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Rassegna stampa Astoi
D Repubblica - Turisti stop-and-go

D Repubblica - Turisti stop-and-go

13 Dicembre 2014


Africa, Medio Oriente, Russia mete cancellate per paura di epidemie e attentati. Grecia e Spagna prese
d'assalto. Così l'ansia geopolitica cambia la mappa delle vacanze. A volte senza vere ragioni

Bruce Chatwin viaggiò molto in Afghanistan, e non faceva l'inviato di guerra. Ad Aleppo, in Siria, l'hotel Baron ha ospitato Lawrence d'Arabia, Agatha Christie e fno al 2011 migliaia di occidentali armati solo di Lonely Planet. Sempre fno al 2011 chi visitava le piramidi di Giza aveva un doppio fastidio: il fragore del Cairo che quasi se le mangiava, e la folla dei turisti che rovinava ogni inquadratura. L'Africa poi ha rischiato seriamente di perdere la sua quiete millenaria: il 2013 è stato un anno record per savane e spiagge tropicali, il 2014 stava per fare ancora meglio con un altro 6% di viaggiatori in arrivo. E invece, guerre, epidemie e isterie di massa hanno ribaltato ancora una volta la geografa del turismo: se il mondo diventa sempre più piccolo non è solo perché siamo bravi a volare low cost e tenerci in contatto con skype. Ma anche perché le emergenze politiche, economiche e sanitarie ne eliminano porzioni sempre più consistenti: «Non per nulla, dopo anni di calo, nel 2014 i turisti italiani sono tornati a frequentare l'Italia», dice Luca Battifora, presidente dell'associazione confndustriale dei tour operator.

Il sito del Ministero degli esteri sconsiglia ovviamente di recarsi in Siria, suggerisce di limitare al Mar Rosso i viaggi in Egitto, mette in guardia dal frequentare "luoghi di culto, edifci pubblici, eventi sportivi" in Kenya, raccomanda di evitare gli "assembramenti di qualsiasi natura" in Tunisia. Al momento di mettersi in viaggio, le crisi internazionali che incupiscono giornali e tg acquistano improvvisamente una dimensione più familiare. Prendiamo la Siria. Il dramma epocale che la sconvolge da più di tre anni ha fatto calare del 95% le presenze straniere. Per chi non c'è mai stato, lo ricordiamo: la Siria è forse il Paese che meglio restituisce la storia della nostra antichità. Alla moschea grande di Damasco si accede dall'immenso colonnato del tempio di Giove, l'oasi di Palmira è un avamposto ellenistico di infnita suggestione, la basilica di San Simeone conserva l'incanto dei primi, mistici e travolgenti secoli del cristianesimo. Tutto questo nel 2010 valeva 7 milioni di visitatori ammaliati da un Paese povero ma straordinario. Fu un anno record, l'ultimo prima della disfatta.

O prendiamo l'Egitto: «Fino al 2010 il Mar Rosso è stato la prima meta turistica degli italiani all'estero», spiega Gabriele Burgio, a capo del colosso delle vacanze Alpitour. Dal milione di connazionali (in continua ascesa) che svernavano a Sharm El Sheikh nel 2010, si è passati al mezzo milione (in faticosa risalita) del 2013. Tre anni di disordini hanno invece praticamente azzerato il conto turistico delle piramidi del Cairo, dei templi di Luxor, delle crociere sul Nilo. Il mondo si restringe, e quel che ne rimane si affolla: «Quest'anno in Grecia ci sono capitate scenette degne delle barzellette di una volta», sorride Burgio. «Davanti allo stesso albergo era facile trovare un buyer tedesco, uno inglese, uno russo, uno italiano, tutti a caccia delle stesse camere per i transfughi dal Mar Rosso». Sì, perché fno allo scorso luglio i ministeri degli esteri di mezza Europa dissuadevano dal frequentare anche i resort più blindati.

E allora, dove dirottare i milioni di vacanzieri improvvisamente privi di un posto al sole? In caso di "sconsiglio" uffciale, il tour operator è tenuto a rifondere il cliente o a risarcirlo con un viaggio di pari valore: «È una norma profondamente ingiusta», puntualizza il presidente Battifora. «Che non considera che noi assolviamo l'85% del nostro lavoro prima della partenza del cliente». Secondo Ba