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Quotidiano Nazionale - Turisti scontenti, attenzione al web - Ora l'hotel multa chi critica

Quotidiano Nazionale - Turisti scontenti, attenzione al web - Ora l'hotel multa chi critica

17 Gennaio 2018

MILANO-  «SE AL TERMINE del soggiorno, parli male del mio albergo, con giudizi lesivi espressi nella scheda di valutazione o online, rischi una multa da 50 a 500 euro».

Sembra una stranezza, quasi una fake news, eppure è vera. Succede a Bologna e nella fattispecie all'hotel Re Enzo in via Santa Croce. La storia, raccontata da Radio Città del Capo, ha già fatto scalpore e sollevato reazioni contrastanti. La vicenda è presto detta per come l'ha spiegata lo stesso titolare dell'albergo, Cristian Maini. In pratica, a causa dell'uso scorretto dello strumento delle recensioni da parte di molti clienti, la direzione dell'hotel, in accordo con i principali circuiti di carte di credito, ha deciso di utilizzare proprio le carte a garanzia del soggiorno ancheper la tutela dell'immagine della struttura. Nell'ascensore, dove di solito viene affisso il menù del giorno, sarebbe stato esposto un cartello dal sapore minaccioso per i clienti. «In caso di commenti negativi sarà facoltà dell'albergo applicare penali tra 50 e 500 euro, dopo l'autorizzazione del circuito di carte di credito di appartenenza».

L'AVVISO, subito contestato con richiesta di rimozione da parte di più di un utente di Booking.com, anche se non lo specifica sarebbe rivolto solo ai clienti che hanno prenotato il soggiorno con alcuni tour operator e non direttamente. Per ammissione del titolare del Re Enzo, da maggio 2017, quando è stato appeso per la prima volta l'avviso, sono state solo tre le multe inflitte (tutte da 50 euro) e i commenti lesivi sarebbero scomparsi. Perché la sanzione scatterebbe non per un giudizio negativo - che ci può stare - ma appunto per recensioni lesive, dai commenti razzisti sui dipendenti al fatto di dire che un 5 stelle ne meriterebbe una. Nel giustificare la minaccia delle sanzioni, Maini avrebbe spiegato che sarebbe una conseguenza della clausola, inserita nei contratti dei tour operator, che prevederebbe la possibilità di rivalersi sui clienti in caso di commenti lesivi sulla scheda di valutazione online di fine soggiorno. Una prassi che sarebbe applicata da quasi la metà dei grandi marchi internazionali e riguarderebbe circa il 50% degli alberghi che a Bologna lavorano con i tour operator.

MA È PROPRIO così? «In Italia non ci sono tour operator che applicano questa politica - risponde Pier Ezhaya, vicepresidente di Astoi Confindustria Viaggi -. All'estero, specialmente da parte dei tour operator tedeschi, nei contratti possono essere inserite clausole che vincolano il rapporto a un livello di ranking, stabilito sempre nel contratto, di recensioni. Ovvero, se si scende sotto una certa soglia di giudizio, il tour operator può rescindere il contatto e non più destinare i suoi clienti verso quella struttura». E la possibilità di irrogare sanzioni. «A me questo non risulta. Sappiamo che non sempre si assiste a giudizi trasparenti su internet. Tripadvisor, rispetto a Booking.com, consente addirittura di recensire un hotel senza averci mai soggiornato. Ma di fronte a un eventuale dolo, esiste la possibilità di rivalersi giuridicamente. Ma senza ricevere le multe dell'albergatore».
 
CONDIVIDE la tesi Emilio Viafora, presidente Federconsumatori, secondo il quale non c'è alcuna norma che autorizzi un albergatore a punire chi esprime giudizi negativi e quindi, chi ha subito la sanzione, può chiederne il rimborso, prefigurandosi, per l'uso improprio della carta di credito, anche aspetti fraudolenti e penali. Federconsumatori: inammissibili le norme per le quali l'albergatore punisce i giudizi severi – di Achille Perego
  • Quotidiano Nazionale_17.1.2018_pag. 14
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