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La Repubblica ED. NAZIONALE - Centomila italiani bloccati all'estero

La Repubblica ED. NAZIONALE - Centomila italiani bloccati all'estero

21 Aprile 2010
E Gordon Brown schiera le navi militari per il rimpatrio degli inglesi. Problemi per gli studenti in gita. Si mobilita il ministero della Pubblica istruzione

ROMA - Tornare, ma come. Centomila italiani sono all'estero. Nel mondo, sette milioni coinvolti dalle conseguenze della nube islandese, 17mila paralizzati negli aeroporti. Lo showman Mike Gore è tornato a Birmingham dalle Alpi francesi in taxi: 2200 euro. Costretta a rimanere a Hong Kong, Busi Daniel, turista francese, ha pagato tre prezzi diversi in un sola giornata per tenere la sua stanza d'albergo: 250 euro la mattina, 460 il pomeriggio, 800 la sera.

Rincasare costa, pazientare pure. Michael Pruchnie è bloccato suo malgrado a Baku, in Azerbaijan, insieme ad altre trenta persone tra cui inglesi, indiani, norvegesi e italiani. Alla Bbc dice: «Parliamo come prigionieri di guerra della maniera migliore per rimpatriare». E agli inglesi la fuga attraverso la Manica di queste ore ha ricordato infatti Dunkerque: i soldati che fuggono dalla Francia e i nazisti invasori. E così arriva la Marina militare a riprendere gli inglesi. Gordon Brown ha mobilitato tre unità della Royal Navy alla volta della Spagna. Il premier Josè Luis Zapatero ha concesso l'"hub" di Madrid ai transiti dei cittadini britannici provenienti da altri Paesi. Settantamila sudditi di Sua Maestà voleranno sulla capitale spagnola, soprattutto da Asia e Africa, per poi essere traghettati sulle navi militari fino a casa.

Un'imbarcazione della marina reale porterà in patria anche un reggimento che aveva finitoi suoi mesi di servizio in Afghanistan. Brown: «Credo si tratti del più grande sconvolgimento dei trasporti che abbiamo mai affrontato». Eccome. Il presentatore televisivo britannico Dan Snow è stato fermato dalle autorità portuali francesi mentre tentava di imbarcare su gommoni alcuni suoi connazionali a Calais. Affondato, amministrativamente. Rincasare non è facile. Le soluzioni sono dormire in aeroporto, le alternative treno, pullman, auto a noleggio sono sold out. Servono molti soldi per un taxi. Meglio il car-pooling, molti lo stanno scegliendo, su Facebook rimbalzano gli indirizzi per chiedere un passaggio in auto. Perché «anche se davvero gli spazi aerei verranno riaperti, ci vorranno almeno tre giorni per mandare a regime il traffico» spiega Roberto Corbella, presidente di Astoi, che conta circa 10mila italiani in viaggio con i tour operator. Un caos.

Anche per tutti i viaggi cancellati.
Spiega Andrea Giannetti, presidente di Assotravel: «Molti uomini d'affari rinunciano a partire, il mondo è ormai così interconnesso che uno scalo operativo non garantisce l'apertura di un altro».

Il mondo è un domino. Gli Stati Uniti hanno 40 mila americani bloccati in Gran Bretagna. Migliaia di cittadini del nord Europa hanno preso d'assalto i traghetti a Patrasso e Igoumenitsa per andare ad Ancona e da qui in pullman per la Scandinavia. La Lufthansa riporterà in Germania 15mila passeggeri con un'autorizzazione speciale. La Tunisia ha potenziato le navi per la Francia.

Dal Circolo polare artico, dieci italiani hanno scelto davvero un fuoripista: trai7ei 14mila euro da Tromso a Milano. Non poco Bruxelles-Vienna: 2mila euro a tre belgi. Gli autobus sono indisponibili,e gli autonoleggi hanno appeso un cartello negli uffici: tutto esaurito. L'Italia ha chiesto ad Austria e Germania maggiore collaborazione per far viaggiare i propri treni speciali, la nostra ambasciata a Londra ha creato una task force per assistere i circa 800 connazionali bloccati lì, tra cui gli studenti ragusani del liceo linguistico "Kennedy" di Ispica.
Mobilitato il ministero dell'istruzione per limitare i disagi. Ma sarà faticosa la traversata da Praga a Catania di 46 studenti del liceo artistico "Emilio Greco", rientreranno invece da Bonn con un pullman i ragazzi di una scuola m