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Rassegna stampa Astoi
L'Agenzia di Viaggi.it - Iva e commissioni, Astoi difende i t.o.:  "Sempre corretti, i problemi sono altri"

L'Agenzia di Viaggi.it - Iva e commissioni, Astoi difende i t.o.: "Sempre corretti, i problemi sono altri"

05 Febbraio 2016
Astoi batte un colpo e dopo giorni di silenzio diffonde una nota di precisazione nella quale ribadisce che sul tema Iva l’associazione manifesta da sempre  la propria estraneità, in quanto il suo compito non è quello di coordinare politiche commerciali o comportamenti fiscali dei propri soci. “Ovviamente, possiamo fornire agli associati che lo richiedano pareri legali o fiscali in merito, ma non può essere chiamata in causa da altre associazioni su temi di pertinenza di aziende singole”.

Detto questo, Astoi intende precisare, anche a difesa della categoria che rappresenta, che la posizione assunta da alcuni t.o. è totalmente legittima e corretta. “Ciò che alcuni operatori hanno fatto – si legge nella nota – è stato semplicemente smettere di assorbire a proprie spese l’Iva (nelle destinazioni UE soggette a tale tassa) sulla porzione di guadagno dell’agenzia. In effetti, come tutte le provvigioni, le stesse andrebbero calcolate su una base imponibile al netto dell’Iva, che costituisce un debito/credito nei confronti dell’erario e certamente non un guadagno del soggetto prestatore. Nel caso di specie, applicando sul pacchetto di viaggio un regime speciale Iva, l’imposta rimane compresa nel prezzo e il ricavo del pacchetto comprende necessariamente anche quella quota di ricavo dell’agenzia che subisce in modo diretto e proporzionale un’Iva che, dunque, va decurtata dalla provvigione stessa".

Pertanto, per Astoi è assolutamente errato e lesivo dell’immagine della categoria sostenere che i tour operator hanno deciso di far pagare alle agenzie l’Iva che spetterebbe invece a loro stessi. I t.o. continueranno a sostenere il costo dell’Iva sulle destinazioni UE sulla parte del proprio guadagno, lasciando alle adv il pagamento dell’Iva nella misura del 22% sulla porzione relativa alla commissione.

“A tal riguardo – prosegue la nota Astoi - è importante sottolineare che, se è vero che la commissione non è soggetta ad Iva sulla fattura commissionale, è altrettanto vero che determina comunque base imponibile all’interno del pacchetto di viaggio, apparendo come un “mark up” del tour operator, pur essendo di fatto un guadagno di un terzo: ciò che è stato introdotto da parte di alcuni operatoti è dunque una rettifica nel calcolo, diretta ad evitare che un costo che rappresenta un onere a carico dell’agenzia venga assorbito dagli operatori, come accaduto fino al recente passato. Questo è quello che alcuni associati hanno deciso di fare in piena autonomia e in piena conformità con le leggi vigenti.”

Astoi aggiunge che alcune destinazioni, oggetto di programmazioni, hanno imposto aumenti di prezzo significativi, sfruttando l’alta domanda generatasi in conseguenza dei problemi del Nord Africa o anche, come nel caso della Grecia, sommando a quanto sopra nuove politiche fiscali come l’aumento dell’Iva sui servizi turistici che ha condotto ad un aumento dei prezzi a dismisura. Molti t.o. hanno assorbito nel prezzo parte di questi aumenti, proprio per non trasferirli al mercato e per sostenere la domanda e la distribuzione.

Astoi si dichiara inoltre amareggiata per la strumentalizzazione che è stata data a questa vicenda, a scapito di tematiche molto più importanti  quali il Fondo di Garanzia, la nuova Direttiva UE in materia di pacchetti turistici, l’incremento dei prezzi nelle mete fuori dal perimetro del Nord Africa (vedi Grecia, Spagna e Italia stessa) e la conseguente perdita del potere competitivo dell’Italia verso altri mercati esteri quali Russia, Germania e Regno Unito, con effetti che avranno ricadute sull’intera filiera del turismo organizzato e, quindi, sulle singole imprese.