Astoi Confindustria viaggi
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Rassegna stampa Astoi
Guida Viaggi sito web - Antiterrorismo: primo tavolo sul 19 Bis

Guida Viaggi sito web - Antiterrorismo: primo tavolo sul 19 Bis

18 Giugno 2015

Astoi si impegna a trovare una convergenza di intenti, ma tanti ancora i dubbi tra gli industriali del turismo.

Niente dibattito alla “conferenza/dibattito” intitolata “Globalizzazione del rischio e turismo consapevole: l’informazione fa la differenza” e fortemente voluta da Luca Battifora, presidente di Astoi Confindustria Viaggi, il quale, all’indomani del varo della legge antiterrorismo, ha subito riscontrato nell’articolo 19 bis i rischi di interpretazione sulle responsabilità di chi intraprende un viaggio, ma anche di chi lo organizza in caso di crisi. “Un tema che influenza pesantemente la nostra attività – ha detto Battifora - e che vogliamo cercare di vagliare in modo condiviso, nell'interesse comune”.

Rivolto ai rappresentanti dei consumatori, dell’Antitrust, della Farnesina e del Mibact, il presidente di Astoi ha cercato di far comprendere il peso del mondo del tour operating incentrato su mete estere: 40.000 posti di lavoro in Italia. Un peso che richiede quantomeno “l’apertura di un tavolo di lavoro in cui mettere assieme le nostre competenze per avere regole chiare”. Favorevole Claudio Taffuri, capo dell’unità di Crisi della Farnesina, il quale ribadisce quanto nel decreto legge sia vincente il concetto di coinvolgimento “per la prima volta del consumatore”. 

“Sono molto pochi gli italiani che si informano presso il nostro sito (3.000.000 circa) che si iscrivono (66.000 circa) segnalando dove sono nel mondo, e che noi abbiamo poi difficoltà ad aiutare”. A margine del convegno Taffuri ha poi specificato in merito all’interpretabilità del 19 bis, e sul mancato coinvolgimento delle associazioni di categoria: “Il decreto è di iniziativa parlamentare non viene non da noi”. Sul coinvolgimento del Mibact replica con chiarezza “noi ci occupiamo di italiani nel mondo, non di turisti italiani, il nostro è un invito a informarsi prima di partire, ed è compito nostro riportare in patria gli italiani, non possiamo entrare nel merito delle responsabilità civili e contrattuali”.

 

Su questo punto Pier Ezhaya, chief operating officer Francorosso, anche lui a margine del dibattito, non è dello stesso parere: “Il problema è che siamo sempre noi a pagare: se il villaggio dove va il consumatore non funziona, io sono disposto a rimborsare e a pagare anche una penale, ma se c’è un terremoto o un attentato imprevedibile perché devo pagare sempre solo io tour operator?”. 

 

Qui entra in gioco la tesi di Giovanni Calabrò, direttore generale dell’Antitrust: “Il consumatore medio viene tutelato dall’Antitrust: chi viaggia comprando in un’agenzia che a sua volte si avvale di un tour operator, rispetto a colui che si rivolge a internet, ha fiducia in un eventuale intervento e tutela in caso di crisi”.

Simpaticamente Cinzia Renzi, in rappresentanza delle agenzie di viaggi, dice: “Allora paghiamo sempre noi: se comprano in agenzia le spese di rientro sono a nostro carico come imprese, se viaggiano comprando su internet li riporta a casa la Farnesina e le spese sono sempre a carico mio come cittadino che paga le tasse…”. l.s.