La Stampa Ed.Nazionale - Turismo , il codice delle polemiche
ARRIVA IL TESTO UNICO DI SETTORE CHE DOVREBBE DARE PIÙ GARANZIE A CHI VIAGGIA
Sì dagli hotel, no da ristoratori e consumatori, divisi i tour operator
Contro le truffe online c'è la completa equiparazione tra le agenzie di tipo tradizionale e quelle che offrono i loro servizi su Internet. I «buoni vacanza» per i non abbienti diventano un istituto stabile di turismo sociale. Il testo sancisce il diritto dei disabili di fruire dell'offerta turistica in modo completo e in autonomia senza aggravio di prezzo. La classificazione secondo il numero di stelle viene prevista per tutte le strutture ricettive (bed&breakfast, case per ferie, ostelli della gioventù, motel, centri di soggiorno studio, rifugi alpini, villaggi turistici, campeggi) con un sistema di rating unificato nazionale. Per la multiproprietà viene attuata la disciplina europea con più trasparenza. Sono positivi i commenti di Federalberghi, di Fiavet (Federazione italiana delle associazioni di imprese di viaggio e del turismo) e di FederviaggioConfturismo (Federazione del turismo organizzato).
Invece l'Astoi (Associazione dei tour operator italiani aderenti a Confindustria) ha parecchio da ridire. Il presidente Roberto Corbella va all'attacco sul fondo di garanzia, che oggi protegge solo chi acquista pacchetti turistici, e solo in caso di fallimento del tour operator. «Da anni ci battiamo - dice Corbella - perché il fondo copra anche i rischi di fallimento delle compagnie aeree, come è capitato con Swissair, Volare, Myair eccetera, e perché tuteli anche in altri casi come ad esempio lo "sconsiglio" della Farnesina. Ma per fare anche queste cose il fondo è incapiente. Abbiamo proposto di finanziarlo con un extra di 50 centesimi su ogni biglietto aereo, ci hanno detto di no». Il numero uno dell'Astoi lamenta anche che il codice dovrebbe perseguire la semplificazione, mentre quello del turismo presenta «zone grigie che si presteranno a contenziosi, per esempio quando si usano espressioni come "garanzie adeguate" o simili». La Fipe-Confcommercio che federa i ristoratori protesta in particolare per una disposizione molto specifica: «Viene consentita l'attività di ristorazione presso le strutture ricettive, come alberghi, campeggi eccetera, anche ai non clienti. Eppure gli alberghi e i campeggi non sono soggetti alle regole più rigide a cui sottostanno i ristoratori». Di primo acchito non sembra granché ma potrebbe erodere i margini degli associati Fipe. Invece Federconsumatori critica le fondamenta stesse del codice del turismo: «Non siamo per la moltiplicazione dei pani e dei pesci» dice il presidente Rosario Trefiletti. «C'era già il codice del consumo che si occupava di questa materia, non era necessario un testo a parte per il turismo. È malsana l'idea di espungere 20 articoli dal codice del consumo, rompendo così il corpo unico di questo vero e proprio baluard