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Master Meeting - Il Turismo in Egitto riparte dal Mar Rosso

Master Meeting - Il Turismo in Egitto riparte dal Mar Rosso

15 Marzo 2011

SCENARI DEL TURISMO

I BIG DEL TURISMO ITALIANO CAPITANATI DA BLUE PANORAMA FANNO SQUADRA PER IL RILANCIO DELLA DESTINAZIONE E ANNUNCIANO LA RIPRESA DEI VOLI. IN UN MESE PERSI 100 MLN MA RIPARTONO I VOLI DALL'ITALIA. IL NEO MINISTRO DEL TURISMO EGIZIANO PROMETTE AIUTI AI TO ITALIANI

a cura di Tiziana Conte

Dopo il blocco dei voli durato quasi un mese e lo sconsiglio lanciato dal ministero degli Esteri e cessato lo scorso 16 febbraio, tornano sul Mar Rosso i primi turisti dal Beipaese. Lo hanno annunciato i più importanti tour operator italiani che programmano la destinazione e che insieme al vettore numero uno sull'area, Blue Panorama, hanno portato una settantina di giornalisti a Sharm El Sheikh per rilanciare il turismo. Ad accoglierci al nostro arrivo, al nuovo Terminal 2, le telecamere della Tv locale e il benvenuto degli addetti ai lavori con tanto di sorriso e una preghiera: «Aiutateci a dire al mondo che abbiamo bisogno dei turisti per far ripartire il motore della nostra economia». La rivoluzione egiziana sembra non essere passata da Sharm el Sheikh. Il contagio rivoluzionario è rimasto lontano da qui. «Non ci sono mai state violenze e non sono mai comparsi i carri armati», ci rassicura la nostra guida Hani Keshik ma il turismo ha subito un duro contraccolpo come si nota dall'elevato numero di alberghi chiusi». Unici segni che ha lasciato la rivolta sono le spiagge deserte, gli alberghi vuoti e la scomparsa del ritratto di Mubarak che campeggiava ovunque. Oggi resta soltanto l'immagine che lo ritrae insieme ai capi di stato di mezzo mondo in una sorta di monumento in memoria della Peace Makers Conference del 13 marzo del 1996, lungo la strada che dall'aeroporto conduce a Naama Bay. Ed è proprio per l'elevato numero di conferenze internazionali di pace che Sharm è anche conosciuta col nome di Città della Pace. La rivoluzione del 25 gennaio con i morti in piazza Tahrir al Cairo, e le immagini dei manifestanti, hanno svuotato questa Ibiza mediorientale e a fare il bilancio delle pesanti ripercussioni della crisi politica sul turismo - che in particolare per le destinazioni del Mar Rosso rappresenta una fetta importante del fatturato dei tour operator e delle compagnie aeree italiani - sono i rappresentanti di Alpitour World, Eden Viaggi, Viloratour, InViaggi, Swantour e Settemari che con Blue Panorama movimentano quasi tutto il traffico dall'Italia: «II 5% del fatturato annuale perduto nel solo mese di febbraio e un danno di 100 milioni di euro per tutto il comparto. E se i flussi non riprendono dall'Italia, potrebbero perdere il posto di lavoro 20mila italiani all'interno della filiera che parte dalle agenzie di viaggio e arriva ai lavoratori che ruotano intorno agli aeroporti», denunciano i tour operator. In quest'area, infatti, l'Italia incide per il 35% su un milione di turisti annuali e rappresenta il secondo mercato preceduto da quello russo. La programmazione Mar Rosso, operativa 12 mesi su 12, frutta un miliardo e trecento milioni di fatturato, una "destinazione insostituibile", la definisce Vincenzo Angelino di Viloratour, per una serie di motivi: «Vicinanza, strutture di alta qualità, mare con barriera corallina, un prezzo molto competitivo». A Sharm, creata una ventina d'anni fa ad uso e consumo dei turisti italiani, tutti capiscono e parlano la nostra lingua, anche le insegne di molti negozi i cui titolari sono egiziani hanno nomi italiani e si vede di frequente sventolare il tricolore. Tutto ruota attorno all'industria turistica che nel Mar Rosso conta 50 mila addetti, molti arrivano da ogni paesino dell'Egitto, ma parecchi anche dall'Italia per lavorare nei villaggi come animatori, istruttori di sub e altro ancora. A Sharm El Sheik gli hotel erano pieni al 75 per cento il 25 gennaio, la percentuale è crollata il giorno della caduta di Mubarak. «Spingere il turismo significa evitare un eventuale esodo di egizia