Astoi Confindustria viaggi
La qualità alla guida del turismo
Rassegna stampa Astoi
LA STAMPA - La stagione nera del turismo montano "In Vialattea fino al 70% di disdette"

LA STAMPA - La stagione nera del turismo montano "In Vialattea fino al 70% di disdette"

29 Dicembre 2021
«Quest'inverno sta andando molto peggio dell'anno scorso. Nel 2020 albergatori e ristoratori sapevano che sarebbero rimasti vuoti, mentre ora no e quanto previsto a novembre 2021, anche come magazzino di prodotti, è impossibile da ammortizzare». Marco Bussone, presidente dell'Unione dei comuni montani, sintetizza così quello che a detta delle associazioni turistiche è l'inverno peggiore di sempre. Aidit, Astoi, Assoviaggi, Federalberghi, Federturismo , Fiavet, Fto, Maavi e Uncem chiedono interventi urgenti al governo Draghi.
La variante Omicron è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Fioccano le disdette delle prenotazioni fino all'Epifania. Si va dal 60 al 70 per cento di rinunce. Una situazione ancora peggio dell'anno scorso ed è quanto mai necessario prevedere una politica dei ristori», avverte Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato e assessore alla Comunicazione dell'Unione comuni olimpici della Vialattea. Sulla base dei dati di Confindustria Alberghi il 2021 si chiude con la metà delle camere occupate rispetto al 2019 e 36 milioni di arrivi internazionali, 60 milioni in meno di due anni fa, con una perdita di 25 miliardi di euro. Pesano le frontiere ancora chiuse, sei mesi di fermo delle attività, lo stop alla stagione invernale scorsa, tre mesi estivi di ripresa seguiti da settembre e ottobre tranquilli grazie alla campagna vaccinale, ma poi ancora le incertezze dovute a Omicron e alla necessità della terza dose. Anche le rilevazioni Istat testimoniano da gennaio a settembre una flessione del fatturato ricettivo del 36 per cento. E Banca d'Italia conta l'assenza del 63 per cento di turisti internazionali con un crollo della loro spesa di oltre il 55 per cento. «Due anni come questi mettono a dura prova le nostre imprese e da luglio non sono stati rinnovati gli aiuti lamenta Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi -. Il 16 dicembre alle aziende alberghiere è stato chiesto di pagare oltre 268 milioni di Imu, così come l'imposta sui rifiuti malgrado la produzione sia praticamente nulla. Per non parlare degli affitti dove le imprese sono state lasciate sole a fronteggiare un costo divenuto oggettivamente insostenibile. Anche la cassa integrazione Covid è agli sgoccioli, per molte aziende si va ad esaurire questa settimana e ancora non viene data indicazione su come procedere nei prossimi mesi nei quali necessariamente dovremo poter contare su questo strumento». Di situazione «in netto peggioramento» parla anche Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: «Tra positivi, persone in isolamento e paurosi non c'è più nessuno in giro. I pochi che partono tendono a rifugiarsi in case di proprietà, da amici o nel turismo di prossimità e di breve periodo. Siamo il settore che soffre di più, negli ultimi giorni abbiamo assistito a un blocco delle prenotazioni e registriamo solo cancellazioni. La montagna va un po' meglio grazie al periodo natalizio, ma dopo la Befana non ci sarà più nessuno. Sarebbero dovuti cominciare i weekend lunghi sulla neve di inglesi, francesi, tedeschi e svizzeri, ma quest'anno non ci saranno. Per le settimane bianche è tutto sospeso e incerto, ormai si ragiona di sette giorni in sette giorni. Il problema grosso del 2022 sarà il primo trimestre, che ripeterà dicembre senza però le vacanze di Natale. La grande paura riguarda gennaio, febbraio e marzo, poi su primavera ed estate le previsioni migliorano». Il problema è come non lasciare indietro migliaia di imprese. Per Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, «alberghi, tour operator e agenzia di viaggio rischiano la chiusura. Sono necessari interventi urgenti, la proroga della cassa integrazione e moratorie fiscali. Non è pensabile un'economia italiana senza il traino del turismo».

Fonte = LA STAMPA 29/12/21