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Il Corriere della Sera - Colpo di Stato nel paradiso delle Maldive

Il Corriere della Sera - Colpo di Stato nel paradiso delle Maldive

09 Febbraio 2012

Mohamed Nasheed era considerato un anti islamico ma dietro la rivolta c'è anche la crisi economica

I militari depongono il presidente. Il turismo continua come prima

Mini-colpo di Stato alle Maldive dove il presidente Mohamed Nasheed, il primo democraticamente eletto nel 2008, è stato costretto alle dimissioni in diretta tv dopo settimane di proteste per le strade della capitale, Malé, sfociate in un ammutinamento di una parte della polizia e dell'esercito: «Data la situazione  ha dichiarato - è meglio che lasci. Non voglio dirigere il Paese con il pugno di ferro». Al suo posto, in una cerimonia lampo, si è subito insediato il suo vice Mohamed Waheed, che ha assicurato «il rispetto dello Stato di diritto. Tutti - ha aggiunto - avranno la protezione della Costituzione e delle leggi». Ora si pensa a un governo di unità nazionale che dovrebbe arrivare alla fine della legislatura nel novembre del 2013.

La scintilla che ha fatto scattare la rivolta è stata l'arresto, lo scorso mese, del giudice Abdulla Mohamed, capo della Corte d'assise, accusato dal governo di aver scarcerato un oppositore per motivi politici. Un gesto che è stato vissuto come un abuso di potere e ha scatenato anche le proteste delle organizzazioni dei diritti umani e dell'Onu.

Ma dietro la caduta di Nasheed, lo strenuo difensore della democrazia incarcerato 27 volte durante la dittatura di Maumoon Abdul Gayoom, c'è sicuramente la crisi economica che sta affliggendo gli abitanti di questo piccolo paradiso nell'Oceano Indiano. Alla notizia delle dimissioni i maldiviani sono scesi in piazza a festeggiare: «Era ora - ha detto un ragazzo - questo cambiamento era atteso da tempo. La gente aveva perso i suoi valori islamici. La corruzione era molto alta e questo ha danneggiato l'economia». «Qui si respira un'aria di felicità - ha raccontato all'Ansa un'albergatrice italiana che da due anni vive sull'isola di Keyodhoo -. Da quando Nasheed è andato al potere i prezzi di tutti i generi alimentari sono saliti alle stelle mentre i salari sono rimasti fermi. La popolazione era molto scontenta».

Il primo atto del nuovo presidente è stato quello di scarcerare il giudice Mohamed. Ma sulla legalità di questo passaggio di poteri ci sono molti dubbi. C'è chi parla apertamente di un colpo di Stato del vecchio regime. E ieri il Partito Democratico delle Maldive, che fa capo a Nasheed, ha scritto alle ambasciate straniere per denunciare che le dimissioni rassegnate dal suo leader «non sono state volontarie». L'ex presidente, un convinto ecologista che da sempre si batte contro l'effetto serra e l'innalzamento delle acque, si sarebbe trovato di fronte a un ultimatum: «Dimettersi o affrontare un bagno di sangue nella capitale».

Di certo c'è che Mohamed Nasheed era considerato un «anti islamico» dall'opposizione fedele all'ex presidente Gayoom e dalle frange più conservatrici della popolazione formata da musulmani sunniti. Mentre negli atolli dedicati al turismo si beve alcol e si prende il sole in bikini, nel resto dell'arcipelago aumentano le donne che decidono di indossare burqa e i radicali islamici conquistano sempre più consensi. I visitatori stranieri, comunque, possono stare tranquilli. La crisi non ha avuto alcuna eco nei resort vacanzieri. Lo ha assicurato, ieri, Roberto Corbella, presidente dell'Astoi, l'associazione nazionale dei tour operator italiani: «La situazione è sotto controllo. Anche perché i turisti sono sparsi negli atolli: arrivano e ripartono direttamente senza transitare dalla capitale dove, tra l'altro, ora le escursioni sono state sospese». Golpe o non golpe, il paradiso balneare non chiude i battenti. - (di Monica Ricci Sargentini)

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