/maggio, i corridoi, le destinazioni che potranno andare. Certo ancora il punto di svolta non si vede, ma si sta lavorando in modo da essere pronti quando le condizioni ci permetteranno di ritornare a viaggiare.
Il punto da cui si deve partire è la preoccupazione. Certo continuiamo a lavorare, a dare prospettive alle nostre idee, a prefigurare scenari ipotetici, ma la verità è una sola: nel turismo, e non solo, c’è forte preoccupazione per la situazione al limite del reale che si è creata in questo anno di pandemia. Se poi consideriamo che tutto il settore è in lockdown da marzo scorso, quindi quasi un anno, la situazione diventa sul serio allarmante.

Per questo abbiamo intervistato il presidente di Astoi, Pier Ezhaya, per sentire dalla viva voce di uno dei protagonisti, come sta lavorando il turismo organizzato in questo periodo. Quali sono le prospettive e in che modo si riesce limitare i danni derivati dall’immobilità forzata.

Allora, iniziamo subito dai ristori. A che punto siamo?

«Be’ possiamo dire che siamo a buon punto. Solo 2800 domande sono rimaste fuori dai ristori. I motivi sono da ricercare in anomalie tecniche. Di queste 2800 domande ancora invase, 1500 sono state liberate la settimana scorsa, e quindi sono liquidabili. Mentre per le rimanenti 1300 bisogna rifare il Durc. Insomma a guardare bene la situazione, almeno su questo argomento, è a buon punto. Inoltre si sono alcune aziende che attendono ristori più grossi. Ma in questo caso ci deve essere il via libera dell’Unione europea. Quindi su questi singoli casi siamo ancora in attesa».

Ma in questo periodo così complesso, come se la sono cavata le aziende del turismo, visto che non si sono generati viaggi, se non nell’estate scorsa?

«Diciamo che gli operatori si sono appoggiati decisamente sulla cassa integrazione. Il costo del personale quindi ha avuto un abbattimento sostanziale. In più sono arrivati i ristori che hanno alleviato la situazione finanziaria. Certo questo è uno scenario di breve periodo. A lungo andare nessuna azienda del turismo potrà reggere se le cose rimangono in questo modo. Abbiamo chiesto al Governo di prolungare la cassa integrazione. Il fatto che a fine marzo dovrebbe interrompersi non è compatibile con la condizione generalizzata delle nostre imprese. D’altra parte c’è anche la preoccupazione per il personale. Lei sa che la cassa integrazione non copre l’intero stipendio, e quindi nelle tasche dei lavoratori arriva una cifra media di 800/900 euro, che è sul serio troppo poco».

Fra le mille preoccupazioni qual è in questo momento quella che vi impensierisce di più...

«Dovrei iniziare a fare un lungo elenco. Ma se devo scegliere dico la crisi di governo. Stiamo assistendo con apprensione a questa evoluzione della nostra politica. Da mesi abbiamo interlocutori istituzionali che ormai hanno compreso le dinamiche del turismo organizzato. Dover riprendere tutto daccapo sarebbe molto difficoltoso».

Avete un’idea prospettica, almeno per l’estate...

«Ma guardi, la situazione in questo momento è molto nebulosa. Certo razionalmente possiamo dire che da aprile o maggio le circostanze potrebbero essere meno complesse. Ci saranno più vaccinati, e con l’ arrivo della bella stagione la situazione potrebbe allentare almeno di un po’ la morsa. Per cui chiaramente come operatori è naturale guardare a quel periodo come un momento di ripartenza. Le destinazioni che andranno saranno l’Italia, l’Europa del sud, quindi Spa- gna e Grecia e quella del nord. Ma a dire la verità, anche con queste riaperture la situazione rimarrebbe difficile. Si allenterebbe un po’ con l’apertura dell’ Egitto...».

E i corridoi?

«Ecco questo è un altro punto. Abbiamo presentato il nostro protocollo che prevede viaggi in tutta sicurezza, con tampone prima di partire e all’arrivo, per quelle destinazioni garantite. Ma per ora non c’è niente da fare. I corridoi ci darebbero la possibilità di iniziare a lavorare. Vorrei ricordare che da marzo scorso non parte più nessuno. E non è una battuta è un dato pesantemente reale».

Ultimamente Astoi ha fatto una nota nella quale si evidenziava che molti italiani, durante le festività natalizie, siano riusciti a viaggiare...«Questa è una cosa che noi non possiamo tollerare. Più di 1000 italiani sono andati alle Maldive. E altri a Dubai, a Zanzibar. Mentre noi siamo fermi. E’ arrivato il momento di essere seri e di sorvegliare in modo specifico questi fenomeni che ci sembrano oltre che fuori luogo, anche una presa in giro verso il sistema del turismo organizzato».

Comunque continuerete il dialogo con le istituzioni...
«Certo. Solo attraverso il dialogo siamo riusciti ad ottenere dei risultati. Meglio il dialogo che l’assalto a Capitol Hill. Certo quando poi c’è da far sentire la nostra voce, non ci tiriamo certo indietro. Ma il dialogo con le istituzioni rimane lo strumento principe per cercare di risolvere le cose».

Fonte = TRAVEL QUOTIDIANO 28/01/21