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Il Messaggero ED. NAZIONALE - Aerei, in Europa perso un miliardo di dollari

Il Messaggero ED. NAZIONALE - Aerei, in Europa perso un miliardo di dollari

21 Aprile 2010
IL BILANCIO
Le compagnie al tracollo: per l'Alitalia danni fino a 10 milioni di euro al giorno
ROMA

Magari sarà una drammatica suggestione, una fin troppo facile esagerazione, però lo spettro dell'11 settembre torna a balenare sui cieli continentali. Le nubi che si sono sprigionate dal vulcano islandese hanno assunto, con il trascorrere dei giorni, le sembianze delle torri gemelle. Al di là delle immagini ci sono già i numeri a testimoniare l'entità delle ricadute economiche della paralisi dei voli e degli aeroporti. Le compagnie aeree europee fino a ieri hanno perso mediamente 200 milioni di dollari al giorno. Presto fatto il totale: in cinque giorni è andato in fumo un miliardo di bigliettoni verdi. Nel resto del mondo le "perdite" quotidiane hanno ammontato a 150 milioni, per l'Alitalia quelle ipotizzate viaggiano tra i 5 e i 10 milioni sempre sulle ventiquattro ore. Restiamo sempre alle cifre: l'Enav, il nostro ente nazionale di assistenza la volo, avrebbe lasciato sulle piste almeno un milioni di euro al giorno in termini di mancati introiti per atterraggi, decolli e diritti di sorvolo.

I vettori stanno soffrendo terribilmente: fino a ieri lo hanno fatto stringendo i denti e tappandosi le bocche, ma nelle prossime ore potrebbero decidere di "sfidare" gli enti di controllo nazionali e decidere di far decollare i propri jet ritenendo evidentemente «esagerate» le restrizioni imposte dagli organi di controllo del traffico. Lufthansa ieri sera è stata la prima a "disobbedire". Si è sfiorata una "guerra dei cieli" peraltro non definitivamente scongiurata. I vettori continentali hanno pagato e stanno ancora pagando cash in termini di mancati introiti da biglietti, di trasferimenti dei viaggiatori, di pernottamenti, di vettovaglie e stanno pagando in Borsa dove Lufthansa, British, Air France hanno lasciato sul terreno cospicui capitali. In calo a New York il prezzo del petrolio, che si è attestato intorno agli 82 dollari al barile, sulla scia del crollo della domanda di carburante.

Il patron del gruppo Air France/Klm, Pierre Henri Gourgeon, ha fatto balenare la perdita di 500.000 posti di lavoro. Il presidente della federazione delle imprese francesi, Philippe Grillot, nel settori merci che viaggiano per via aerea si tratta di una vera e propria «catastrofe». Compagnie con il fiato grosso e industria che ha appena incominciato a valutare i danni. «Difficile tirare le somme - secondo il direttore del Centro Studi di Confindustria, Luca Paolazzi - perché gran parte dei nostri scambi commerciali si concentra nell'Europa centrale e orientale e le merci viaggiano per l'85% su gomma». In aereo, dall'Italia e per l'Italia, si muovono poco più di 800.000 tonnellate di merci, molte meno di quante se ne muovano mediamente sul continente. Comunque, inutile azzardare percentuali su una possibile - probabile  ricaduta sul pil. Per la Coldiretti il danno settimanale (mancata spedizione di prodotti deperibili) è stato di 10 milioni.

Più pesante l'impatto per i tour operator: 15 milioni da quando la nube ha invaso i nostri cieli. Dice Roberto Corbella, presidente di Astoi (associazione tour operator italiana): «Il blocco dei voli rischia di mettere definitivamente in ginocchio molte aziende che già vengono da un decennio non proprio esaltante. Oltre tutto per il ritorno alla normalità servirà il doppio dei giorni in cui siamo stati fermi. Chiediamo solo ai nostri clienti di avere pazienza». E intanto Federturismo chiede un intervento del governo per sostenere l'industria turistica.

Chi ci ha perso e chi ci ha guadagnato. Anche se l'accostamento è improprio. Le Ferrovie, per esempio, in questi giorni non solo hanno viaggiato a pieno carico, ma hanno messo in linea 16 treni straordinari. In totale, hanno offerto 21.300 posti in più e mobilitato naturalmente centinaia di dipendenti in più. Fs hanno dovuto pagare, ma hanno inc