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PAMBIANCO HOTELLERIE - Viaggi in cerca di grandi dimensioni

PAMBIANCO HOTELLERIE - Viaggi in cerca di grandi dimensioni

24 Novembre 2021

La spinta alle acquisizioni nel settore del tour operating è dettata dalla necessità di competere con i player internazionali. la crescita passa anche dalla digitalizzazione.

L’imperativo è crescere. Nonostante il mercato viva ancora una situazione di non ‘normalità’ dettata dalla sequela di Dpcm in seguito all’emergenza sanitaria, i tour operator italiani avvertono la necessità di programmare la crescita, di non fermarsi a recuperare i danni subiti, ma di investire per il futuro. Le difficoltà attuali del settore, che hanno portato a una drastica riduzione dei fatturati, come si vede dall’articolo precedente, hanno però spinto gli operatori a una riflessione sulla propria attività. Ne è emerso che il mercato della ‘creazione dei viaggi’ mostra diverse fragilità e il modello va ripensato. A partire dal tema dimensionale.

MERCATO FRAMMENTATO

Il tema delle dimensioni è inderogabile per il settore, perché all’estero gli operatori sono colossi rispetto a quelli tricolori. “Sono pochi i player italiani in grado di competere all’estero – conferma Pier Ezhaya, presidente di Astoi – e infatti se pensiamo ai gruppi stranieri come Tui o alle grandi catene spagnole, gli italiani hanno decisamente una minore forza contrattuale. Per dirla con una metafora calcistica, non abbiamo molti player in grado di giocare la champions league”. Il presidente dell’associazione dei tour operator spiega che la carenza di gruppi di grandi dimensioni sta riducendo di fatto l’offerta internazionale. Il rischio quindi è la perdita di opportunità. Inoltre, il tema dimensionale è strettamente correlato alla capacità di fare investimenti: “C’è un’altra necessità – aggiunge – che è quella di finanziare la ricerca, cioè lo studio dei trend e delle esigenze delle nuove generazioni. Investire in consulenza e in ricerca comporta grandi risorse, e per questo torna in gioco il tema dimensionale. Purtroppo, sono poche le realtà italiane che monitorano, con profondità di analisi, i cambiamenti del mercato, e, di conseguenza, si tende a ripetere quello che si è sempre fatto. In questo modo, si fatica ad acquisire nuovi clienti e soprattutto la fascia dei viaggiatori sotto i 30 anni”. 

C’è un capolista che stacca tutti gli altri. È Alpitour. “Siamo l’unica azienda che non è di proprietà familiare – specifica Gabriele Burgio, presidente e CEO del gruppo – e infatti abbiamo azionisti professionali. Questo comporta opportunità di crescita maggiori e la possibilità di confrontarsi con operatori e fornitori di alberghi stranieri di dimensioni superiori alle nostre. Per dare un’idea – conclude Burgio – abbiamo raddoppiato il fatturato in 9 anni passando da 900 milioni di euro a 2,4 miliardi nel 2019, moltiplicando per 7 gli utili”. Si tratta però di un gruppo che troneggia praticamente solo sul mercato, e la necessità di consolidamento rimane imprescindibile per molti operatori del settore. “I medio-piccoli sono destinati a scomparire – sottolinea Stefano Brunetti, AD di Futura Vacanze – e si andrà verso raggruppamenti per competere con i gruppi internazionali, che hanno dimensioni molto più grandi delle nostre. Noi, ad esempio, stiamo valutando acquisizioni di tour operator specializzati in prodotti diversi dal nostro, ad esempio sul medio raggio e sui pacchetti tailor made”. Bonetti ritiene che il mercato dell’intermediazione turistica debba puntare a un prodotto non generalista, brandizzato, e magari in esclusiva. Pensa quindi ad alleanze con gestori di qualità o alla gestione diretta delle strutture ricettive da parte dei tour operator. Fenomeno che comporta ingenti investimenti. La realtà è che le aziende del settore sono poco capitalizzate, come sottolinea Roberto Pagliara,  presidente del Gruppo Nicolaus: “Il mercato è debole in questo momento, non solo per la contingenza sfavorevole legata alle restrizioni agli spostamenti, bensì per il modello, che va ripensato. La pandemia ha mostrato la fragilità del comparto, le aziende sono poco strutturate e poco digitalizzate.  Noi abbiamo redatto un piano industriale che ci proietta al 2026 con una crescita importante”. Il gruppo, che dispone del brand Nicolaus Club, Valtur, I Viaggi del Turchese e Raro World/Raro Villas, segue diversi driver per lo sviluppo. Da una parte, il piano prevede il posizionamento dei lifestyle hotel Valtur in una fascia medio-alta, anche come destinazione, quindi l’obiettivo è un upgrading verso il lusso accessibile. Dall’altra, si punta all’aumento delle strutture e della gestione diretta: “Attualmente abbiamo 40 realtà ricettive – continua Pagliara – e l’obiettivo 2026 è di arrivare al raddoppio, a controllare cioè 80 strutture. Puntiamo anche a crescere nella gestione dei villaggi. Oggi abbiamo quattro Nicolaus Club che gestiamo direttamente e vogliamo acquisire altri villaggi Valtur per arrivare al 2026 con una ventina di strutture a nostra gestione”.

GO DIGITAL

Un altro driver per la crescita di questi player del turismo organizzato è la digitalizzazione. “Stiamo lavorando su tre direttrici – illustra Marco Peci, direttore commerciale di Quality Group –  e una di queste è lo sviluppo del sistema informatico b2b e del nostro ecosistema digitale. In secondo luogo, spingiamo sulla forte digitalizzazione del reparto marketing sia a livello di competenze sia a livello di contenuti. Infine vogliamo sviluppare l’innovazione di prodotto, sempre più di qualità e declinato su un pubblico che ha attitudini diverse rispetto al passato. Proponiamo infatti offerte segmentate per raggiungere target differenti. Stiamo sviluppando, ad esempio, un nuovo processo di condivisione con l’utente delle varie fasi di costruzione del viaggio”. Che il tour operator non possa più continuare a fare business in modo tradizionale lo sostiene anche Luigi Polito, founder & owner di Imperatore Travel World: “L’operatore tradizionale sviluppa le vendite attraverso lo strumento cartaceo distribuito alle agenzie. Noi abbiamo avviato un processo di digitalizzazione perché la clientela è sempre online e vuole informazioni in tempo reale sulla disponibilità del volo e della camera. Va anche detto che un video offre un percepito del prodotto molto più realistico di una foto statica su un catalogo”. Imperatore Travel sta costruendo una piattaforma per implementare un sistema turistico integrato con l’obiettivo di offrire al trade quello di cui il cliente ha bisogno, ovvero voli di linea, charter, low cost, aliscafi, treni, trasporti locali, hotel, servizi extra alberghieri. “Questa piattaforma – aggiunge Polito – permette di prenotare con la migliore tariffa in tempo reale. Il sito è già attivo, è stata superata la fase di test ma attualmente sono in corso le fasi di sviluppo e di perfezionamento. Prevediamo di completare tutto per gennaio del prossimo anno”. Alpitour invece ha investito 20 milioni di euro  nel progetto Innova, improntato su semplificazione e tecnologia, per ridisegnare i flussi interni ed esterni, le infrastrutture, le applicazioni, e i touchpoint b2b e b2c. Nicolaus punta a un modello di tour operating ad alta componente tecnologica: “Pensiamo a un modello di ‘pacchettizzazione’ moderna e digitale, con maggiore flessibilità – spiega Pagliara – e arriveremo quindi a una maggiore automazione con pacchetti costruiti in modo dinamico. Con un solo ‘click’ l’agenzia potrà definire un pacchetto, che sarà anche flessibile. Questo comporta un notevole risparmio di tempo per l’agenzia e anche un alleggerimento di responsabilità, che saranno a carico del tour operator”.

E QUEST’ANNO?

Rimanendo in un arco temporale più ristretto, le previsioni per il 2021 sono ancora penalizzate dalle restrizioni ai viaggi, ma i segnali di un cambio di passo sono arrivati. “I primi sei mesi dell’anno – racconta Peci – hanno portato a un calo medio del fatturato dei tour operator italiani attorno all’85 per cento. I due mesi estivi hanno dato carburante al motore, ma solo in modo marginale.  Di fatto, siamo rimasti fermi al primo semestre 2020. La seconda parte dell’anno avrà una lieve crescita che non sarà importante dal punto di vista del fatturato, anche perché i corridoi turistici sono un ottimo segnale ma non risolutivo in termini di volumi. Piuttosto, le decisioni del Governo potrebbero segnare un cambio di passo, per arrivare a equiparare l’Italia al resto d’Europa e togliere l’interdizione al turismo extra Schengen”. L’anno scorso e nella prima metà del 2021.

Fonte = PAMBIANCO HOTELLERIE 24/11/21