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Il Secolo XIX - Egitto, è guerra Mubarak cambia governo

Il Secolo XIX - Egitto, è guerra Mubarak cambia governo

30 Gennaio 2011

RIVOLTA CONTRO IL REGIME, COPRIFUOCO NELLE CITTÀ

Paese nel caos, blindati in strada: 20 morti

IL CAIRO. Il Cairo brucia. Come Alessandria, Suez, Ismailia, Porto Said: almeno 20 i morti, migliaia i feriti. E mentre l'esercito blindava la tv di Stato il Presidente della Repubblica Hosni Mubarak che gli egiziani non vogliono più ha annunciato alla stessa emittente di aver sciolto il governo e di volerne formare uno nuovo oggi. Mubarak ha lanciato un appello agli egiziani, ai giovani in particolare: un appello al «dialogo», al confronto per «migliorare le condizioni di vita, diminuire la povertà», promettendo più libertà. «Capisco leragioni della protesta e le condivido ma la violenza non porta a nulla». Almeno ieri sera il Presidente egiziano ha mostrato di non volersi fare da parte. Il venerdì della collera ha incendiato le folle e le piazze egiziane e il coprifuoco imposto a metà pomeriggio non è servito a riportare la calma, costringendo l'esercito a intervenire.
Ma anche le truppe su blindati e mezzi cingolati hanno avuto difficoltà a domare i manifestanti, tanto che, secondo Al Jazira, in serata alcuni vip avrebbero preso l'aereo per l'estero. Nemmeno la misura senza precedenti, come l'ha definita il Segretario di stato Usa Hillary Clinton, di spegnere internet e l'intera rete di cellulari in Egitto è servita a contenere le folle, che si sono ritrovate all'uscita della preghiera del venerdì, così

come indicavano gli appelli alla mobilitazione diffusi su Facebook nei giorni scorsi. Dopo le prime manifestazioni, che sono andate ingigantendosi man mano che avanzavano per le città egiziane, è cominciata nel primo pomeriggio la guerriglia urbana al Cairo. Polizia contro manifestanti, pietre e bottigliecontro lacrimogeni. Dopo ore di scontri violenti il presidente egiziano Hosni Mubarak ha deciso di imporre il coprifuoco dalle 18 alle 7 del mattino. La rivolta, che in serata ha preso una piega ancora più violenta quando i manifestanti al Cairo hanno cominciato ad appiccare il fuoco ad autoblindo e al palazzo sede del partito del presidente, ha accolto in patria il leader del Movimento per la Riforma Mohammed el Baradei, rientrato l'altro ieri per partecipare alle manifestazioni odierne. Ma alla marcia l'ex capo dell'Agenzia Atomica Internazionale non è mai andato. Dopo essere andato in una moschea nel quartiere di Giza, ed esservi rimasto bloccato all'interno, facendo pensare per qualche tempo che fosse stato arrestato, El Baradei è uscito e si è recato a casa, dopo è rimasto. Infondate, hanno detto alcuni familiari, anche le voci che fosse stato posto agli arresti domiciliari. Mentre nelle strade del centro del Cairo echeggiano ancora i colpi di arma da fuoco, comincia la conta delle vittime. Almeno venti, fino a ieri sera tardi. E un migliaia i feriti. L'esercito ha cominciato a dispiegarsi nelle strade delle città egiziane verso le 19 locali, le 18 in Italia accolto con entusiasmo dalla folla che aveva a lungo invocato il suo intervento per mettere fine alle violenze di strada. Subito dopo ha cominciato a schierarsi attorno ai siti sensibili nelle capitale, ad Alessandria e a Suez. Al Cairo le truppe hanno preso possesso della televisione di stato dopo che un gruppo di manifestanti aveva tentato di occuparla. L'esercito ha anche messo in sicurezza il museo del Cairo, che secondo voci incontrollate era stato saccheggiato in serata. Secondo la televisione Al Jazira un gruppo di persone ha anche fatto una catena intorno all'edificio per fare da scudo umano. Le scene di violenza in tutto l'Egitto hanno suscitato grande apprensione nelle diplomazie internazionali preoccupate che venga inghiottito dall'instabilità un paese baluardo degli Usa e dell'Occidente nella Regione. La Farnesina ha chiesto la cessazione immediata delle violenze, invitando al dialogo costruttivo fra istit