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IL SOLE 24 ORE - «Con la crisi di liquidità rischio svendita d'immobili unici»

IL SOLE 24 ORE - «Con la crisi di liquidità rischio svendita d'immobili unici»

25 Settembre 2020
«È una proposta di buon senso e un incoraggiamento per Cassa depositi e prestiti a fare di più - spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi -. Le nostre aziende hanno grandi problemi di liquidità e mi sembra che l'emergenza sanitaria si prolungherà per ben oltre i
prossimi mesi».
Una situazione emergenziale che richiede misure straordinarie. Così martedì è stata spedita a Cdp la lettera firmata da Federalberghi, Astoi, Federterme e la Federazione del turismo organizzato con un suggerimento: una ipotesi di lavoro basata sui minibond che possono essere garantiti da ipoteca immobiliare di 1° o 2° grado. Una solida garanzia che nelle intenzioni consentirà alle imprese turistiche sane di sopravvivere fino al normalizzarsi della
situazione.
È una idea che nasce dal basso quella dei minibond. «È frutto del confronto tra imprenditori proprietari di hotel che da mesi affrontano questa fase di criticità - continua il presidente di Federalberghi -. Apprezziamo l'interesse che Cdp dimostra verso il nostro settore e per questo proponiamo un altro strumento in alternativa e non in sostituzione a quello che domani (oggi per chi legge ndr) verrà presentato. Speriamo che il nostro suggerimento venga accolto». Alla domanda «Cosa succederà se il suggerimento non verrà accolto?» il presidente risponde «insisteremo perché non chiediamo aiuti a fondo perduto».
Tra le altre cose il timore di Bocca è che gli immobili, spesso di prestigio e collocati in posizioni uniche dal punto di vista paesaggistico, finiscano nelle mani dei fondi speculativi che li rilevano per una frazione del reale valore perché le proprietà sono in pesante crisi di liquidità. «Molti imprenditori non sono intenzionati a vendere le loro strutture» incalza il presidente.
Certo per il momento lo scenario non mostra margini e speranze di miglioramento. «A Milano il tasso di occupazione è intorno al 15% e già al di sotto del 50% l'imprenditore lavora in perdita» segnala Bocca. La pandemia e l'assenza della clientela internazionale stanno mettendo a dura prova la resilienza del settore e nelle ultime settimane è cresciuto il numero delle aziende alberghiere che si sono rivolte alle sezioni fallimentari dei tribunali. Sempre a Milano diversi operatori con una situazione finanziaria pregressa traballante negli ultimi giorni hanno chiesto il concordato preventivo.
I minibond sono invece un salvagente a misura di aziende sane. «Il decreto Liquidità prevede finanziamenti per 6 anni al massimo, una durata molto breve che nel nostro settore ha pochissima utilità - continua Bocca - mentre i minibond consentiranno alle aziende sane di sopravvivere fino al 2023». Per quell'anno ci si attende un ritorno alla normalità grazie al vaccino e la ripresa dei voli a lungo raggio che riporteranno in Italia milioni di ospiti da Usa,
Brasile, Cina ed Estremo Oriente. «Poi ripartiremo. Non ho dubbi al riguardo perché l'Italia continua ad essere una destinazione chiave, nel cuore dei turisti». Ripartirà prima il mercato business e quello Mice che si articola in riunioni, incentive tour, conferenze e fiere ed esposizioni.
Guardando al prossimo anno e al budget che deve preparare per il suo gruppo, il Sina hotels, Bocca risponde: «Non so cosa scrivere perché l'incognita sono i viaggi a lungo raggio. Una quota molto importante del turismo premium italiano vive grazie ai clienti americani e penso che mancheranno sino alla primavera del prossimo anno».

Fonte = IL SOLE 24 ORE 25/09/20