Il Piccolo di Trieste Ed. nazionale - Tassa di soggiorno, gli operatori: «C'è crisi, sarebbe un boomerang»
FEDERALBERGHI GIÀ SEGNALA UN CALO DEL 2,7%
ROMA L'ipotesi avanzata tre giorni fa nell'incontro tra il ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli e il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino di dare facoltà a tutti i Comuni italiani (quindi non solo a Roma) d'introdurre la tassa di soggiorno, continua ad accendere la polemica tra operatori del settore, associazioni dei consumatori e politici.
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ieri ha illustrato i dati delle presenze turistiche negli alberghi italiani in dicembre: fanno registrare un -2,7% rispetto al 2009, con un calo dei posti di lavoro a tempo indeterminato pari al 3,9. «Di fronte a uno scenario così difficile - osserva Bocca - è impensabile l'introduzione di una tassa di soggiorno che pesi esclusivamente sulle strutture ricettive italiane: rischierebbero il collasso di fronte a qualsiasi ogni ipotetico aggravio fiscale».
«La tassa di soggiorno nelle città italiane alla lunga sarà un boomerang» sostiene Roberto Corbella, presidente di Astoi, che riunisce i maggiori tour operator. «Gli introiti - aggiunge - non vengono impegnati per sostenere il settore del turismo ma servono solo a ripianare i buchi di Bilancio aperti da scellerate amministrazioni comunali. Tutto questo, alla lunga, comporterà una minore competitività delle località turistiche italiane, già messe a dura prova dalla concorrenza di tanti Paesi stranieri». «Non pensavamo che si fosse così ottusi da colpire il turismo; il settore va incentivato, non vessato.
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