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Rassegna stampa Astoi
DOVE - Inchiesta / Paesi emergenti NUOVE ROTTE

DOVE - Inchiesta / Paesi emergenti NUOVE ROTTE

01 Ottobre 2018
Crisi e conflitti restringono il mondo? Eppure ci sono mete che rinascono e Paesi che aprono (o riaprono) al turismo. Ecco novità e sorprese. Con i pareri e le avvertenze degli esperti interpellati da Dove
 
Buone notizie per gli italiani che amano viaggiare. Nell’ultimo anno non solo sono aumentate le partenze turistiche (1,3 milioni in più secondo l’Istat, due su dieci all’estero), ma il mondo si è anche allargato. Dai ghiacciai dell’Islanda alle sabbie della Giordania, dalle città coloniali della Colombia ai paradisi segreti del Vietnam: per chi pianifica fughe al caldo in inverno, per i nostalgici di agosto che già organizzano la prossima vacanza, la scelta non è mai stata così ampia. Le ragioni? La ritrovata stabilità (da verificare comunque caso per caso: questo numero è stato chiuso in redazione il 18 settembre) di Nordafrica e Medio Oriente, là dove le turbolenze innescate dalla primavera araba di protesta contro i regimi dell’area avevano quasi azzerato, dopo il 2011, il turismo.Ola capacità di altre destinazioni di allungare la stagionalità, potenziare l’accoglienza, moltiplicare le occasioni di soggiorno. C’è anche il fiorire di mete tutte nuove, grazie a investimenti nelle infrastrutture e sapienti operazioni di marketing.
 
Il ritorno del Mar Rosso
 
È la rinascita più eclatante. La caduta dell’allora presidente Hosni Mubarak, con il conseguente periodo di instabilità che ne scaturì, svuotarono, sette anni fa, una delle mete più amate dagli italiani. Il Paese delle piramidi vide crollare le presenze dai 14,7 milioni del 2010 ai 5,3 milioni del 2016, secondo dati del Minitero del turismo egiziano. Niente piramidi, né coralli e pesci multicolori a misura di famiglia. Il segno “più” è tornato però l’anno scorso, con 8,3 milioni di turisti (+ 36 per cento in un anno). Nello stesso periodo, gli arrivi dall’Italia sono quasi raddoppiati, da 131 mila a 255 mila (+ 94,1 per cento), mentre la spesa, secondo dati Enit -Agenzia nazionale del turismo italiana, è salita a 244 milioni di euro, con un’impennata del 78,3 per cento. “L’Egitto torna prepotentemente”, conferma Paola Barzanti, responsabile turismo Robintur Travel Group, la più grande rete italiana di agenzie di viaggio, di proprietà di Coop Alleanza 3.0. “Da gennaio ad agosto 2018 abbiamo avuto un aumento del 145 per cento nelle partenze sul 2017. Il motivo è lo stesso di prima della crisi: acque stupende, eccellenti strutture alberghiere a costi abbordabili. La situazione cambia in base alle zone: Marsa Alam è il centro più tranquillo delMar Rosso per la sua posizione isolata. Lo consigliamo anche prima di Sharm el-Sheik, nella più instabile penisola del Sinai. Sono aumentate inoltre le richieste per la costa mediterranea, mentre la navigazione sul Nilo, dal Cairo fino ad Assuan, non si è ancora ripresa”.

Il ritorno dell’Egitto nei cataloghi dei tour operator è accompagnato dalla rinascita di altri Paesi arabi. La Tunisia, scossa nel 2015 dagli attacchi al museo del Bardo e al resort di Sousse, ha reagito con il potenziamento delle misure di sicurezza. Il risultato è stato la ripresa dei flussi turistici, con 82.132 presenze di italiani nel 2017 secondo il Ministero del turismo di Tunisi: pochi in confronto ai 252 mila del 2014, ma in risalita (+ 22 per cento) rispetto ai 72 mila del 2016. E con una spesa che ha toccato i 134 milioni di euro (+ 68,5 per cento). I maggiori operatori concordano nell’indicare il 2019 come l’anno della definitiva ripartenza delle località balneari di Djerba e Hammamet. Chi ha consolidato la crescita è il Marocco. Il regno di Muhammad VI ha stanziato fondi per l’ampliamento degli aeroporti di Marrakech e Fès e investito nelle strutture a cinque stelle. A Marrakech è prevista l’apertura dell’Oberoi, con 80 riad privati e suite di lusso; a Rabat verrà inaugurato il  prestigioso resort Fairmont LaMarina Rabat-Salé. I risultati di tanto fermento hanno già iniziato a manifestarsi, con un incremento del 10 per cento dei turisti nel 2017; addirittura il 12 per cento in più per quelli in arrivo dall’Italia, per un totale di 246 mila presenze. “Siamo una meta primaria per gli italiani, che vedono nel Marocco un Paese sicuro e vicino”, osserva Jazia Santissi, direttore dell’Ente nazionale per il turismo marocchino, da cui arrivano questi numeri. “Marrakech rimane la località preferita, seguita da Fès e Casablanca, ma piace anche l’itinerario che include le oasi, le valli e il deserto del Sud. Cresce un turismo rurale ecosostenibile, fatto di escursioni in montagna, itinerari in bici e circuiti gastronomici. Ci si indirizza verso la regione del Souss-Massa-Draâ, si scoprono le città berbere dell’Anti Atlante e i piccoli villaggi sull’oceano Atlantico. Anche Dakhla e Taghazout sono mete emergenti per chi pratica sport acquatici”. Qual è il fattore che ha spinto gli italiani a prendere di nuovo in considerazione il Nordafrica? “Il turismo è resiliente, recupera rapidamente dopo shock come il terrorismo”, risponde Mara Manente, direttrice del Ciset, il Centro internazionale di studi sull’economia turistica. “Dopo un periodo di tranquillità, il viaggiatore dimentica quello che è successo e percepisce più sicurezza. Dal canto loro, molti Paesi alimentano la crescita con una politica di prezzi convenienti che ha portato la regione nordafricana a crescere del 15
per cento nel suo totale dopo decrementi in doppia cifra”. 
 
Medio Oriente aperto
 
Spostandosi verso est, è la Giordania il Paese che più di chiunque altro ha saputo riconquistare la fiducia degli italiani, intimoriti dalla minaccia del terrorismo islamico e dal vicino conflitto siriano. Nel 2017, segnala il Ministero del turismo, si è invertita la tendenza negativa, con un incremento del 50 per cento negli arrivi (26 mila presenze), seguito da un nuovo picco dell’87,5 per cento nella stagione 2018. I motivi li individua Marco Biazzetti, responsabile del Jordan Tourism Board in Italia: “Dopo lo sfacelo del 2015, è stata attivata un’operazione di promozione nelle città e sui social network. La Giordania è un posto sicuro e una meta sempre più scelta dai giovani, che, da fine ottobre, potranno beneficiare dei nuovi collegamenti low cost di Ryanair. Oltre al turismo religioso e alla suggestione di Petra, il sito archeologico più grande del mondo, la località con la crescita maggiore è il deserto del WadiRum, reso famoso da film come Lawrence d’Arabia (con Peter O’Tool, 1962) e The Martian di Ridley Scott (2015, uscito in Italia come Il soprvvissuto). Infine, per gli amanti delle camminate o della bicicletta, è stato aperto il Jordan Trail, un percorso di 650 chilometri da nord a sud che attraversa 52 villaggi”. Un altro nuovo polo di attrazione in Medio Oriente è l’Oman, che nel 2017 ha ospitato oltre 43 mila viaggiatori dall’Italia, con una progressione annuale del 35,3 per cento. Nei primi tre mesi del 2018 la percentuale è salita addirittura al 131,2 per cento, facendo del nostro Paese il terzo mercato europeo dopo Germania e Gran Bretagna. Il decollo del segmento leisure, cioè dei viaggi di piacere, nel sultanato è sostenuto da un imponente piano di investimenti fino al 2040. Per un totale di 35 miliardi di dollari.
“A colpire i turisti italiani è l’unicità del paesaggio omanita”, spiega Massimo Tocchetti, rappresentante per l’Italia dell’Ufficio del turismo dell’Oman, da cui arrivano i dati aggiornati. “I monti Hajar, le zone desertiche di Sharqiyah Sands e Rub Al Khali, le località di mare come Salalah e la sua spiaggia senza fine, le coste rocciose del Musandam e l’isola di Masirah, paradiso del kitesurf. Per questo oggi i tour operator abbinano alle visite nella capitale Muscat escursioni nelle riserve naturalistiche, tour nel deserto ed esperienze culturali in castelli e villaggi tradizionali”.
 
Caraibi e Colombia, la rinascita
 
Cifre ufficiali ancora non ci sono, ma gli appassionati di vela possono inserire nuovamente le Isole Vergini Britanniche tra le destinazioni. L’arcipelago caraibico, devastato in estate dagli uragani Irma e Maria, ha riaperto molti suoi resort a tempo di record (bvitourism.it). Dal Guana Island allo Scrub Island Resort, Spa&Marina sull’isola di Tortola, tutto è pronto per i turisti proprio nei mesi in cui il clima è perfetto per le spiagge e immersioni. Restando oltreoceano, l’intreccio tra politica e strategia di marketing ha fatto conoscere al mondo il volto rassicurante della Colombia, cancellando in parte le immagini di violenza dei narcos e delle bande di guerriglieri. La terra di Gabriel García Márquez e Fernando Botero è stata inserita di recente nei programmi di tour operator come Robintur, con un’attenzione particolare all’aspetto culturale ed etnografico. “L’accordo del governo con le Farc nel 2016 e i provvedimenti adottati dal presidente Uribe hanno dato slancio al turismo”, conferma l’ambasciatrice colombiana in Italia, Gloria Isabel Ramírez. “Il nostro slogan è che non si corrono pericoli per la sicurezza: l’unico rischio è quello di non voler tornare a casa. Molti italiani stanno scoprendo la Colombia, apprezzano le località glamour come Bogotà o Medellín, i centri coloniali come Cartagena, i tour a Manizales, Pereira e Armenia per scoprire le piantagioni di caffè. Siamo il Paese della sabrosura, nil gusto per la vita e la musica: un aspetto che ci accomuna con gli italiani”.
 
Europa da scoprire
 
Chi cerca esperienze nuove rimanendo in ambito europeo, deve indirizzarsi ai confini estremi del continente. L’Islanda, nell’estremo nord, e Cipro meridionale, a sud, sono destinazioni conquistate solo di recente dal turismo di massa. Del primo Paese si parla da anni, ma è impressionante l’accelerare delle presenze: 2,2 milioni di stranieri nel 2017 su un’isola che conta un sesto degli abitanti (330 mila). Secondo il Ministero del turismo di Reykjavik, gli italiani sono stati 40.865, con un incremento vertiginoso del 105 per cento in quattro anni. All’origine del fenomeno un paradosso: l’eruzione del vulcano Eyjafjöll che, nel 2010, ha paralizzato il traffico aereo, ma ha anche contribuito a diffondere le immagini di una natura selvaggia e potente.
 
Cipro si propone invece come il perfetto connubio tra turismo balneare e vacanza culturale. La terza isola per grandezza del Mediterraneo, storico crocevia tra Europa e Oriente, specie la parte sotto la Linea verde, amministrata dalla Grecia, ha visto l’espansione di centri come Agia Napa, ribattezzata la Rimini di Cipro, e delle antiche città di Pafo e Larnaca. Lo scorso anno 19 mila italiani l’hanno scelta come meta, il 12,5 per cento in più del 2016, invogliati dal clima sempre mite e dalla vicinanza che rende possibile pianificare anche solo un long weekend (sono dati del governo greco-cipriota che non contemplano il 36 per cento del territorio autoproclamatosi Repubblica Turca di Cipro del Nord e riconosciuto solo dalla Turchia).

“Le nuove destinazioni non si costruiscono da un giorno con l’altro; occorrono una cultura di ricezione turistica e investimenti negli alloggi”, è il commento di Nardo Filippetti, presidente di Astoi, principale associazione di categoria dei tour operator italiani. C’è un’altrameta da tenere d’occhio, specie se si guarda alle sue spiagge del sud: “In Europa si può prevedere fra tre o quattro anni il pieno sviluppo dell’Albania”, prosegue Filippetti. “Una terra incantevole e suggestiva, ma che ha bisogno ancora di strutture per aprirsi ai grandi numeri”.
 
La riscossa del sudest asiatico
 
Il vero titolo di meta emergente del momento spetta però al sudest asiatico, che in un anno ha visto crescere nel complesso il turismo in entrata dell’8,4 per cento (dati Ciset) trascinato dalle performance del Vietnam. Lo stato dell’Indocina si è messo alle spalle secoli di guerre ed è andato incontro a una prosperità economica senza precedenti, attraendo investimenti e visitatori stranieri.Nel 2017 sono stati 58mila (13,2 per cento in più sul 2016), secondo il Ministero del turismo vietnamita, gli italiani che si sono riversati tra le vie trafficate di Hanoi o immersi nelle acque cristalline dell’isola di Phú Quoc, l’Eden vietnamita sul quale si concentrano i capitali privati e governativi per trasformarlo in un polo del turismo mondiale. Il gruppo Alpitour è stato il primo a credere in questo Paese, annunciandolo come nuova destinazione dell’inverno 2018: “Da anni registriamo un aumento di italiani nel sudest asiatico, ma la crescita più importante è avvenuta tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 proprio in Vietnam e in Thailandia, con i marchi Francorosso e Alpitour”, racconta Bruno Sgobba, product manager del gruppo Alpitour per il marchio Francorosso. “Le ragioni sono da ricercarsi nell’avvio del comprensorio di Phú Quốc, con un’enorme disponibilità di strutture alberghiere e servizi occidentali, nei voli di linea che collegano Hanoi e Saigon e nel charter diretto Malpensa-Phú Quốc. Dal 30 ottobre, lo stesso charter di Neos (neosair.it) unirà anche Milano a Yangon, nel Myanmar, dove proponiamo due tour arricchendo così la nostra offerta nell’area”. Pur con volumi inferiori, anche il Bhutan si distingue nel panorama asiatico per la crescita di tutti gli indicatori turistici. La monarchia himalayana è stata visitata nel 2017 da 254 mila stranieri, il 21,5 per cento in più del 2016 (dati del Ministero del turismo locale). Gli italiani si aggirano intorno al migliaio, con un interesse crescente verso un regno che si è aperto al turismo solo dal 1974 ed è ancora geloso della propria identità culturale. Per entrare in questa piccola nazione - dove gli arrivi sono contingentati - occorre un visto rilasciato dai tour operator locali e dai partner internazionali, ma si è ricompensati da un’esperienza unica. Nel segno della pace e della spiritualità.
 
 
PARTIRE SERENI
 
Scelgono l’hotel, avvisano se il volo è in ritardo, scovano la toilette più vicina. Siti e applicazioni si rivelano un aiuto fondamentale anche nel rendere i viaggi più sicuri se si è  in partenza per un Paese a rischio. Il riferimento è il sito viaggiaresicuri.it del Ministero degli esteri, con informazioni sulla situazione politica, ambientale e sanitaria di ogni stato. Per rendere più efficace l’assistenza, la Farnesina consiglia di registrare i dati del viaggio su  dovesiamonelmondo.it anche da smartphone, con l’app Unità di crisi. Google ha lanciato l'app per essere sempre tracciati: Contatti fidati, per condividere la posizione in tempo reale con amici e familiari. Facebook ha introdotto invece la funzione Safety check, che permette di rassicurare i propri contatti dopo ogni tipo d'emergenza. Per gli anglofoni, Geosure aggiorna sui livelli di rischio in ogni angolo del mondo. E, per chi vuole esagerare, closecircle, per 224 € l’anno, mette in contatto con un team di analisti ed ex militari che, in caso di pericolo, si attivano per mettere in salvo l'iscritto. – di Mattia Bazzoni
 
 
 
 
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