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Rassegna stampa Astoi
Il Secolo XIX - Confindustria: «Valtur non chieda soldi pubblici»

Il Secolo XIX - Confindustria: «Valtur non chieda soldi pubblici»

29 Dicembre 2011

IL CASO - Appello di Corbella (Astoi) al governo: «Lo Stato non può mettersi a fare l'operatore turistico»

MILANO - Se i commissari di Valtur non hanno trovato un acquirente al quale cedere l'azienda, garantendone la continuità, «si astengano dall'inventare soluzioni nelle quali lo Stato, direttamente o indirettamente, si assume rischi di impresa e si mette a fare l'operatore turistico: lo ha già fatto in passato, con enorme spreco di denaro pubblico e senza peraltro riuscirci».

L'invito-appello di fine anno al governo Monti, arriva dal presidente di Astoi, l'associazione che riunisce alcuni tra i maggiori tour operator e aderisce a Confindustria, Roberto Corbella. «Ad un governo di professori e di esperti di antitrust - osserva Corbella non possono sfuggire le conseguenze perverse che aiuti di Stato, nei confronti di una singola azienda, possono causare a tutto il settore». Il presidente di Astoi invita invece a trovare una valida collocazione per i lavoratori «laddove non si realizzi l'ipotizzata cessione dell'azienda. In questo caso si potrebbero incentivare le assunzioni del personale garantendo proporzionali sgravi fiscali che costerebbero comunque molto meno alle casse dello Stato».

«Dall'attuale governo - conclude Corbella - ci è stato promessa una "fase due" che eliminerà gli sprechi e che condurrà il nostro Paese ad uno stato di maggiore equità. Il caso Valtur potrebbe essere un buon inizio per dimostrare che le cose stanno cambiando veramente». «La situazione economica generale è definita dagli esperti «stagnante» o «recessiva»; le banche hanno chiuso i cordoni della borsa dichiarando di non avere più liquidità. In questo contesto tutte le aziende sono in una situazione di grave difficoltà, e quelle turistiche non solo non fanno eccezione, ma anzi sono le prime e le più colpite da questo stato di incertezza e di instabilità», osserva ancora nell'appello di fine anno lanciato al governo il presidente Corbella, il quale ricorda che «in questi ultimi anni molti protagonisti del settore sono scomparsi ed altri hanno unito le loro forze per affrontare con maggiore efficacia le difficoltà che si profilano all'orizzonte; mai lo Stato è intervenuto, ed anzi deve ancora rifondere quei passeggeri che ormai due anni fa sono stati vittime del fallimento di un operatore e si sono rivolti al Fondo di garanzia istituito presso il Dipartimento del Turismo, come previsto dall'allora Codice del Consumo ed oggi dal Codice del Turismo».

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