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Rassegna stampa Astoi
LA STAMPA - Il turismo conta danni ingenti "Disdette da tutto l'Oriente"

LA STAMPA - Il turismo conta danni ingenti "Disdette da tutto l'Oriente"

12 Febbraio 2020

Preoccupazione alla Bit di Milano: "I flussi vanno verso le Americhe"

 La Cina non è più così vicina. E si allontana jin generale anche l'Oriente. Alla Borsa internazionale del turismo, inaugurata domenica e conclusa ieri a Milano con oltre 40 mila visitatori, tutte le regioni d'Italia e 63 Paesi esteri presenti, i cinesi non sono arrivati, anche se si fa finta di niente. Il mondo, frenetico e colorato, apparentemente va avanti nonostante il coronavirus. «In una fiera così affollata mi stupisco di non vedere nessuno con la mascherina», confessa Alberto Corti, responsabile turismo di Confcommercio. E in effetti tutti stringono mani e affari parlando fitto fitto, si scambiano biglietti da visita, mangiano e bevono assieme. A difendere i vicini ci pensa una signora dell'Aeroflot russa: «Noi non chiudiamo i voli con la Cina, anche perché basta fare scalo da qualche parte per aggirare il divieto». Mentre il Giappone pare più titubante: «In Occidente ci hanno sempre scambiato per cinesi e viceversa, ora la diffidenza non può che essere maggiore». A forte rischio si sente pure la Thailandia, che, dopo Hong Kong e Singapore, è tra le nazioni più contagiate con 32 casi confermati: «Il turismo per la nostra economia è fondamentale. Se crollasse sarebbe una sciagura per il Paese». Il coronavirus rischia insomma di limitare arrivi e partenze non solo dal Paese del focolaio, ma anche da quelli vicini. «Registriamo cancellazioni per impossibilità di arrivo dalla Cina, ma anche disdette da Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti rivela Corti -. Gli stessi italiani rimandano gli spostamenti sia divacanza sia di lavoro. Un'indagine di Demoskopika prevede per quest'anno un danno da 4 miliardi e mezzo per il turismo. Stiamo vivendo una reazione come nel 2003 per la Sars, ma quella era una pandemia mentre questa al momento è un'epidemia». Difficile azzardare previsioni per Andrea Mele, vicepresidente dell'Associazione tour operator-Confindustria viaggi: «Prima si fa chiarezza sul virus e meglio è. Per ora riceviamo tante richieste di informazioni, cancellazioni, domande di posticipo e di cambi di destinazione. Cina a parte, se si annulla il viaggio si paga la penale». Secondo lui invece sarebbe il momento di prenotare: «In Thailandia o nella Penisola arabica i prezzi scenderanno per incentivare le persone a salire su un aereo e attraversare un aeroporto. Le Americhe diventeranno la meta rifugio». D'altra parte la nave da crociera in quarantena in Giappone è una pessima pubblicità per l'area. Massimo Tocchetti, presidente di Aigo, società che si occupa di marketing per diverse destinazioni, nota che «ci sono Paesi vicino alla Cina che subiscono un rallentamento se non uno stop. Questo non può che spostare i flussi a Ovest e nelle piccole isole, da Formentera alle Maldive. Per quanto riguarda l'Italia la moda sta già piangendo, ma anche il turismo subirà un ridimensionamento». Sarà l'imminente fashion week a dare un'idea di quanto sia grave la situazione. Simona Greco, direttore manifestazioni di Fiera Milano, vede alla Bit «la voglia di reagire davanti ai problemi. Certo l'incognita è grande e si aspetta la settimana della moda per capire meglio. Sul prét-à-porter siamo abbastanza tranquilli, mentre l'alta moda potrebbe risentirne. Sono in corso delle analisi poi sul Salone del mobile di aprile, ma lì come per il turismo la gente arriva da tutto il mondo. Per una Cina che scende altri Paesi salgono. Per esempio in questi giorni le compagnie aeree di Finlandia, Bielorussia e Uzbekistan hanno chiesto alle nostre regioni del sud di aprire delle nuove tratte aeree per i loro turisti in cerca di sole». O RIPRODUZIONE RISERVATA Il primo bilancio prevede 4,5 miliardi di perdite per il settore soltanto in Italia

 

Fonte = La Stampa 12/02/20