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Rassegna stampa Astoi
Oggi - Andare in crociera è un avventura?

Oggi - Andare in crociera è un avventura?

06 Marzo 2012

Dopo il secondo incidente ad una nave Costa, è ancora sicuro andare in vacanza su un villaggio galleggiante?

Risponde Fabio Pozzo giornalista de La Stampa, esperto di ship

È e resta una bella avventura, anche se affermare ciò in un momento così mediaticamente "caldo" può suonare stonato. In realtà, tra qualche mese l'effetto Concordia (e Allegra ) verrà meno, così come si è attenuato il ricordo di altri incidenti navali, e le crociere supereranno questo brutto momento che sta facendo frenare le prenotazioni (tra il 15 e il 22 per cento in meno, secondo Astoi Confindustria Viaggi). E le navi si rimetteranno a percorrere quella «rotta del sole» che ha portato la domanda di vacanza a bordo dai 400 mila passeggeri degli Anni 60 ai 18,8 milioni del 2010, con una crescita unica nell'industria del turismo globale (+8 per cento la media dal 1994 ad oggi). Detto questo, gli incidenti sul mare ci sono da sempre. Anche tra le love boat. Tra i più recenti, la Sea Diamond, affondata a Santorini nel 2007 dopo aver speronato uno scoglio ed essersi incendiata (due morti) e la Louis Majesty, investita nel 2010 nel Golfo del Leone da un'onda anomala che ha rotto una vetrata (due vittime).

La casistica abbonda anche di incidenti senza vittime, dall'esplosione in sala macchine sulla Norway (Miami, 2003) alla collisione contro un iceberg dell' Explorer , nel 2007, vicino alle Shetland australi. Ma la casistica ci dice anche - cito Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo - che dal 2005 al 2011 sono 16 le morti addebitabili a incidenti capitati a crociere. Il confronto con le vittime di incidenti stradali, ferroviari e aerei non esiste. Il che non significa che sul mare un margine pur minimo di rischio non ci sia. Errori umani, strumentali, onde anomale, maltempo, emergenze sanitarie sono sempre possibili in un villaggio galleggiante di 3-400 persone. Ma è il margine di rischio di una vacanza, insomma. Della vita. Ciò non significa che bisogna ignorare questi incidenti. Possono essere utili per ridurre il margine d'alea. Per esempio, riconsiderando la corsa al gigantismo: navi sempre più grandi per abbattere costi bassi, tariffe e personale low cost. È davvero la rotta giusta?

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